sabato 12 settembre 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





DUE INDAGINI

- CAPPERI E ALICI -
di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
8a e ultima puntata




Ancora un minuto di silenzio prima della lettura.
Stavolta è dedicato alla TARTARUGHINA; ci ha lasciato dopo otto anni di Colonia . Una grave disfunzione epatica, i veterinari sospettano per il primo caso di FIP in Colonia, il Capo non è d’accordo e, per una volta, speriamo abbia ragione lui.
La buona notizia (c’è sempre una buona notizia) è che oggi leggeremo l’ultimo capitolo di “Capperi e alici”, la prima delle due indagini fuori dalla consuetudine del nuovo lavoro di Andrea Rossi.
Ma non gioite troppo!
Domenica prossima inizieremo la lettura della seconda indagine: “Tutor”…

8)

Alle 16 siamo tutti presenti nel mio ufficio, faccio accomodare il commissario Mazzi sulla poltroncina gialla.
- Mi sa tanto di Nero Wolfe questa riunione - dice guardandosi intorno.
Sorrido e gli mostro la poltroncina gialla.
- E così… - prosegue - sarei l’ispettore Cramer… mi ha retrocesso. Per contro, lei non mi sembra del peso di Nero Wolfe.
- Carissimo, si fa per dire, commissario Mazzi… - il mio esordio        - l’ho battuto in volata - indicandogli e presentandogli Miriam - L’ho trovata prima io e… - mostrandogli la chiavetta USB - questa è la soluzione ai suoi tanti enigmi.
Mazzi mi osserva con lo sguardo non proprio benevolo.
- Cominciamo dal principio – proseguo - dell’incarico affidatomi dall’ingegnere Contessa già ne è a conoscenza, quello di cui non era a conoscenza è… - racconto del gatto Ughetto e del suo collare con la chiavetta USB.
- Cosa contiene questa chiavetta? – continuo - Conti bancari, irregolari, intestati a immigrati clandestini regolarizzati e scomparsi o deceduti, e tenuti in piedi grazie a complicità bancarie. Ma andiamo in ordine. Giorni fa Miriam, che lavora saltuariamente come assistente sociale al ‘Centro Accoglienza Immigrati Clandestini’ di Don Bajocco, legge sul giornale della morte di una giovane prostituta di colore a cui sono state recise le falangi delle dita delle mani per renderne impossibile l’identificazione. Ma l’articolo dice pure che la ragazza ha una particolarità anatomica, tre dita del piede destro sono attaccate tra di loro. Miriam riconosce, per questa particolarità, la ragazza uccisa. Una giovane senegalese transitata al C.A.I.C. l’anno precedente e, poi, trasferita nel Nord-Italia in un’altra struttura per fare i documenti per l’affido a una famiglia. La cosa la fa pensare, già in altre occasioni aveva notato che le ragazze giovani, carine e sole venivano dirottate in strutture del nord. Ne parla con la sua amica Agnese Martelli, la segretaria del C.A.I.C. investita, che le confida un segreto. Anche lei ha scoperto, casualmente, una cosa strana. Un giorno, per posta, le è arrivata, insieme ad altri documenti della banca, una ricevuta di versamento in contanti di 5.000 Euro sul conto corrente intestato a Joel Motaeb. Agnese sa chi è Joel Motaeb, anzi era, visto che è morto. Un immigrato clandestino transitato anni fa al C.A.I.C., poi morto di polmonite. Agnese va in banca con la ricevuta e parla con una sua amica, Francesca De Paoli, impiegata. Francesca le spiega che è stato un banale errore, di solito la ricevuta la prende Serafino, un ex galeotto, ora uomo di fiducia di Don Bajocco, che si occupa di persona di fare i versamenti in banca. Agnese chiede notizie su questi versamenti. Francesca riesce a farle delle copie anonime, senza intestazione della banca, e a trasferirgliele in una chiavetta USB. Agnese scopre che sono tutti conti correnti intestati a immigrati deceduti e prende tempo prima di andare alla polizia. Ma in banca qualcuno si è accorto di quello che ha fatto Francesca  e Francesca viene rapita e credo uccisa dopo che ha parlato e fatto il nome di Agnese. Agnese, intanto, parla anche con Miriam e, per sicurezza, vista la scomparsa di Francesca, le cede la chiavetta USB dicendole di nasconderla. Appena in tempo. Agnese viene uccisa da un misterioso pirata della strada e il suo appartamento subito perquisito. Miriam legge dell’incidente e collega il tutto. Ha paura, ma prende un po’ di tempo per riflettere, poi, decide di scappare e nascondersi da amici e affidare la chiavetta USB a un insospettabile: Enzo, il suo amico dei giardini. Ma, poi, decide di non coinvolgerlo direttamente e compra un collare per gatti, affida la chiavetta ad Ughetto e scompare. Come sono arrivato al gatto Ughetto e alla chiavetta sono segreti personali, se permettete. Ora… commissario Mazzi, ecco la chiavetta USB e Miriam, che rientra nella vostra protezione, in quanto testimone chiave. E’ tutto. Per me il caso è chiuso, dovevo ritrovare Miriam e l’ho trovata. Per lei cominciano le indagini per smascherare questa compravendita di immigrate clandestine che Don Bajocco cede a qualche organizzazione malavitosa per avviarle sulla strada della prostituzione e scoprire chi, in banca, gli regge il gioco. Scommetto pure che il misterioso pirata che ha ucciso Agnese Martelli è il fedele Serafino il quale, sicuramente, si è pure occupato delle perquisizioni degli appartamenti. Arrivederci e grazie! – concludo - Anzi!… mi saluti quell’incompetente di Tommasi!
Mentre Miriam viene portata in questura dai poliziotti, per la deposizione, contratto il prezzo dei miei servizi con il commissario Mazzi.
- L’indagine deve tornare in mano a Gabriella - gli dico - altrimenti vi faccio fare la figura dei peracottari. Tommasi lo mandi a dirigere il traffico.
Mazzi accetta, malvolentieri, il ricatto. La posta in gioco è troppo alta. Da parte mia ha l’assicurazione che chiuderò il fascicolo dell’indagine in cassaforte e mi dedicherò alle solite questioni di corna e droga giovanile.
Quando Mazzi se ne va mi accorgo di essere stanco, tremendamente stanco. La tensione mi ha spossato e ora il rilassamento mentale e fisico sta prendendo il sopravvento. Desidero solo tornarmene a casa, farmi una doccia e una dormita colossale. Prima di uscire dall’ufficio Maria Grazia mi consegna una chiavetta USB, marca Rufus, e dice: - Tieni! Controlla se ho fatto bene i compiti!
già ha archiviato il tutto… è un mostro di efficienza
La prendo, me la metto in tasca e saluto tutti.
In auto un lampo attraversa la mia mente.
la pizza capperi e alici! Cazzo! Non ho chiesto a Miriam che fine aveva fatto!
Verso le 22, quando oramai le mie palpebre sono abbassate mi arriva la telefonata di Maria Grazia.
- Ciao bello! Hai controllato i miei compiti?
- Non ancora - le rispondo - ma stavo giusto per farlo - mento spudoratamente.
- Allora aspettami, che ti spiego bene qualche passaggio.
???
- Dove?
- A casa tua. Arrivo subito! - chiudendo la telefonata
Cazzo!  ma io ho bisogno di dormire
Dopo un quarto d’ora Maria Grazia arriva. La faccio accomodare e preparo tre caffè. Due per me e uno per lei.
- Hai intenzione di fare le ore piccole? - domanda.
- Se sei d’accordo vorrei andarmene a letto il prima possibile. Anche se ho ancora un dubbio da sciogliere.
- Come no! Sono qui per questo - prende la chiavetta e la inserisce nella porta USB del computer.
vediamo se lei è riuscita a capire che cazzo di fine ha fatto la pizza capperi e alici
La apre e fa partire il suo contenuto.
Sbarro gli occhi e rimango a bocca aperta.
- Questa è una doppia penetrazione classica… - mi illumina - due uomini e una donna, un video casalingo ma molto ben fatto.
Malgrado la stanchezza mi si comincia a mescolare tutta la chimica dentro l’organismo.
Dopo una decina di minuti Maria Grazia prosegue con la descrizione.
- Qui, invece, le parti si sono invertite, è l’uomo che la subisce…
Oltre alla chimica mi si comincia a rimescolare qualcos’altro dentro le mutande.
- Il terzo, e ultimo, è un bel mix – conclude - due donne, un uomo e un trans. Un tutti contro tutti. Il mio genere preferito, ma… ti fai un altro caffè? - chiede mentre comincia a sbottonarsi la camicetta bianca.
- Ti vedo pensieroso… - dice dopo un paio d’ore, mentre cerca di rianimare il mio uccello con le mani.
- Mi manca ancora un pezzo per…
- Un pezzo? Eppure ho esibito il mio repertorio migliore! Forse mi sono dimenticata di…
E’ la botta finale. Prima di chiudere i contatti col mondo esterno riesco a biascicare: - Veramente parlavo di un dettaglio dell’indagine che manca.
- Non ti preoccupare… - mi rassicura - quando non lo cercherai lo troverai davanti agli occhi, come succede sempre con gli oggetti dentro casa.
La mattina dopo non riesco a farmi la barba, tanti sono i dolori sparsi nei muscoli del corpo, menischi e palpebre comprese, con ancora il pesante dubbio che attanaglia la mia mente.
dove è andata a finire la pizza capperi e alici?
Ma alle 10 riesco, comunque, ad arrivare in ufficio.
- Buongiorno! - mi saluta Enzo seduto alla solita panchina dei giardini - Che faccia sbattuta! Non è riuscito a prendere sonno?
Con un gesto della mano lo invito a lasciare perdere.
Mi consegna una busta, sempre gialla e ripiena di qualcosa che già so cosa sia.
- Ecco il saldo! - fa sorridendo - Ha fatto veramente un buon lavoro.
- Grazie.
- La posso invitare a mangiare un boccone, a pranzo? Conosco un buon posto qui vicino e mi farebbe veramente piacere!
Accetto volentieri.
Alle 13 ci incontriamo ai giardini e Enzo mi conduce a una bettola–trattoria poco distante.
- Fanno una pizza eccezionale - mi informa - anche a pranzo. Cotta nel forno a legna.
Ci sediamo su un lercio tavolino coperto da una tovaglia che è più rammendi che stoffa originale. La proprietaria ci prende l’ordinazione.
- Enzo, per te il solito? - gli chiede.
Enzo annuisce e mi indica il forno a legna dove stanno cuocendo delle pizze.
- Per me una margherita, possibilmente con mozzarella di bufala e una Coca Cola, grazie - regalandole un sorriso.
perseguitato dalle pizze…
Nell’attesa Enzo mi porge un libro.
- Tenga- dice - è di un nuovo giallista perugino. Non si capisce se sia un giallo, un poliziesco, un noir o un romanzo erotico. Di sicuro è una puttanata pazzesca! Non lo metto in libreria. Lo legga, poi mi dica il suo giudizio.
Mentre lo prendo domando: - Libreria?
- Sì! Ho circa cinquemila titoli. Alla casetta al Verghereto, naturalmente. Ora devo selezionare attentamente, non ho quasi più spazio.
Arrivano le pizze.
- A lei la margherita con la bufala e, Enzo… ecco la tua capperi e alici.
- Capperi e alici? - quasi gridando.
- La mia preferita! Questa, poi, è tra le migliori - risponde.
- Sa che piace anche a Miriam?
Mi guarda perplesso.
- Venerdì ne aveva comprata una al supermercato. Proprio capperi e alici - puntualizzo.
- Ahh… - sorridendo - ma l’aveva comperata per me!  Il venerdì qui è chiuso per turno, qualche volta le chiedevo di comprarmela.
- Anche l’ultimo venerdì?
- Certo! - risponde sicuro - Anzi… le voglio confessare un segreto. Venerdì mi ha dato la pizza e se n’è andata di corsa senza aspettare che le rendessi i soldi. Io ho questo difetto, non sopporto di stare in debito con qualcuno. Le dovevo rendere quei 5 Euro. Capisce? Ecco perché ho voluto che la trovasse. Ora sono tranquillo.
Lo osservo con lo sguardo ebete.
Ci salutiamo subito dopo il caffè e me torno, finalmente, a casa a, finalmente, farmi una dormita come si deve, senza Maria Grazia o pizze a tormentarmi.
Le ultime ventiquattro ore sono state devastanti per la mia psiche, voglio solo dormire.
E lo faccio, mi appisolo subito sul divano, ma dopo quasi un’ora mi squilla il campanello del portoncino.
Smadonnando mi alzo dal divano e sono pronto ad uccidere chiunque sia davanti all’ingresso.
E’ Anna che, sorridente, mi saluta.
- Che succede? - chiedo col piglio incazzato.
- Eccoti qua Rufus! Pardon, Ughetto! - apre il trasportino che ha appoggiato a terra  da cui esce un orribile massa pelosa rossa che si incammina dentro casa mia e si fionda sul mio divano cominciando a fare le paste con le unghie delle pelosissime zampe.
Guardo Anna esterrefatto.
- Complimenti! Sapevo che, prima o poi, ti saresti convertito!
- Quello che è? - domando indicando il gatto rosso.
- Il tuo Ughetto! Guarito, sverminato, sterilizzato, chippato e iscritto all’anagrafe felina col tuo nome! - porgendomi un pesante scatolone.
- La cassettina per i bisogni, la lettiera, le scatolette e le crocchette sono un omaggio di ‘Progetto Pogo’ a tutti quelli che adottano un gatto dalle nostre strutture - continua sorridendo.
- Adottare?
- Certo! Hai adottato Ughetto quando era alla struttura sanitaria, ho tutti i moduli relativi con la tua firma. Bravo!
 Bravo… un cazzo!

L'inafferrabile TARTARUGHINA (AMBRA) sempre in agguato


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