sabato 5 settembre 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO




DUE INDAGINI

- CAPPERI E ALICI -
di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
7a puntata




Nuova lettura domenicale sul Solarium della Colonia. Oggi niente minuto di raccoglimento, per fortuna, ma la preoccupazione serpeggia tra i presenti a causa di una notizia carpita dal web.
- Va a una sfilata di cani!
Incredulità, preoccupazione e malcontento rimbalzano dentro la casetta nel bosco.
EMILIA, da buona infermiera ,prende la decisione giusta e prenota al Capo un ceck up completo di tutte le possibili analisi, compreso il test di intelligenza per i suoi ultimi due neuroni rimasti.
- Ma poi viene con le scatolette? – si preoccupa il vorace RALF.
- Se non lo sbranano…  - rassicura ORFEO.
Solo INTREPIDO è tranquillo: - Non vi preoccupate, stanotte gli ho rubato le due Panda e la bicicletta. Non si muove di sicuro.
- E come viene su per sfamarci? – ancora RALF.
- Nessun problema! Ho prelevato pure due cartoni di Whiskas. Qualcuno sa utilizzare un apriscatole?

7)

- Signora Falcinelli, buonasera! Polizia! - sulla porta compare un poliziotto -Lei chi è? - dice vedendomi coi guanti di lattice alle mani.
- Andrea Rossi – rispondo - investigatore privato.
Vengo fermato e trattenuto sotto la minaccia di una pistola mentre l’altro poliziotto chiama rinforzi alla centrale.
Dopo 10 minuti arriva l’ispettore Tommasi e gli ripeto tutto quello, poco, che avevo detto al poliziotto armato. Vengo condotto in questura.
- Posso fare una telefonata? - chiedo a Tommasi.
- No - risponde stronzo e lapidario.
Ma la sorte mi è amica. Intravedo Gabriella e la chiamo. Solo dopo un paio di ore e una chiassosa litigata con Tommasi riesce a chiarire la mia posizione. Arriva anche il commissario Mazzi, successore di Carmen Mistretta, zia di Gabriella.
- Va bene! - decide Mazzi - Ora, però, ci spiega tutto per filo e per segno.
Non ci penso neppure. Racconto dell’incarico avuto da Enzo e riesco a telefonare a Maria Grazia e a rispedirla in ufficio per fargli faxare la copia del contratto in questura. Dico che sono arrivato all’identità e all’indirizzo di Miriam grazie alle informazioni avute dal direttore del supermercato e dalla gattara Assunta che interrogheranno domani insieme a Oleg, Maria Grazia e Enzo. Taccio del gatto Ughetto, della chiavetta USB e della scomparsa della pizza.
Poi faccio la mie richieste.
- Potrei avere un caffè? - mentre un poliziotto me lo va a prendere alla macchinetta automatica chiedo - E voi, perché cercate Miriam?
- Sono affari nostri - risponde sgarbatamente Tommasi, che comincia a starmi veramente sulle palle.
- Potrebbe aiutarmi a ricordare qualche particolare che dimentico e, che a voi, potrebbe essere utile – puntualizzo - ora, per me, l’indagine è da considerarsi chiusa. Sono fuori gioco.
E’ il commissario Mazzi ad aprire uno spiraglio per il dialogo.
Mi parla dell’indagine, oramai unificata e affidata a Tommasi, del rapimento dell’impiegata bancaria e dell’investimento della segretaria del ‘Centro Sostegno Immigrati Clandestini’. Il numero del telefonino di Miriam risulta tra le chiamate fatte e ricevute, ultimamente, dalla defunta Agnese Martelli. Hanno provato a chiamarla diverse volte ma il cellulare risulta sempre spento o non raggiungibile. Ora stanno cercando di localizzarlo. Mi conferma che Miriam dovrebbe essersi allontanata volontariamente e che non hanno trovato il suo telefonino in casa. La stanno cercando per capire se lei c’entra qualcosa con questa storia e, visto che è scomparsa e che il suo appartamento è stato perquisito, sicuramente qualcosa c’entra.
Gli confermo il sospetto raccontandogli delle due pagine del quotidiano strappate e lo rassicuro che non ero arrivato  alla connessione tra i due episodi.
Tommasi continua a fare lo stronzo e richiede a Mazzi il mio arresto cautelativo, fino a quando non si sarà appurato che non sia stato io a perquisire l’appartamento di Miriam.
- A che pro? - gli domando.
Alle 6 e 10 del mattino riesco a lasciare la questura, scortato da Gabriella.
- Tappati le orecchie che devo fare un paio di telefonate - le dico.
Le drizza subito.
Tiro giù dal letto Maria Grazia e, alle sue lamentele, spiego brevemente della mia nottata.
- Ti voglio alle 8 al bar vicino ai giardini. Vai a prendere pure Oleg, dobbiamo parlare prima che la polizia vi interroghi.
- Cosa ci hai nascosto? - domanda Gabriella.
 -A te nulla. A Tommasi la soluzione dell’indagine, credo.
Le racconto brevemente della chiavetta USB.
- Tu non sai nulla - la informo - ma voglio trovare Miriam prima di Tommasi e probabilmente ci riuscirò.
- Poi? - chiede pensierosa.
- Poi, se tutto va bene, tocca a te.
Mentre prendiamo il caffè al bar spiego la situazione a Oleg e Maria Grazia.
- Per nulla al mondo devono sapere del gatto Ughetto e della chiavetta USB.
- Rischiamo una denuncia per reticenza e ostacolo alle indagini - puntualizza Oleg.
- Se la chiavetta è la chiave della vicenda, noi ci prendiamo la soddisfazione morale e gli altri 10.000 euro e Gabriella il merito della soluzione dell’indagine. Se non lo è, non abbiamo nascosto nulla di importante.
Pochi minuti dopo parlo anche con Enzo e lo raccomando di tacere del gatto Ughetto. Enzo mi guarda perplesso ma annuisce col capo.
Maria Grazia, Oleg, Enzo, Assunta e il direttore del supermercato vengono torchiati per tutto il giorno ma confermano la mia versione.
Approfitto della mia solitudine per far mettere un annuncio a pagamento su la ‘Gazzetta Umbra’, sul ‘Mercato Nazionale’, sul ‘Corriere’ e il ‘Giornale della Repubblica’, i due giornali locali e i due più importanti quotidiani nazionali.
“M. UGHETTO E’ STATO INVESTITO E ASPETTA TUE NOTIZIE AL 338-6993493920”
E’ un numero di cellulare, ancora attivo, intestato ad un Azienda fittizia creata dai defunti Servizi Informativi Governativi di cui facevo parte. Un’utenza prepagata che ho continuato a mantenere in vita con la convinzione che un giorno mi sarebbe stata utile. Quel giorno è arrivato.
Sono comunque cosciente che le telefonate ricevute saranno debitamente intercettate dai nuovi Servizi Informativi, soprattutto dopo la comparsa contemporanea di uno strano annuncio su tre quotidiani e un settimanale. Ma i servizi difficilmente riusciranno a risalire a me, all’indagine e, comunque, non collaborano con la Polizia.
La mattina dell’uscita dell’annuncio ricevo tre telefonate di mitomani. L’avevo previsto e faccio ripetere l’annuncio sui quotidiani anche il giorno successivo.
Naturalmente arriva ancora una telefonata fasulla ma, alle 10,30 circa arriva quella buona.
- Sono Miriam. Come sta Ughetto?
- Bene. Ancora è ricoverato. Solo per sicurezza, sapresti descrivermelo?
- Chi sei?
- Un investigatore privato. Il tuo amico Enzo, il barbone dei giardini a cui portavi il quotidiano, mi ha incaricato di rintracciarti.
- Perché? - chiede perplessa.
- Lo sa solo lui. Io sto facendo il mio lavoro. Descrivimi Ughetto o chiudo la comunicazione.
- E’ un gatto rosso, a pelo lungo.
- Benissimo. Ora dobbiamo parlare del collare e della targhetta che gli hai messo.
Silenzio.
- Naturalmente non al telefono – preciso - il collare ce l’ho io. Ci dobbiamo vedere personalmente.
Ancora silenzio.
sta decidendo se fidarsi o meno
- Porterò il tuo amico barbone e una donna, della Polizia di Stato. Anche loro ti stanno cercando. Deciderai tu il da farsi, ma ti consiglio di stare in guardia. Non solo la polizia ti cerca, il tuo appartamento è stato perquisito.
Ancora silenzio.
- Pensaci bene e richiamami a questo numero… quando vuoi. Ciao - chiudendo la comunicazione.
Alle 18,00 richiama.
- Sono sempre io. Sei pratico di Città di Castello?
- Abbastanza - rispondo.
- Domattina alle 10 al distributore Agip sulla statale 3bis.
- Ci saremo.
Chiamo subito Gabriella.
- Stasera ti devo parlare - le dico.
- Solo parlare? - fa delusa.
- Vestitino attillato nero, autoreggenti e scarpe col tacco a spillo.
- Il frustino lo porto? - chiede ridendo.
- Sì! Io porto il cavallo. Preparati bene che sei indietro con i pagamenti! Stasera non la racconti.
- Vedremo… portati gli integratori vitaminici.
- Ma - commenta Oleg che ha ascoltato la telefonata - stai sempre a scopare con la mia fidanzata?
- Preferisci che te la scopi un altro? Così, almeno, rimane… in azienda - rispondo sorridendo - Non ce l’avresti un’amichetta per cambiare menù ogni tanto? – ma mi pento subito della richiesta.
- Ci sarebbe Veronica! Una bocca incredibile e la banana più lunga del Brasile - risponde interessato - lo fa anche in tre o più!
- Lascia perdere…
- Ehi, maschiacci! Mi invitate alla riunione serale? - si propone Maria Grazia.
- Lascia perdere… - ripeto.

Alle 9,40 siamo già in attesa all’Agip sulla SS.3bis di Città di Castello. Mentre aspetto, nervoso, lancio occhiate taglienti come una lama di ghiaccio sul selciato del distributore e la vittima designata finisce presto nelle mie mani. 5 centesimi di euro persi chissà da chi. Sorrido soddisfatto, sarà una buona giornata.
 E’ Enzo che la nota, dall’altra parte della strada, e le accenna un timido saluto. Miriam si guarda sospettosa intorno, poi attraversa la strada e ci viene incontro.
- Ciao ragazza!  le fa Enzo.
- Ciao vecchio! - gli risponde mentre io e Gabriella le mostriamo i nostri documenti che controlla attentamente.
Ci sediamo ad un tavolino interno e in disparte del grande bar. Enzo le spiega la situazione e Miriam lo ascolta attentamente, poi gli chiede   - - Chi te l’ha fatto fare?
Enzo alza le spalle e non le risponde.
Interrompo il dialogo appoggiando la chiavetta USB sul tavolo.
- C’entra qualcosa, questa, con la tua fuga? - domando.
Annuisce.
- Spiegaci tutto - interviene Gabriella.
Per due ore ascoltiamo il racconto di Miriam e le chiediamo numerosi chiarimenti. Ad un tratto faccio cenno a Gabriella di spostarsi con me. Ci avviciniamo al bancone del bar e chiediamo altri due espressi.
- Chiama Mazzi… - le dico - senza spiegargli nulla. Convocalo alle 16 alla nostra sede, con un paio di poliziotti, dovete prendere in custodia e proteggere Miriam.
Mentre Gabriella telefona a Mazzi ne approfitto per avvisare Maria Grazia della riunione pomeridiana nei nostri uffici.
- Prepara il mio ufficio e avverti Oleg. Deve essere presente pure lui.
Noto che Enzo mette in mano a Miriam una banconota da 5 Euro che lei rifiuta più volte ma, poi, è costretta ad accettare.
Durante il frugale pranzo riesco a convincere Miriam che non può più fare la latitante, meglio se si consegna spontaneamente alla polizia che la proteggerà da chi sa lei, e, ora, anche noi sappiamo.


RALF si preoccupa per il pasto

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