DUE INDAGINI
- CAPPERI E ALICI -
di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
8a e ultima puntata
Ancora un minuto di silenzio prima della lettura.
Stavolta è dedicato alla TARTARUGHINA; ci ha lasciato dopo
otto anni di Colonia . Una grave disfunzione epatica, i veterinari sospettano
per il primo caso di FIP in Colonia, il Capo non è d’accordo e, per una volta,
speriamo abbia ragione lui.
La buona notizia (c’è sempre una buona notizia) è che oggi
leggeremo l’ultimo capitolo di “Capperi e alici”, la prima delle due indagini
fuori dalla consuetudine del nuovo lavoro di Andrea Rossi.
Ma non gioite troppo!
Domenica prossima inizieremo la lettura della seconda
indagine: “Tutor”…
8)
Alle 16 siamo tutti presenti nel mio ufficio,
faccio accomodare il commissario Mazzi sulla poltroncina gialla.
- Mi sa tanto di Nero Wolfe questa riunione -
dice guardandosi intorno.
Sorrido e gli mostro la poltroncina gialla.
- E così… - prosegue - sarei l’ispettore
Cramer… mi ha retrocesso. Per contro, lei non mi sembra del peso di Nero Wolfe.
- Carissimo, si fa per dire, commissario
Mazzi… - il mio esordio - l’ho battuto in volata - indicandogli e
presentandogli Miriam - L’ho trovata prima io e… - mostrandogli la chiavetta
USB - questa è la soluzione ai suoi tanti enigmi.
Mazzi mi osserva con lo sguardo non proprio
benevolo.
- Cominciamo dal principio – proseguo - dell’incarico
affidatomi dall’ingegnere Contessa già ne è a conoscenza, quello di cui non era
a conoscenza è… - racconto del gatto Ughetto e del suo collare con la chiavetta
USB.
- Cosa contiene questa chiavetta? – continuo
- Conti bancari, irregolari, intestati a immigrati clandestini regolarizzati e
scomparsi o deceduti, e tenuti in piedi grazie a complicità bancarie. Ma
andiamo in ordine. Giorni fa Miriam, che lavora saltuariamente come assistente
sociale al ‘Centro Accoglienza Immigrati Clandestini’ di Don Bajocco, legge sul
giornale della morte di una giovane prostituta di colore a cui sono state
recise le falangi delle dita delle mani per renderne impossibile
l’identificazione. Ma l’articolo dice pure che la ragazza ha una particolarità
anatomica, tre dita del piede destro sono attaccate tra di loro. Miriam
riconosce, per questa particolarità, la ragazza uccisa. Una giovane senegalese
transitata al C.A.I.C. l’anno precedente e, poi, trasferita nel Nord-Italia in
un’altra struttura per fare i documenti per l’affido a una famiglia. La cosa la
fa pensare, già in altre occasioni aveva notato che le ragazze giovani, carine
e sole venivano dirottate in strutture del nord. Ne parla con la sua amica
Agnese Martelli, la segretaria del C.A.I.C. investita, che le confida un
segreto. Anche lei ha scoperto, casualmente, una cosa strana. Un giorno, per
posta, le è arrivata, insieme ad altri documenti della banca, una ricevuta di
versamento in contanti di 5.000 Euro sul conto corrente intestato a Joel
Motaeb. Agnese sa chi è Joel Motaeb, anzi era, visto che è morto. Un immigrato
clandestino transitato anni fa al C.A.I.C., poi morto di polmonite. Agnese va
in banca con la ricevuta e parla con una sua amica, Francesca De Paoli,
impiegata. Francesca le spiega che è stato un banale errore, di solito la
ricevuta la prende Serafino, un ex galeotto, ora uomo di fiducia di Don
Bajocco, che si occupa di persona di fare i versamenti in banca. Agnese chiede
notizie su questi versamenti. Francesca riesce a farle delle copie anonime,
senza intestazione della banca, e a trasferirgliele in una chiavetta USB.
Agnese scopre che sono tutti conti correnti intestati a immigrati deceduti e
prende tempo prima di andare alla polizia. Ma in banca qualcuno si è accorto di
quello che ha fatto Francesca e
Francesca viene rapita e credo uccisa dopo che ha parlato e fatto il nome di
Agnese. Agnese, intanto, parla anche con Miriam e, per sicurezza, vista la
scomparsa di Francesca, le cede la chiavetta USB dicendole di nasconderla.
Appena in tempo. Agnese viene uccisa da un misterioso pirata della strada e il
suo appartamento subito perquisito. Miriam legge dell’incidente e collega il
tutto. Ha paura, ma prende un po’ di tempo per riflettere, poi, decide di
scappare e nascondersi da amici e affidare la chiavetta USB a un
insospettabile: Enzo, il suo amico dei giardini. Ma, poi, decide di non
coinvolgerlo direttamente e compra un collare per gatti, affida la chiavetta ad
Ughetto e scompare. Come sono arrivato al gatto Ughetto e alla chiavetta sono
segreti personali, se permettete. Ora… commissario Mazzi, ecco la chiavetta USB
e Miriam, che rientra nella vostra protezione, in quanto testimone chiave. E’
tutto. Per me il caso è chiuso, dovevo ritrovare Miriam e l’ho trovata. Per lei
cominciano le indagini per smascherare questa compravendita di immigrate
clandestine che Don Bajocco cede a qualche organizzazione malavitosa per
avviarle sulla strada della prostituzione e scoprire chi, in banca, gli regge
il gioco. Scommetto pure che il misterioso pirata che ha ucciso Agnese Martelli
è il fedele Serafino il quale, sicuramente, si è pure occupato delle
perquisizioni degli appartamenti. Arrivederci e grazie! – concludo - Anzi!… mi
saluti quell’incompetente di Tommasi!
Mentre Miriam viene portata in questura dai
poliziotti, per la deposizione, contratto il prezzo dei miei servizi con il
commissario Mazzi.
- L’indagine deve tornare in mano a Gabriella
- gli dico - altrimenti vi faccio fare la figura dei peracottari. Tommasi lo
mandi a dirigere il traffico.
Mazzi accetta, malvolentieri, il ricatto. La
posta in gioco è troppo alta. Da parte mia ha l’assicurazione che chiuderò il
fascicolo dell’indagine in cassaforte e mi dedicherò alle solite questioni di
corna e droga giovanile.
Quando Mazzi se ne va mi accorgo di essere
stanco, tremendamente stanco. La tensione mi ha spossato e ora il rilassamento
mentale e fisico sta prendendo il sopravvento. Desidero solo tornarmene a casa,
farmi una doccia e una dormita colossale. Prima di uscire dall’ufficio Maria
Grazia mi consegna una chiavetta USB, marca Rufus, e dice: - Tieni! Controlla
se ho fatto bene i compiti!
già ha
archiviato il tutto… è un mostro di efficienza
La prendo, me la metto in tasca e saluto
tutti.
In auto un lampo attraversa la mia mente.
la
pizza capperi e alici! Cazzo! Non ho chiesto a Miriam che fine aveva fatto!
Verso le 22, quando oramai le mie palpebre
sono abbassate mi arriva la telefonata di Maria Grazia.
- Ciao bello! Hai controllato i miei compiti?
- Non ancora - le rispondo - ma stavo giusto
per farlo - mento spudoratamente.
- Allora aspettami, che ti spiego bene
qualche passaggio.
???
- Dove?
- A casa tua. Arrivo subito! - chiudendo la
telefonata
Cazzo! ma io ho bisogno di dormire
Dopo un quarto d’ora Maria Grazia arriva. La
faccio accomodare e preparo tre caffè. Due per me e uno per lei.
- Hai intenzione di fare le ore piccole? -
domanda.
- Se sei d’accordo vorrei andarmene a letto
il prima possibile. Anche se ho ancora un dubbio da sciogliere.
- Come no! Sono qui per questo - prende la
chiavetta e la inserisce nella porta USB del computer.
vediamo
se lei è riuscita a capire che cazzo di fine ha fatto la pizza capperi e alici
La apre e fa partire il suo contenuto.
Sbarro gli occhi e rimango a bocca aperta.
- Questa è una doppia penetrazione classica…
- mi illumina - due uomini e una donna, un video casalingo ma molto ben fatto.
Malgrado la stanchezza mi si comincia a mescolare
tutta la chimica dentro l’organismo.
Dopo una decina di minuti Maria Grazia
prosegue con la descrizione.
- Qui, invece, le parti si sono invertite, è
l’uomo che la subisce…
Oltre alla chimica mi si comincia a rimescolare
qualcos’altro dentro le mutande.
- Il terzo, e ultimo, è un bel mix – conclude
- due donne, un uomo e un trans. Un tutti contro tutti. Il mio genere preferito,
ma… ti fai un altro caffè? - chiede mentre comincia a sbottonarsi la camicetta
bianca.
- Ti vedo pensieroso… - dice dopo un paio
d’ore, mentre cerca di rianimare il mio uccello con le mani.
- Mi manca ancora un pezzo per…
- Un pezzo? Eppure ho esibito il mio repertorio
migliore! Forse mi sono dimenticata di…
E’ la botta finale. Prima di chiudere i
contatti col mondo esterno riesco a biascicare: - Veramente parlavo di un dettaglio
dell’indagine che manca.
- Non ti preoccupare… - mi rassicura - quando
non lo cercherai lo troverai davanti agli occhi, come succede sempre con gli
oggetti dentro casa.
La mattina dopo non riesco a farmi la barba,
tanti sono i dolori sparsi nei muscoli del corpo, menischi e palpebre comprese,
con ancora il pesante dubbio che attanaglia la mia mente.
dove è
andata a finire la pizza capperi e alici?
Ma alle 10 riesco, comunque, ad arrivare in
ufficio.
- Buongiorno! - mi saluta Enzo seduto alla
solita panchina dei giardini - Che faccia sbattuta! Non è riuscito a prendere
sonno?
Con un gesto della mano lo invito a lasciare
perdere.
Mi consegna una busta, sempre gialla e
ripiena di qualcosa che già so cosa sia.
- Ecco il saldo! - fa sorridendo - Ha fatto
veramente un buon lavoro.
- Grazie.
- La posso invitare a mangiare un boccone, a
pranzo? Conosco un buon posto qui vicino e mi farebbe veramente piacere!
Accetto volentieri.
Alle 13 ci incontriamo ai giardini e Enzo mi
conduce a una bettola–trattoria poco distante.
- Fanno una pizza eccezionale - mi informa - anche
a pranzo. Cotta nel forno a legna.
Ci sediamo su un lercio tavolino coperto da
una tovaglia che è più rammendi che stoffa originale. La proprietaria ci prende
l’ordinazione.
- Enzo, per te il solito? - gli chiede.
Enzo annuisce e mi indica il forno a legna
dove stanno cuocendo delle pizze.
- Per me una margherita, possibilmente con
mozzarella di bufala e una Coca Cola, grazie - regalandole un sorriso.
perseguitato
dalle pizze…
Nell’attesa Enzo mi porge un libro.
- Tenga- dice - è di un nuovo giallista
perugino. Non si capisce se sia un giallo, un poliziesco, un noir o un romanzo
erotico. Di sicuro è una puttanata pazzesca! Non lo metto in libreria. Lo legga,
poi mi dica il suo giudizio.
Mentre lo prendo domando: - Libreria?
- Sì! Ho circa cinquemila titoli. Alla
casetta al Verghereto, naturalmente. Ora devo selezionare attentamente, non ho
quasi più spazio.
Arrivano le pizze.
- A lei la margherita con la bufala e, Enzo…
ecco la tua capperi e alici.
- Capperi e alici? - quasi gridando.
- La mia preferita! Questa, poi, è tra le
migliori - risponde.
- Sa che piace anche a Miriam?
Mi guarda perplesso.
- Venerdì ne aveva comprata una al
supermercato. Proprio capperi e alici - puntualizzo.
- Ahh… - sorridendo - ma l’aveva comperata
per me! Il venerdì qui è chiuso per
turno, qualche volta le chiedevo di comprarmela.
- Anche l’ultimo venerdì?
- Certo! - risponde sicuro - Anzi… le voglio
confessare un segreto. Venerdì mi ha dato la pizza e se n’è andata di corsa
senza aspettare che le rendessi i soldi. Io ho questo difetto, non sopporto di
stare in debito con qualcuno. Le dovevo rendere quei 5 Euro. Capisce? Ecco
perché ho voluto che la trovasse. Ora sono tranquillo.
Lo osservo con lo sguardo ebete.
Ci salutiamo subito dopo il caffè e me torno,
finalmente, a casa a, finalmente, farmi una dormita come si deve, senza Maria
Grazia o pizze a tormentarmi.
Le ultime ventiquattro ore sono state
devastanti per la mia psiche, voglio solo dormire.
E lo faccio, mi appisolo subito sul divano,
ma dopo quasi un’ora mi squilla il campanello del portoncino.
Smadonnando mi alzo dal divano e sono pronto
ad uccidere chiunque sia davanti all’ingresso.
E’ Anna che, sorridente, mi saluta.
- Che succede? - chiedo col piglio incazzato.
- Eccoti qua Rufus! Pardon, Ughetto! - apre
il trasportino che ha appoggiato a terra
da cui esce un orribile massa pelosa rossa che si incammina dentro casa
mia e si fionda sul mio divano cominciando a fare le paste con le unghie delle
pelosissime zampe.
Guardo Anna esterrefatto.
- Complimenti! Sapevo che, prima o poi, ti
saresti convertito!
- Quello che è? - domando indicando il gatto
rosso.
- Il tuo Ughetto! Guarito, sverminato,
sterilizzato, chippato e iscritto all’anagrafe felina col tuo nome! - porgendomi
un pesante scatolone.
- La cassettina per i bisogni, la lettiera,
le scatolette e le crocchette sono un omaggio di ‘Progetto Pogo’ a tutti quelli
che adottano un gatto dalle nostre strutture - continua sorridendo.
- Adottare?
- Certo! Hai adottato Ughetto quando era alla
struttura sanitaria, ho tutti i moduli relativi con la tua firma. Bravo!
Bravo…
un cazzo!
L'inafferrabile TARTARUGHINA (AMBRA) sempre in agguato |
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