martedì 29 settembre 2015

UNA NOTTE, ALL'IMPROVVISO...





LA CUCCIA DEL CAPO




…mentre te ne stai tranquillamente tornando a casa in auto scorgi una sagoma ai lati della buia strada collinare. Rallenti e cerchi di capire cosa sia, anche se già sai cosa è: un gatto errabondo nella notte.
Lo affianchi e tiri giù il finestrino per osservarlo meglio. E’ strano, Monte Malbe è pieno di gatti e tu ti soffermi  ad osservare proprio quello: un gatto bianco e nero, adulto, con l’andatura sicura di chi sa dove sta andando.
Gli sguardi si incrociano per un lungo, interminabile attimo. Qualcosa colpisce entrambi: noi ci conosciamo!
Fermi l’auto e continui ad osservarlo. Anche lui si ferma e ti osserva.  Hai un dubbio, pesante, da sciogliere. Forse pure lui lo ha; lo capisci dal modo in cui ti guarda. Cerchi la parole giuste e le trovi, ma manca la parola chiave, quella rivelatrice. L’età fa brutti scherzi, getti via tutte le informazioni e i ricordi che non servono più per lasciare altro spazio a nuovi stimoli mentali, oramai sei come un hard disk con poca memoria residua da utilizzare.
Ci pensi e sapresti benissimo cosa dire, ma il ricordo è svanito.
Allora ti aggrappi alla prima associazione di idee che ti passa per la testa ed esclami:   - Ciao Scemino!
Lui ti guarda interdetto, non raccoglie il tuo saluto, si volta e prosegue per la sua strada, come se fossi trasparente, mai esistito.
Forse penserà pure: - Perché se ne andranno in giro di notte ad offendere, questi ubriaconi in auto? Fortuna non ho attraversato la strada…
Sei conscio che non hai detto la parola chiave, quella rivelatrice. Ma sai dentro di te che quel gatto lo conosci. Non ti sbagli, anche se la mente è annebbiata da un poco di alcool e dalla stanchezza di una serata fuori casa. Eppure è lui… ma non ne sei certo al 100%.
Succede allora che appena rimetti piede in casa corri al computer, lo accendi e cominci a cercare quel qualcosa che ti è sfuggito.
Lo trovi nella cartella Gatti Colonia, sottocartella Missing (scomparsi). Fatichi un poco a trovarlo, la maledetta parola chiave chissà dove l’avrai nascosta nella tua mente!
Poi; una notte, all’improvviso… ti compare davanti una foto, quella foto che cercavi, e sotto la parola chiave: LAPIS.
- LAPIS, cazzo! – quasi gridi, mentre ti accorgi che tua moglie è salita dalla sua stanza a vedere cosa diavolo stai combinando ancora alle due di notte davanti al computer acceso.
- LAPIS! – ripeti, mentre lei non capisce e avanza sospetti sul tuo tasso alcolico.
- Ho visto LAPIS mentre tornavo a casa! – chiarisci – LAPIS, il fratello scemo della SCEMINA (il che è tutto un dire)! Quello che era sparito il secondo giorno dopo essere arrivato alla Colonia!
Gli occhi di tua moglie indagano pure sull’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti.
- Camminava lungo il bordo della Panoramica, ci siamo affiancati, scrutati a lungo, poi lui si è avviato verso l’ingresso secondario del convento. Hai capito?
Ora lei non ha più dubbi: alza la mano a mò di saluto e se ne torna a dormire.
Fai spallucce e vai a svegliare la SCEMINA, come al solito piazzata sopra al mobile della cucina e le dai la buona novella.
- Tuo fratello è vivo! L’ho visto prima che passeggiava lungo la Panoramica! Capito quel paraculo? Ora abita dentro al convento!
La SCEMINA ti osserva con gli occhi semichiusi e con un sonoro sbadiglio ti comunica che interrompe le trasmissioni e devi andare a smaltire la tua indigestione di psicofarmaci da un’altra parte.
Sorridi soddisfatto mentre ti infili nel tuo letto; sarai finalmente ospite di ‘Chi l’ha visto’.


Una rara immagine di LAPIS alla Colonia Nuova - Novembre 2014 -

sabato 26 settembre 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO



DUE INDAGINI

-TUTOR-
di Anrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)

2a puntata




Comincia a far fresco in Colonia, anche troppo per i nostri gusti, ma siamo sempre presenti alla consueta lettura domenicale.
Come è facile prostituirsi per una scatoletta di Gourmet Gold!



Alle 18,20 ci presentiamo nel cantiere col lasciapassare della mia Range con targa originale. Tutti gli operai stanno smobilitando. Chiediamo del capocantiere. Ci indicano un container prefabbricato che funge da ufficio. Bussiamo e chiediamo del capocantiere che alza gli occhi da un prospetto di scavo steso sulla scrivania e ci guarda con volto interrogato.
Lo invito ad uscire e, appoggiandomi alla mia Range che osserva di sfuggita dice:
- Ancora voi?
- Sì! – rispondo -Ci deve spiegare meglio alcune cose.
- Lo sapevo… - mormora.
- Sapeva… cosa? - chiedo.
- Che non la dovevo prendere.
- Alt!- intimo - Forse è il caso che ricominciamo daccapo. Ci racconti tutto per filo e per segno.
- Ancora?
- Ancora… qua. Oppure, ancora da un’altra parte - aprendo la portiera posteriore destra della Range.
Il capocantiere abbassa gli occhi e dice: - Andiamo in ufficio.
Versa un bicchiere d’acqua per ognuno, si siede e comincia il suo racconto.
- Allora, sabato mattina della scorsa settimana, stavamo finendo di demolire il piano sotterraneo della discoteca. Artemio, mentre manovrava la ruspa si è accorto…
- Alt!- lo interrompo - Dov’è Artemio?
- Al cimitero.
- Al cimitero? - chiedo con tono un po’ troppo preoccupato.
- Sì. Gli è morto un cugino, oggi aveva il funerale e ha preso un pomeriggio di permesso.
- Bene! Anzi male… continui pure.
- Dunque… Artemio si è accorto che c’era un piccolo locale murato, forse una centrale elettrica o termica, ha creduto, ed è venuto ad avvertirmi prima di fare qualche danno. Avevo da fare con l’impresario e l’ho raggiunto solo dopo le 13, quando stava per andare via. Ho controllato col vecchio progetto della discoteca ma, quel locale non doveva esistere. Siamo rimasti e col demolitore abbiamo aperto un varco nel muro.
Si ferma per bere un bicchiere d’acqua.
- E dentro… -  prosegue - abbiamo trovato quella roba.
Lo guardo e lo invito a proseguire con un cenno.
- Quella roba - ribadisce.
- Ho capito! Ma ci deve raccontare tutto, come l’altra volta.
- Dunque… c’era il cadavere della polacca.
- Polacca? La conosceva?
- La conoscevo? Ma se sarà morta da cinquant’anni! Come facevo a conoscerla?
- Chi gliel’ha detto che era polacca?
- I documenti. I documenti dentro la borsetta. Maria Wajda. Nata a Varsavia il… non ricordo… 1957.
- Oltre al cadavere? - chiedo.
- La valigia con i soldi e l’agenda.
- Cerchi di essere più preciso.
- La valigia… - continua - di pelle nera, grande… piena di mazzette di carte da 20.000 lire. Quelle vecchie di una volta, col Tiziano.
- Quante mazzette? - lo interrompo con la fulminea domanda.
- 140 mazzette da 250 banconote l’una.
- 700 milioni-  con un rapido calcolo.
- Esatto. Non ci sembrava vero di aver trovato tutti quei soldi! Credevamo di essere diventati ricchi.
- Perché credevate?
- Questo non l’abbiamo raccontato l’altra volta… - dice abbassando gli occhi.
- Appunto - ribadisco.
- Il lunedì mattina successivo siamo andati…
- Chi? - incalzo bruscamente.
- Io e Artemio, scusi. Siamo andati alla Banca d’Italia per sapere come fare per cambiarle in Euro. Ma…
- Ma …?
- Ma il cassiere ci ha detto che oramai erano fuori corso da un pezzo. Praticamente avevamo trovato una valigia di carta straccia.
- Poi?
- Il cassiere, comunque, ha voluto i nostri nominativi e una banconota per avvertirci se ancora fosse stato possibile il cambio.
- E?
- E la sera dopo siete arrivati voi.
- Il cadavere a chi l’avete denunciato?
- A nessuno – risponde - L’abbiamo nascosto in una cassa. Se chiamavamo i Carabinieri gli dovevamo dire pure della valigia coi soldi.
- L’agenda?
- Sempre nella cassa. Quella è vero che non l’abbiamo letta!
- Cos’altro ci ha nascosto? - gli domando.
Abbassa ancora gli occhi. prende il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni e lo apre.
Ne tira fuori una carta da 20.000 lire seminuova, di quelle di una volta, con il busto di Tiziano e ce la porge.
- Alla Banca d’Italia eravamo andati con due banconote. Una l’ha presa il cassiere la seconda… mi è rimasta nel portafogli… mi sono dimenticato di averla.
La prendo, la piego e me la metto in tasca.
- Chi è al corrente di questa storia? - chiedo.
- Io… - risponde - Artemio e voi.
- Nessun altro?
- No… per favore… mantenete la promessa di non dirlo all’impresario.
- Il cassiere della Banca d’Italia cosa sa?
- La panzana che abbiamo trovato un bel po’ di quelle carte da 20.000 lire nella ristrutturazione della mia casa.
- Oltre alle 20.000 lire che mi ha dato, cosa è rimasto qua?
- NULLA! – grida - Vi ho dato tutto!
- Artemio lo sa che…
- Lo sa. Lo sa… se no lo faccio licenziare.
- Bene! Spero che stavolta ci abbia detto tutto, ma proprio tutto. Addio. Noi non ci siamo mai visti.
- Capo…. – mormora - mi raccomando… la promessa.
Annuisco, facendo cenno a Gabriella di andare.
Prima di salire in auto raccolgo da terra una monetina da 1 centesimo.
 sarà un buon segno?
- Bene! - esclama Gabriella durante il ritorno - Ora abbiamo pure un cadavere! Domattina parlo con Mazzi e facciamo mettere sotto sequestro il cantiere dal magistrato.
- Non ci pensare neppure - le rispondo.
Si volta e mi guarda con occhi indaganti.
- Limitati a fare quella ricerca sulle targhe – proseguo - Questa storia puzza troppo di merda per fare passi affrettati.
- Ma c’è un cadavere! - insiste.
- Tanto è già morto… cazzo te ne frega! Dammi retta.
- Da quando in qua prendo ordini da te?
- Da sempre… se non te ne sei ancora accorta - rispondo facendo il duro.
- Accosta alla piazzola di sosta, per favore - mi chiede.
Non capisco ma, metto la freccia a destra, e mi fermo in una piazzola di sosta.
Gabriella mi slaccia la cintura di sicurezza, lentamente, e, fulmineamente, mi afferra i capelli dietro la nuca e mi tira il viso tra le sue cosce.
- Ora goditi l’antipasto… - ordina tirandosi su la gonna - poi andiamo a cena e sul letto di casa mia vediamo chi comanda!
Ho gustato l’antipasto, pagato il conto al ristorante e obbedito come un cagnolino sul suo letto.
Ho il sospetto che comandi lei.
Però ascolta il mio consiglio. Non dice nulla al commissario Mazzi e dopo due giorni si presenta col resoconto della ricerca delle targhe taroccabili nella mia.
- Alcune targhe sono di auto già demolite, e sono negli archivi della Motorizzazione Civile - leggendo i suoi appunti - Questa è di una Ford Fiesta di una pensionata, quest’altra di un furgone Iveco di un’ambulante marocchino e questa, invece….
Sono tutto orecchi.
- Questa… - prosegue - è di una Range Rover 4.0 HSE, sai a chi è intestata?
- Dimmi.
- Ministero degli Interni… e ora? - chiede.
- Ora la tua indagine finisce qui - togliendole il foglio dalle mani - Anzi, rendimi pure la mia notifica, che il lavoro sporco lo facciamo fare a chi ci è abituato.
- Che significa?
- Significa che ci avevi azzeccato. Dietro a tutto ci stanno i Servizi Informativi. Non credo sia il caso che tu cominci un’indagine senza il cadavere, i soldi e l’agenda per andare a sbattere contro i S.I. Minimo te la insabbiano e finisci a dirigere il traffico a Greppolischieto fino alla pensione. La tua parte è finita… ora ci penso io.
- La porti avanti te l’indagine?
- Ma che indagine e indagine! Mi faccio annullare la multa e tutto si chiude qua.
- Non mi piace - mormora.
- Non ti piace ma ti devi piegare all’evidenza e agli interessi dello Stato… che ti dà pure lo stipendio, tra parentesi. Se si sono mossi così velocemente c’è un qualcosa da nascondere e la chiave è in quello che hanno portato via. Non sappiamo quanto sia importante questo segreto, forse può valere anche qualche pallottola, tu rischieresti?
Chiude gli occhi e accetta la sconfitta.

Osservo la visura che Gabriella ha fatto alla Motorizzazione Civile mentre penso a come gestire la situazione in modo innocuo per ottenere l’annullamento della notifica.
Dentro me so già che la cosa migliore sarebbe pagare la multa e non svegliare il can che dorme, ma…
…mando una mail al Ministero degli Interni chiedendo all’Ufficio ‘Auto di Stato’ se hanno provveduto a fare la denuncia per il danno causato dalla loro Range Rover targata BE604FJ alla mia Range Rover targata BL604FJ.
Allego i recapiti per il contatto immediato ed aspetto.


Colazione e tutti pronti a salire sul Solarium per la lettura!

CHEESE! Scatti felini a Monte Malbe

POLVERE alla prova mensile "controllo obesità"

venerdì 25 settembre 2015

LE NOSTRE FOTO (segnaletiche)

QUESTURA DI PERUGIA


NOME - FRITTELLA
SESSO - F (sterilizzata)
ETA' - Classe 2010
RESIDENZA - Colonia Nuova di Monte Malbe
PROFESSIONE - Sterminatrice di ogni forma vivente (colleghi esclusi)
MANTELLO - Tigrato
OCCHI - Due (giallo-verdi)
ZAMPE - Quattro
CODA - Sì (tigrata)
CARATTERE - Amabilmente schiva
INTERESSI - I bocconcini del Capo
SEGNI PARTICOLARI - Ovunque presente in caso di rissa

mercoledì 23 settembre 2015

ARRIVI & PARTENZE

TEO

Il tontolone TEO è approdato alla Reggia dopo l'abbandono in una colonia cittadina. Intero, FIV+ e un pochetto ritardato, come si addice a tutti i gatti vissuti in appartamento, non poteva sopravvivere a lungo alla vita da randagio. Quindi mani pietose l'hanno raccolto, sterilizzato e consegnatomi per un felice (speriamo) prosieguo di vita. Per il momento è alquanto guardingo con gli altri gatti residenti tra le mura della Reggia mentre si spertica in richieste di coccole e di cibo, scatenando le invidie e le gelosie dei colleghi.
Attento TEO, i Gatti della Reggia non sono stinchi di santo!

TEO nella sua classica espressione beota.

martedì 22 settembre 2015

ARRIVI & PARTENZE (& RICOMPARSE)

OSCAR

Dopo tre mesi di assenza ingiustificata ieri è ricomparso in Colonia ad esigere il suo solito piatto stracolmo di bocconcini. Non so perché ancora non avevo provveduto a depennarlo dall'elenco dei frequentatori; forse la premonizione inconscia che l'avrei rivisto. Non lo considero un residente, un gatto della Colonia a tutti gli effetti, in quanto è ancora intero, sicuramente di proprietà e utilizza la casetta nel bosco per i servizi offerti durante i suoi lunghi pellegrinaggi. Vediamo stavolta quanto si fermerà a turbare la pace della comunità e a terrorizzare il povero RALF.
Non ci crederete ma in tutte le foto fatte nei mesi di permanenza sta a testa bassa sul suo piatto!

OSCAR

sabato 19 settembre 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO




DUE INDAGINI

- TUTOR -
di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)

1a puntata



Ebbene sì!
Oggi iniziamo la lettura della seconda singolare indagine di Andrea Rossi.
Non disperatevi! Esistono cose ben peggiori al mondo: un terremoto, una bomba d’acqua, la suocera a pranzo…
L’Editore è stato perentorio:  - Anche se è una schifezza pure questo racconto, BAIOCCO caro, lo devi leggere al numeroso (?) pubblico per contratto!
Quindi: evitate suicidi inappropriati cari colleghi che già siamo rimasti quattro gatti!
Ma che gatti!!!

TUTOR

1)
La seconda fila che faccio in questo affollato ufficio postale per ritirare una cazzo di raccomandata. Dallo sportello RACCOMANDATE, dopo una mezz’ora di attesa, mi hanno spedito allo sportello RITIRO POSTA.
- Questo sportello serve solo per spedirle, le raccomandate… - mi ha precisato in tono sgarbato un basso, grasso e calvo impiegato con la faccia da suino che mi è rimasto epidermicamente antipatico - per ritirarle deve andare allo sportello in fondo.
ma vaffanculo! mortadella parlante!
Altri 20 minuti di diligente fila e, mentre aspetto il mio turno, raccolgo dal pavimento una monetina da 5 centesimi di euro caduta dalle mani di qualche distratto. Sta diventando una mania questa di raccogliere monetine perse, ho sempre lo sguardo a terra, con occhiate rapide e taglienti che cercano la preda da catturare. Ovunque.
Mi presento con l’avviso di mancata consegna alla piccola impiegata che sfoggia un interessante decolté su due pere sovradimensionate.
almeno mi rifaccio gli occhi…
- Un’ora di fila per ritirare un rimborso di 8,32 Euro! - le dico col sorriso - Quasi quasi li investirei per portarla a fare colazione! - ci provo.
L’addetta si volta e ricambia il sorriso.
- Purtroppo già l’ho fatta, mi spiace… - troncando le mie velleità di mettere le mani su quelle meravigliose colline - poi, questo non è un rimborso. E’ un atto giudiziario, una notifica.
Il mio volto cambia espressione in un nanosecondo.
una notifica?
Firmo quello che c’è da firmare e mi incammino con la busta verdolina dal misterioso contenuto in mano verso la sede della ‘Oleg Scotti Investigazioni’.
Appena entro vengo aggredito dalle premure di Maria Grazia, segretaria factotum, ma factotum in tutti sensi.
- Lascia stare, che oggi non è giornata… - la informo.
- Sei ancora arrabbiato per ieri sera? - chiede con lo sguardo basso di chi ha la coscienza sporca.
- Soprattutto! E, come se non bastasse, mi è arrivata pure una notifica.
- Scusa…
Non le rispondo, quindi non la scuso. Neppure potrei.
Da quando, in piena clandestinità, abbiamo una storia, meglio definirla relazione sessuale, ho speso un patrimonio di carrozziere. Maria Grazia ha una perversione, una piacevole perversione, ma scomoda e costosa. E’ una fanatica del sex on the car.
Quando mi aveva detto “…troppi ribaltabili ho sfondato in vita mia!” pensavo fosse solo una battuta, invece, un mese fa ha letteralmente divelto il sedile del passeggero della mia Range Rover dalla guida. Ieri sera, o meglio stanotte, abbiamo fatto un’altra tenzone sessuale in cima a un monte e il sedile del passeggero cigola da paura.
La guida l’ho fatta risaldare da Andrea, il mio carrozziere di fiducia, e già che c’ero gli ho fatto riparare un po’ di piccoli danni dovuti alle mulattiere che devo percorrere per trovare il posto giusto per farmi una trombata con la tranquillità di non essere spiato dalla solita decina di guardoni appostati tra i cespugli. Tra i graffi e le bozzette sulla carrozzeria e i frequenti lavaggi che devo fare alla Range per toglierle i quintali di fango che raccolgo mi potrei permettere un paio di squillo d’alto bordo alla settimana.
Apro la raccomandata e leggo mentalmente.
… velocità media rilevata tra porte TUTOR Orte – Magliano Sabina Autostrada A1 … km/orari 179,22 infrazione rilevata il giorno 5 aprile 2011 alle ore 02,17 presso la porta TUTOR Magliano Sabina … la S.V. è invitata a presentarsi presso la più vicina stazione di Polizia Stradale con la ricevuta del versamento di €. 500,00 (bollettino postale allegato) e la patente del conducente dell’autoveicolo al momento dell’infrazione entro 10gg del ricevimento della presente…
 tutor?  Magliano Sabina? 179 chilometri orari?
- Incredibile! - dico a Maria Grazia - Mi ci vedi la notte alle 2,17 a sfrecciare sotto la porta TUTOR di Magliano Sabina a 179 chilometri orari?
- Cosa ci facevi alle 2 di notte a Magliano Sabina? – risponde curiosa - Una nuova fiamma?
- Non ci facevo nulla. Sono mesi che non prendo l’autostrada. Qui c’è un errore, poi… 179 chilometri all’ora con la Range me li sogno.
Rileggo il testo della notifica ma c’è effettivamente scritto quello che ho letto, anche la targa rilevata coincide con quella della mia Range Rover, BL604FJ. Mi accorgo che ci sono anche le stampe dei fotogrammi della telecamera. Li osservo attentamente. La targa fotografata è proprio BL604FJ e la parte di posteriore dell’auto che si vede è indubbiamente il culo di una Range.
cazzo… sarò mica diventato sonnambulo
Controlla il tutto anche Maria Grazia.
- Mmm… - mormora - gatta ci cova…
- Ragioniamo un attimo – puntualizzo - non sono stato certamente io. Lo dico senza ombra di dubbio. Dov’ero il 4 e il 5 aprile scorso?
Maria Grazia, sospettosa, prende la sua agenda e controlla.
- Sia la mattina del 4 che del 5 aprile sei stato in ufficio. Anzi! Ti dirò di più! Nel tardo pomeriggio del 5 ti ho accompagnato dal carrozziere a riprendere la tua auto.
- Andrea! La Range ce l’aveva Andrea! L’avevo portata a riparare la guida del sedile!
che cazzo ci ha fatto la notte?
- Urge una verifica. Vado da Andrea a chiedere spiegazioni - informo la mia segretaria perfetta.
Arrivo da Andrea incazzato come un riccio.
- Punto 1… - gli faccio duro - la guida l’hai saldata con lo sputo. Il sedile cigola come un cancello arrugginito.
Andrea mi guarda perplesso.
- Punto 2. Che ti ha detto la testa di fare i raid notturni in autostrada con la mia Range? - mostrandogli la notifica con tanto di foto della targa.
- Quella notte la mia Range ce l’avevi tu… in riparazione.
Andrea prende la notifica, la legge attentamente e controlla a lungo le foto della targa.
Poi apre lo sportello della Range, scuote il sedile del passeggero e si china per controllare sotto lo stesso. Il tutto senza proferire una parola.
Quando si rialza, smuove ancora il sedile e mi informa: - Punto 1… io ti ho saldato la guida destra del sedile e non si muove. Il cigolio dipende dal supporto anteriore sinistro che si è spezzato. Chi cazzo ci carichi in auto? Gli ippopotami?
Rimango spiazzato.
- Punto 2… - continua - la tua Range arriverà a 179 chilometri orari quando sarà caricata sullo Shuttle. Andrea! La tua Range arriva a malapena a 150 chilometri all’ora!
- Eppure… - ribatto indicando le foto.
- Non è la tua Range - fa inflessibile - Guarda, il tuo porta targa è nero, questo è chiaro. Poi… la scritta RANGE ROVER, la tua è completa e perfetta, merito mio, a questa manca la G. La foto è di una Range Rover seconda serie, come la tua, ma col motore a benzina, il 4 litri o il 4,8… non saprei. Quelle sì che ci arrivano a 179 chilometri all’ora!
- Ma la targa… - obietto.
- La targa l’hanno taroccata – risponde - Lo fanno per fregare gli autovelox, una P diventa una B, una E diventa una L e viceversa. Vai alla Polizia Stradale a fare ricorso.
Sono disorientato.
- Il sedile… - continua - te lo posso riparare ancora, ma la prossima volta che lo rompi lo dobbiamo sostituire di sana pianta. Vedi di caricare le gazzelle, non le ippopotamesse.
 ippopotamesse?
Nel pomeriggio chiamo Gabriella, vorrei mettere la questione in mano sua e non stare a perdere tempo alla Polizia Stradale. Le telefono.
- Vorrei vederti stasera - le dico -ho un piccolo problema.
- Anche io- risponde.
- Vuoi vedermi? - sorrido dentro me.
- Anche io ho un problema… - dice con voce grave - e non piccolo.
- E…? - chiedo lumi.
- Passami a prendere alle 21 - chiudendo la comunicazione.
Passo il pomeriggio con l’ansia di sapere quale sia il non piccolo problema di Gabriella. Dal tono ho avuto il sospetto che io ci entri qualcosa col suo non piccolo problema ma ho la coscienza a posto, o quasi.
 avrà mica saputo di me e Maria Grazia? quella pettegola di Oleg…
Uccido il tempo leggendo un buon libro sul divano, con Ughetto disteso sulle mie gambe che ronfa beato. L’orribile mostro peloso rosso è sempre davanti alla porta di casa ad aspettarmi che torni dall’ufficio o dalle serate passate in compagnia. Poi sono tutto suo, esclusivamente suo. Se la notte ospito qualche fanciulla lui passa il tempo sopra l’armadio della camera ad osservarci, quando dormiamo e mentre facciamo della sana ginnastica. Non c’è verso di farlo dormire in sala, se chiudo la porta della camera comincia a miagolare disperato e sveglia tutti gli abitanti di Migiana. Sto cercando di abituarmi al riflesso di quegli occhi felini nella notte mentre sto trombando, ma non è facile… credetemi.
Puntuale come una cambiale, alle 21, sono da Gabriella che mi saluta freddamente e non proferisce parola durante il tragitto per il ristorante se non per dire - Cos’ha questo sedile? Ogni minima curva cigola.
- Non saprei… - rispondo indifferente - lo farò vedere ad Andrea.
Consumiamo l’antipasto, il primo, il secondo e il contorno in un silenzio glaciale, manco fossimo una stanca coppia sposata da vent’anni. Al caffè decido di rompere gli indugi.
- Allora… cos’è questo non piccolo problema che hai?
Gabriella posa la tazzina e mi guarda fissa negli occhi. Uno sguardo duro, di rimprovero.
ahia!
- Sei tu il mio non piccolo problema – dice - dove sei stato ieri notte?
Tombola!
- Un po’ in giro - rispondo cercando di avere un tono tranquillo.
- Dove?- incalza.
- Un po’ fuori Perugia, perché? - decido di cominciare a fare l’incazzato.
- Dove? - prosegue.
- Ma cosa vuoi da me? Si chiara senza fare tante domande!
- Lo sapevo… lo sapevo… - continua - che prima o poi sarebbe successo di nuovo.
successo cosa?
- Raccontami cosa hai fatto ieri sera - ancora.
- Ti assicuro che non c’è nessun’altra! - cominciano ad aprirsi crepe nel mio muro di difesa.
- Altra? Che cazzo c’entra un’altra?
- Appunto! Non c’è e non c’entra.
La vedo armeggiare qualche istante con la borsetta ed estrarre delle foto che mi porge, con rabbia.
- Lo sapevo che prima o poi ti saresti rimesso a giocare all’agente segreto. Hai qualcosa da dirmi riguardo a queste foto?
Guardo le foto con attenzione. Non sono nitide. Fatte di notte, da lontano. Si vedono delle persone in un cantiere edile che parlano tra di loro. Vicino a queste persone ci sono due auto. Senza ombra di dubbio una è una Range Rover.
- Cosa significano queste foto?
- Lo vorrei sapere da te - risponde tagliente.
- Perché?
Mi mostra altre foto che aveva trattenuto in mano. Sono degli ingrandimenti di dettagli delle foto precedenti. Gli uomini che parlano tra loro, ma mi accorgo che c’è pure una donna, comunque non identificabile anche lei. Poi gli ingrandimenti delle auto, un’Alfa 159, credo, berlina, scura e la Range, una seconda serie come la mia. Della Range c’è pure un ingrandimento del posteriore dove si riesce a leggere la targa. BL604FJ. Guardo Gabriella preoccupato.
- Spiegami cosa ci facevi là alle 1 di notte e cosa avete caricato nella tua auto! - mi incalza.
- Spiegami te come fai ad avere queste foto, invece! - passo al contrattacco.
Gabriella finisce il caffè e comincia a raccontare.
- Alcune notti fa c’è stato uno strano incidente stradale sul raccordo Perugia – Bettolle, quasi all’uscita di Corciano. La Polizia Stradale ha scaricato le immagini delle telecamere poste tra l’uscita ed Ellera per ricostruire la dinamica. Una delle telecamere non era allineata e ha registrato questi strani movimenti nel cantiere dell’ex discoteca Pulsar proprio ieri notte. La Stradale, per competenza, ha passato questo nastro alla Questura che lo ha girato a me per svolgere un accertamento. Ho fatto stampare le foto dei fotogrammi migliori e ho fatto fare gli ingrandimenti e… ti ho beccato! Perché mi hai taciuto di essere ancora nei Servizi Informativi?
La osservo in silenzio, tra le tante cazzate che ha sparato mi ha colpito la connessione con i Servizi Informativi.
Con calma, estrema calma, estraggo dalla tasca del giaccone la busta con la notifica e, lentamente, molto lentamente, gliela porgo regalandole, contemporaneamente, uno di quegli splendidi sorrisi da testadicazzo che tanto mi donano.
Gabriella la osserva, e ancora piena di rabbia estrae i fogli della notifica e le foto della targa del Range.
- Che cazzo ci facevi alle 2 di notte a Magliano Sabina? - la sua unica e  incazzatissima osservazione.
- Il mio piccolo problema è proprio questo - la informo infarcendo con tutta la calma che mi è possibile il discorso - Il 5 aprile, alle 2 di notte, a Magliano Sabina non ci facevo proprio un cazzo… perché non c’ero. Dove fossi non me lo ricordo, ma ricordo che la mia auto era dal carrozziere a fare delle riparazioni. Questa mattina sono passato da Andrea a chiedergli spiegazioni e…
- E…? - domanda con un filo di voce.
- E Andrea mi ha risposto che la Range che è stata fotografata dall’autovelox non è la mia.
- Perché?
- Punto 1, la cornice della targa, io ce l’ho nera e questa è chiara. Punto 2, la lettera G della scritta RANGE ROVER, io ce l’ho e qui manca. Punto 3, la mia Range, a 179 chilometri orari ci arriva solo se la butti dalle cascate delle Marmore – sfoderando di nuovo il sorriso malefico.
- Cosa significa? - chiede perplessa.
- Significa che c’è qualcuno che di notte va scorrazzando con una Range con la mia targa taroccata in autostrada e nei cantieri edili a caricare chissà cosa.
- Perché?
- Non saprei… credo che mi vogliano incastrare in qualcosa di poco pulito.
- Chi?
- Sta a te scoprirlo, bella! - mettendole in mano la notifica - fai un controllo di tutte le combinazioni di targhe che si possono fare con le lettere e i numeri della mia, incroci i dati con la Motorizzazione Civile e otterrai la risposta. E… già che ci sei, fammi annullare la multa dalla Polizia Stradale. Grazie!»
- Perché io?
- Perché sei te incaricata dell’indagine. Io ti ho fornito un dato importante e merito la giusta ricompensa.
Mi guarda sospettosa.
- Un’ altra cosa… - aggiungo mentre usciamo dal ristorante - la Range delle tue foto ha i cerchioni delle ruote con cinque razze. I miei ne hanno tre. Controlla! - indicandole la ruota anteriore sinistra della mia Regina.
Fidandosi ciecamente della mia osservazione, Gabriella estrae le sue foto ingrandite e verifica il tutto.
- E’ vero! - esclama stupita - Ma cosa ci sarà stato nella valigia e nella cassa che hanno caricato nell’altra Range?
altra Range! Incredibile! Mi crede!
- Non lo so ma… se ti va di giocare d’azzardo domani pomeriggio possiamo fare un salto al cantiere a saperne di più.
- Li interroghiamo?
- No! - dico con tono di rimprovero -Bluffiamo. Abbiamo una Range simile con una targa uguale. Vediamoci alle 18 nel mio ufficio e ci facciamo un salto.
- Non prima?
- A fine giornata lavorativa. Parleremo col capocantiere, ci sarà meno gente e te non ti sognare di dire che sei una poliziotta.

Lo sguardo perso di BAIOCCO dopo la lettura