domenica 30 agosto 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





DUE INDAGINI

- CAPPERI E ALICI - 

di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
6a puntata




Ancora un minuto di raccoglimento per il povero PIPU e i soliti cinque di preghiera affinché il Capo non ci faccia lo sgradito regalo.
Cominciano a diventare tristemente monotone queste domeniche di lettura.
Consoliamoci col sesto capitolo di “Capperi e alici”


6)

Nel pomeriggio analizzo le fotocopie degli articoli della pagina strappata dal secondo quotidiano, quello del giovedì.
-N°1 la scomparsa dell’impiegata di banca.
ma ha una pagina riservata da più di dieci giorni e Miriam strappa solo questa?
da verificare.
-N°2 apertura al pubblico dei sotterranei della cattedrale.
 non interessante
-N°3 abbattimento delle querce alla Strada di Ponte Rio.
 non interessante
-N°4 rapina a mano armata alla tabaccheria di Lacugnana.
 non interessante
- N°5 arresto degli spacciatori magrebini.
 non interessante
-N°6 manifestazione al Canile Municipale.
 non interessante
-N°7 litigio con rissa al condominio di Fontivegge.
non interessante
-N°8 interpellanza al consiglio comunale dell’Avv. Barbetti per la spesa, ritenuta eccessiva, per il conteggio dei piccioni che popolano il centro storico.
5.000 Euro per contare quattro piccioni? Non facevano prima a sparargli? non interessante, ma l’Avvocato Barbetti ha tutto il mio appoggio
-N°9 il famoso investimento della donna che sta facendo lavorare Tommasi e incazzare Gabriella.
 boh? da verificare
-N°10 conferenza della funzione sociale della famiglia.
ma vaffanculo!  non interessante
- N°11 presentazione del nuovo libro di un giallista perugino.
e chi cazzo è?  non interessante, anzi, da verificare
-N°12 smarrimento di un cane di razza al Percorso Verde.
1000 Euro di ricompensa!  beh, un gatto l’ho ritrovato… l’animal-detective non interessante
con ‘sta pagina Miriam ci ha incartato il pesce per i gatti
La mattina, ai giardini, insieme al caffè do a Enzo la buona novella.
- Ho ritrovato Rufus!
- E chi è? - risponde.
- Il gatto rosso! Quello a cui Miriam gli portava le crocchette.
- Non si chiama Rufus - chiarisce dopo aver sorseggiato il caffè.
- Eppure sulla targhetta del collare c’è scritto Rufus.
- Si chiama Ughetto - mi illumina - la ragazza, Miriam lo chiamava così. E lui accorreva sempre quando lo chiamava. Poi, non porta né collare né medaglietta.
addio animal-detective
Mortificato mi rifugio alla OSI e, in segreteria vedo Maria Grazia impegnatissima col computer.
- Cosa fai?
- Scarico musica piratata su Internet - risponde col sorriso furbetto.    - Vuoi un cd pure tu?
- Fammene un paio di film porno.
- Agli ordini capo! - fa prontamente - Ma ci vuole la penna. Che genere preferisci?
- Quello che piace a te. Che penna?
- La chiave USB! Più è grossa più film ti ci metto.
- Bambola… - faccio ammiccante - ce l’ho una penna bella grossa, ma non ti dico dove.
- Ci crederò solo quando la vedrò e toccherò! - risponde passandosi la punta della lingua sulle inesistenti labbra - Doppie penetrazioni vanno bene? Almeno cominci a farti l’idea…
La guardo perplesso.
- Un giorno noi due, ci dobbiamo fare una bella chiacchierata.
- Sul letto mio o sul tuo? – risponde - Non dirmi in auto, anche se ce l’hai bella grossa, che troppi ribaltabili ho sfondato in vita mia…
Alzo gli occhi, arreso, e mi incammino verso il mio ufficio.
- La penna! - mi ricorda Maria Grazia.
- Non ce l’ho.
- Ne prendo una dell’ufficio, vergine! Come te!
Mi volto col dito medio della mano destra alzato e vedo Maria Grazia che mi mostra la penna USB.
Mi blocco e la osservo attentamente. Un parallelepipedo di plastica gialla con un rivestimento di metallo sormontato da un anello sempre metallico.
- Cosa c’è scritto? - chiedo aguzzando la vista.
- Nulla! - risponde Maria Grazia -E’ vergine!
- Sulla plastica! Sulla chiavetta!
Maria Grazia la osserva.
- Rufus. Forse è la marca.
- Rufus! Porca puttana!
- Non ti immagini quanto,caro…
- Rufus! - gridando gliela strappo dalle mani e la osservo.
- Il ciondolo!
- Che ciondolo?
Afferro il telefonino e chiamo Anna a ‘Progetto Pogo’.
- Anna, ancora io, scusami, ma dove posso trovare il gatto rosso investito?
- Ancora con questo gatto rosso? Ma… stai bene, Andrea?
- Dov’è il gatto rosso? - domando ancora.
- Alla struttura sanitaria di Quattrostrade.
- Lo posso andare a visitare?
- Come no! - risponde perplessa - Cerca di Carlo. E’ il responsabile sanitario.
- Grazie dolcezza! - chiudendo la comunicazione.
- Una nuova fiamma o ti sei dato al volontariato felino? - chiede Maria Grazia.
- Taci stolta! Sto lavorando per il tuo stipendio. Accompagnami a Quattrostrade.
- Mi vuoi possedere e demolire i tuoi ribaltabili?
- Ho l’auto dal gommista, sono a piedi. Chiudi la baracca e andiamo con la tua.
- Paura di dover rifare anche la tappezzeria dello scarrozza balena?
- Eleonora non è grassa! – puntualizzo – E’… generosa.
- Generosamente abbondante di adipe - ribatte la strega.
Quando salgo sulla sua fiammante Audi A1, orribilmente di colore nera, noto lo strano portachiavi agganciato al telecomando.
E’una specie di antistress  di colore marrone scuro, morbido e gradevole al tatto.
- Che materiale è? - domando mentre lo palpo.
- Pelle di pene, di negro - risponde sorridendo.
- Ma vaffanculo e guida.
Nel tragitto le racconto del gatto rosso.
Alla struttura sanitaria di Quattrostrade ci accoglie una dottoressa anziana, un’ ex infermiera in pensione, specifica, ora volontaria di ‘Progetto Pogo’. Grazie alla sua esperienza, alla struttura, l’hanno ‘promossa’ a dottoressa e si occupa dei ricoverati. Le chiedo di Rufus.
- Finalmente! – dice - E’ lei il proprietario?
- No- rispondo pronto.
- Perché lo vuol vedere, allora?
- Devo verificare una cosa.
- Cosa?
Non rispondo. Arriviamo alla stanza di degenza dei traumatizzati e in una gabbia vedo il gatto rosso che sonnecchia.
- E’ lui - la dottoressa-infermiera me lo indica.
- Rufus… - lo chiamo con delicatezza - Rufus?
Ma Rufus non da segno di vita.
Cambio tattica.
- Ughetto!
Ughetto drizza le orecchie, volta il testone peloso e fa - Rrmmiao!
- Ughetto! - esclamo soddisfatto.
- Allora è suo il gatto! - ribatte la vecchiarda.
- No! - rispondo duro - Aveva un collare con un ciondolo.
- Esatto - l’arpia, a cui non dovrei essere rimasto proprio simpatico.
- Posso averlo?
- No - risponde dura.
- Perché?
- Perché il collare e il ciondolo sono del gatto e, conseguentemente, del proprietario del gatto.
Maria Grazia capisce che la situazione sta degenerando e interviene.
- Il gatto è suo.
La guardo storto ma mi fa l’occhiolino.
- Non si chiama Rufus. Si chiama Ughetto. Ha visto come l’ha riconosciuto subito? - continua Maria Grazia.
La megera in camice bianco si allontana e torna con un collare rosso e il ciondolo con la scritta Rufus. E’ una chiavetta USB simile a quella che usava Maria Grazia. Ci scambiamo una rapida occhiata di intesa.
Insieme al collare e al ciondolo appoggia sul tavolo anche alcuni moduli e una penna, quella con l’inchiostro che serve per scrivere.
- Firmi qua - dice.
- Perché? - domando.
- La ricevuta che ritira il collare e il ciondolo. Il gatto rimane qua. Ancora non ha terminato la terapia.
Firmo i moduli e la befana mi chiede anche un documento. Glielo porgo perplesso, lo prende  e lo fotocopia.
- A posto! -  conclude restituendomi la patente - Il gatto deve essere più curato, spazzolato e ogni mese deve mettere l’antipulci - il tono sa di aperto rimprovero.
Salutiamo e  mentre ci involiamo verso la nostra sede, per l’euforia e la gioia del successo, appoggio la mia mano sulla granitica coscia di Maria Grazia.
- Eccitato, eh?! Se vogliamo festeggiare come si deve, c’è un motel tra due chilometri.
Ritraggo la mano.
Appena in ufficio passo il ciondolo-penna a Maria Grazia.
- Sai cosa fare.
Senza una parola si siede alla sua scrivania, accende il computer e inserisce la penna in una porta USB. Apre l’unità di registrazione e compaiono diversi file Excel. Su ognuno c’è scritto un nome e cognome straniero.
- Daniel Amara, Shaun Jaziri, Najeh Kundè, Geremi Nyhati, Benedict Saidi, Stephen Ndo, Joel Motaeb, Mark Khumalo, Grégoire Womé… chi cazzo sono? - le domando.
- Che ne so!
Apriamo il file  Benedict Saidi e accanto al nome ci compare una cifra con 11 numeri. Si tratta di una pagina con data, versamento, prelievo e saldo. Numerose operazioni dal 5 settembre 2008 al 23 febbraio 2011 per un saldo totale di 163.857,11 Euro.
Maria Grazia e io incrociamo gli sguardi, perplessi.
Il file Shaun Jaziri parte dal 4 giugno 2008 e finisce al 28 febbraio 2011 con un saldo attivo di 403.558,73 Euro.
Continuiamo ad aprire i file e calcoliamo il saldo totale in 2.390.419,97 Euro.
Maria Grazia si alza dalla poltroncina e prepara due caffè.
- Grazie! Nascondi questa chiavetta che domani spero di portarti la soluzione dell’enigma.
- Come farai?
- Stasera vado nella tana del lupo. Ora andiamo a pranzo e aspettiamo Oleg.
Durante il pranzo spiego tutto a Oleg che vuole vedere i file. In ufficio Maria Grazia glieli mostra.
- Questi sono estratti conto bancari ricopiati su fogli Excel. Probabilmente i file originali sono protetti e non si possono duplicare. Avete idea di chi possano essere?
Scuotiamo tutti e due il capo.
- Stasera vado a dare un’occhiata all’appartamento di Miriam - commento.
- Forse sarebbe meglio avvertire la polizia - interviene Maria Grazia.
- Perché? - le chiedo - Ancora non sappiamo se Miriam sia in vacanza o meno o se sia stata lei a mettere il collare e il ciondolo a Ughetto. Vado solo a dare un’occhiata, nulla di più.
Alle 19,00 sono davanti al portoncino d’ingresso della palazzina in Via della Trottola. I panni sono ancora stesi alla finestra e nessuna luce filtra dall’interno. Suono il quarto campanello ma non ottengo nessuna risposta. Entro e mi chiudo alle spalle il portoncino. Al pianerottolo del secondo piano si affacciano i portoncini di due appartamenti, il primo è quello di Miriam Falcinelli. C’è un campanello pure qua. Lo suono e spingo delicatamente il portoncino che si apre.
perché non è chiuso a chiave?
Da una tasca estraggo due guanti di lattice e me li calzo. Entro silenziosamente nell’appartamento accostando senza chiudere il portoncino. Nell’appartamento aleggia un cattivo odore. Trovo l’interruttore della luce e l’accendo. Mi accorgo subito che l’appartamento è stato già visitato e perquisito.
Penso un attimo se sia il caso di chiamare subito la polizia, ma soprassiedo.
Faccio un giro di perlustrazione per verificare da dove venga il cattivo odore. Lo individuo nella pattumiera piena per metà.
è fuggita o è stata rapita?
Controllo il frigorifero che contiene poche cose, tra cui un pezzo di formaggio ammuffito. Entro nella camera da letto. Tutto in ordine, più o meno, ma non ci sono tracce di colluttazione o cadaveri in giro. Solo l’armadio è aperto insieme a due cassetti della moderna cassettiera. Anche il bagno è in ordine, ma lo sportello del mobile specchiera è aperto. Mancano dentifricio e spazzolino.
 è scappata,  perché?
Torno in cucina e sul tavolo vedo le buste della spesa. Le osservo perplesso. Dal portafogli estraggo la copia dello scontrino della spesa e controllo. Manca la pizza espresso. Apro la pattumiera ma non vedo il contenitore della pizza. Riapro il frigorifero e non c’è. Neppure dentro al forno.
 cazzo di fine ha fatto la pizza capperi e alici?
Il mio pensiero viene interrotto da un rumore.

CACAO
prega il Signore di non essere in Colonia ad ascoltare queste porcherie

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