DUE INDAGINI
- CAPPERI E ALICI -
di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
3a puntata
- BAIO’! Fa caldo…
- Non c’è problema ATTILA! Ordinate un buffet rinfrescante,
con tanti beveraggio ghiacciati al Gingillo, presto!
- BAIOCCO – replica BERETTA – al Gingillo vogliono sapere
chi paga.
- Ma il Capo, naturalmente!
3)
Mentre addentiamo un po’ di cibo per gatti camuffato da spezzatino,
alla tavola calda ricevo la telefonata di Eleonora.
- Ciao spia da quattro soldi! Che stai
combinando? - l’esordio.
- Ti sto cornificando con una splendida
fanciulla.
- Poverina… sai che delusione quando vorrà
arrivare al dunque. Che fai stasera?
- Lavoro. Oggi ho preso un nuovo incarico.
- Capito… esci con la zoccola.
- Risentiamoci per domani.
- Col cazzo! - la secca risposta prima di
chiudere la comunicazione.
Rimango di merda col telefonino in mano e lo
sguardo perso nel nulla.
- Problemi con la balena? - domanda
Maria Grazia.
- Non
la chiamare così…
- Va bene, non sono fatti miei, ma se una
sera ti andasse di assaggiare della sana massa muscolare… - toccandosi con le
mani la sua silhouette - invece di quel flaccidume.
- Ci penserò.
In quel momento entra Oleg e si siede con noi
davanti a un piatto di spaghetti al tonno. Ha la faccia sconvolta e devastata
dal sonno.
- Nottata pesante? - chiedo con una punta di
ironia.
- Una maratona, erano assatanate.
assatanate?
- Quelle? - chiede Maria Grazia.
- Quelle - risponde grave.
Quelle?
Lo osservo con estrema curiosità.
- Quelle? - domando a tutti e due.
Due sorrisi stronzi e complici come risposta.
Mentre mangia, gli illustro il nuovo caso.
- 10.000 Euro – il suo unico commento, mentre
si alza dalla tavola per andare a prendere un’insalata.
- Credo che il caso sia stato accettato -
sorrido a Maria Grazia.
- Per 10.000 Euro Oleg indagherebbe anche
sulla morte di Gesù Cristo.
-Perché non hai preso pure gli altri 10.000?
- mi domanda tornato al tavolo.
- Etica professionale – rispondo - probabilmente
la ragazza sarà in vacanza da qualche parte e tra pochi giorni la rivedrà.
Rubargli altri 10.000 Euro per non far nulla mi sembrava immorale – mentre mi
squilla di nuovo il telefonino. E’ Gabriella.
- Ciao Gabri! Ti volevo giusto chiamare.
Stasera ho bisogno di te. Tassativo, senza scuse.
- Il solito pompino o qualcosa di più
coinvolgente? - domanda.
- Tutte e due le cose, nell’ordine che
preferisci. Ti passo a prendere alle 21 - chiudo la comunicazione.
- E… non ti sembra immorale scoparti la mia
fidanzata? - commenta sorridendo Oleg.
- Te la scopo solo, poi te la restituisco,
non ti preoccupare - lo rassicuro.
- Uomini… - mormora Maria Grazia bevendo il
suo caffè.
La sera, dopo la cena, faccio vedere
l’identikit della ragazza a Gabriella.
- Ti risulta una denuncia di scomparsa per
una donna che somiglia a questo mio identikit?
- Mi basta e mi avanza la scomparsa della
donna che sto cercando – risponde - chi è?
- Non lo so - rispondo e le racconto del
barbone Enzo.
- Sarà in vacanza sa qualche parte - il suo
logico commento - Comunque no. Non ci sono altre denunce di scomparsa di donne,
per fortuna. Cosa intendi fare?
- Scoprirne magari l’identità prima che si
rifaccia viva. Giustificherei almeno il compenso.
- In bocca al lupo! – esclama -Dai, andiamo
su a casa mia, stasera ti massacro. A proposito… con la balena come va?
- Lasciamo perdere.
- Ma non fai prima a lasciarla perdere te?
- Donne… - mormoro tra me.
- Cosa?
- Nulla. Lo sai che Maria Grazia continua a
farmi pesanti avances?
- Vuole che te la scopi o ti vuole scopare
lei?
- In che senso? – chiedo - Cosa cambia?
- Secondo me è solo curiosa di vedere chi ce
l’ha più lungo tra tu e lei.
donne …
La mattina comincio il duro lavoro investigativo.
Chiamo Maria Grazia - Ce l’hai la tessera dei
Servizi Informativi?
Annuisce.
- Preparati, si va a caccia.
Nella maniera più illegale possibile mi sono
fatto fare da Maria Grazia una tessera fasulla dei Servizi Informativi, i nuovi
servizi segreti dello Stato, con la mia foto e false generalità. Anche Maria
Grazia se ne è fatta una per lei, in coppia siamo più credibili le rare volte
che le utilizziamo.
Ci rechiamo al supermercato Spendar di Piazza
del Grifo e chiediamo del direttore, un giovane che ci accoglie con qualche
timore.
Gli mostriamo la foto della donna e chiediamo
se la conosce.
Tira un vistoso sospiro di sollievo e nega.
- Perché ha sospirato? - chiedo.
- Credevo foste due agenti della Guardia di
Finanza o Carabinieri del NAS - risponde.
- La conosce? – ripeto - E’ una sua cliente.
Quasi tutte le sere viene a fare la spesa alle 19.
Risponde ancora di no e risponde no anche
quando gli chiediamo di poter visionare le registrazioni delle telecamere di
sicurezza interne ed esterne.
- Questione di privacy – puntualizza - dovrei
chiedere il permesso a Milano. Tornate tra una settimana.
- Torniamo tra un paio d’ore con un mandato,
due agenti della Guardia di Finanza e due carabinieri dei NAS… - rispondo
tranquillo - e chiudiamo questa baracca per una settimana per fare tutti i
controlli. Avverta Milano - mi alzo dalla sedia e faccio per uscire
dall’ufficio.
- Aspetti! Aspetti! - fa allarmato - Troviamo un compromesso.
- I nastri… - replico fermo.
I nastri si materializzano dopo pochi minuti.
Fortunatamente le registrazioni partono dal venerdì, ultimo giorno di spesa
della donna.
Li visioniamo. Purtroppo l’impianto di
videoregistrazione è vecchio e registra contemporaneamente le immagini delle
tre telecamere interne e di quella esterna. Il singolo fotogramma è diviso in
quattro parti uguali, in bianco e nero, e non brilla certo per il dettaglio.
Tra le 19,07 e le 19,21 del venerdì tre
telecamere inquadrano diverse volte la donna.
almeno
esiste!
Guardo Maria Grazia, mi fa capire che forse
si può tirare fuori qualcosa di buono da quelle immagini sbiadite.
La osservo mentre, alla cassa, sta riponendo
la spesa nella busta di plastica e paga il conto.
- Voglio parlare con il personale. Tutto il
personale - chiedo al direttore - e voglio lo scontrino della spesa che ha
fatto venerdì.
- Ora è il momento di punta. Non mi faccia
spostare il personale, per favore - risponde gentilmente il direttore.
- Preferisce chiudere per un paio di ore? - replico,
altrettanto gentilmente.
Dopo una mezz’ora passata con un caffè al bar
e una sigaretta e la piccola monetina abbandonata
raccolta dal pavimento vicino alla cassa del bar cominciamo a parlare con il
personale.
Tutti riconoscono la foto della donna. Una
cliente abituale e abitudinaria. Sempre a fare spesa a quell’ora e acquista,
più o meno, le stesse cose. Ma nessuno la conosce. Neppure per nome. Questa
settimana non l’hanno ancora vista. Chiedo alle cassiere se paga con bancomat.
Niente, solo contanti. L’unica indicazione utile è che, probabilmente, vive
sola, visto che acquista spesso monoporzioni, non compra vino o alcoolici e ha
un gatto. Compra spesso scatolette e crocchette per gatti, del tipo economico,
ma non la sabbia per la lettiera. Beve latte di soia ed è golosa di Pocket
Coffee e biscotto gelato. Non effettua ricariche telefoniche. Il supermercato
ha sette casse, impossibile far fare una ricerca dettagliata degli scontrini
delle spese effettuate nei giorni precedenti. Mi viene consegnata la copia
dello scontrino della spesa di venerdì scorso. Domando pure alla cassiera che
l’ha servita venerdì scorso se la donna fosse raffreddata o avesse qualche
sintomo visibile di influenza. Era sana come un pesce.
Prima di allontanarci con i nastri delle
registrazioni e la copia dello scontrino il direttore ci chiede perché la
stiamo cercando.
- Probabile testimone di un qualcosa che è
successo - rispondo. - Torniamo nel pomeriggio per parlare con il
personale dell’altro turno.
- Quando la rivediamo le devo telefonare? -
domanda.
Scuoto il capo in segno negativo - La
troviamo prima noi… - sorridendo.
Il pomeriggio un altro buco nell’acqua. La
riconoscono quasi tutti ma nessuno sa chi sia, come si chiami, almeno di nome,
o dove abiti.
questa fanciulla è più chiusa di una
cassaforte
Stacco dal lavoro e chiamo Eleonora per
organizzare uno straccio di serata. La telefonata dura una trentina di secondi
e termina con un solenne – Vaffanculo! - elargitomi dalla Lele.
sono
caduto in disgrazia
Vorrei togliermi una curiosità, uscire una
sera con Maria Grazia ma la curiosità, si sa, è una bestia pericolosa.
Accantono la folle idea.
Provo a chiamare Gabriella.
- Ancora tu? – risponde - Anche stasera?
- Se non hai di meglio da fare…
- E vada per un’altra maratona. Ieri sera ho
visto che stavi in forma. La lontananza dalla balena ti giova.
- Lasciatela in pace.
- Lasciatela? – chiede - Chi altri ti sta dando
saggi consigli in proposito?
- Maria Grazia.
- Quella ti si vuol fare, come si è fatta
Oleg.
- Si è fatta Oleg? - chiedo meravigliato.
- Certo. Ora ti ho detto tutto di lei. A che
ora?
Gabriella ha da tempo interrotto la sua
relazione con Vanessa, una bella ragazza strana e ambigua che aveva avvolto
nella sua tela di ragno anche il sottoscritto. Gabriella l’ha definita
ingestibile. Ci credo! La cosa mi permette uno spazio d’azione più ampio con
Gabriella, almeno fino a quando non si troverà qualcun altro/a.
A cena ci aggiorniamo sui casi che stiamo
seguendo. Gabriella non si sbilancia troppo, è arrivata alla conclusione che
non si tratta di una fuga volontaria ma di un rapimento con conseguente
soppressione ed occultamento di cadavere. Secondo lei sta fiutando la pista
giusta ma non ne vuole parlare, per scaramanzia, dice. Le racconto dei miei
inconsistenti progressi.
- Almeno so che esiste sul serio e che non
sto dando la caccia a un fantasma - concludo.
Facciamo anche quattro pettegolezzi su Oleg,
con il quale Gabriella sostiene di aver avuto una passionale storia d’amore e
che ancora considera il suo fidanzato, benché Oleg, omosessuale dichiarato, la
consideri soprattutto una rottura di coglioni con gonna e scarpe col tacco
alto.
- Lo sai che se la fa con almeno un paio di
donne… insieme!
- Donne? - chiede esterrefatta.
- Sì! Le ha definite “assatanate” e “quelle”!
- Solo “quelle”? Allora sono trans. Se
fossero state donne le avrebbe definite “quelle streghe”!
La serata finisce come doveva finire.
ATTILA Per me un'Aperol Spritz! |
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