NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto Dell'Eco
- Togliamocelo dalle zampe al più presto! – il commento di
ORFEO, dopo l’ennesima critica ricevuta alla lettura del secondo capitolo del
lungo, ma necessario, prologo di “Nulla è come sembra…”
- Sono diventati tutti critici – rincara la dose TARANTOLA.
- Hanno ragione! – l’unico miagolio controcorrente del
solito puntiglioso PALLUCCHINO.
Appoggio la proposta di ORFEO e procedo alla lettura del
capitolo conclusivo del prologo, dalla prossima lettura inizieremo il romanzo
vero e proprio, con il nostro solito protagonista.
Ma il prologo era necessario, ve ne accorgerete…
3)
Poco
dopo il tramonto le due jeep riprendono il loro viaggio, lentamente.
In
testa la jeep funzionante con Betz alla guida, il sergente e il prezioso
carico, dietro l’altra con Steve e Mario.
Il
tenente guida la colonna su stradine sterrate di campagna cercando di
orientarsi con le cartine a disposizione.
Direzione
Sud-Ovest.
Ai
primi chiarori dell’alba, le jeep sbucano su una strada bianca larga e ben
curata.
Le
due jeep si affiancano.
-
Andate avanti voi - fa il sergente a Steve - Appena superiamo il prossimo
paese, Mantignana, saliamo a sinistra. C’è un monte, cercheremo un casolare abbandonato
per seppellire l’oro.
Ma
appena superata Mantignana un’ esplosione fa saltare in aria la Willys di Steve
e Mario, scaraventandoli lontano.
-
La strada è minata! Attento! - grida Tom a Betz.
Betz
arresta subito il suo mezzo e scende a soccorrere Mario che giace immobile a
terra, in una pozza di sangue.
Si
sente il rumore di uno sparo e Betz cade a terra colpito.
-
Un cecchino! Betz! Torna indietro! - fa il sergente Tom.
Betz
riesce a rialzarsi e, zoppicando, raggiunge la Willys e ci sale, mentre il
sergente si mette alla guida.
Un
altro sparo.
Stavolta
è il cofano della Willys ad essere colpito.
Il
sergente ingrana la marcia e parte alla massima velocità che il mezzo gli
consente.
Ancora
uno sparo e Betz viene ferito di nuovo, alla testa, di striscio.
-
Maledizione! Un agguato! - fa il sergente.
-
Non torniamo a prendere Steve e Mario? - chiede Betz.
-
Oramai non ce nulla da fare per loro. Pensiamo a salvare la nostra di pelle.
Il
sergente dirige la Willys in una piccola sterrata che sale verso un minuscolo
gruppo di case a mezza costa di una collina.
Arriva
al borgo, ferma il mezzo e scende imbracciando lo Sten.
Il
borgo è abbandonato. Il sergente fa un rapido giro di perlustrazione, poi va da
Betz.
-
Come va? - gli chiede.
Betz
ha cominciato a medicarsi la ferita alla coscia con il kit del pronto soccorso.
Il sangue esce copioso.
Il
sergente lo aiuta. Anche la ferita alla testa viene medicata.
-
Betz, la ferita alla coscia mi preoccupa. Ora entriamo in quella casa e
aspettiamo che faccia buio.
La
casa ha un grande portone. Vi entrano e si affacciano su un chiostro circondato
da un porticato.
-
E’ un piccolo convento - fa il sergente Tom - Qui in Italia sono tutte chiese,
conventi e monasteri.
Dallo
stato in cui versa, il convento dovrebbe essere stato abbandonato da diverso
tempo. La struttura è ancora integra, ma le finestre sono state sfondate e la
vegetazione cresce disordinatamente nel chiostro.
Al
centro del chiostro c’è un pozzo.
Il
sergente Tom vi si affaccia e vede che non è asciutto.
Aiuta
Betz ad entrare dentro un locale, lo adagia su un tavolaccio e lo copre con una
coperta.
Poi
torna alla Willys e comincia a scaricare le casse con l’oro. Le accatasta tutte
sotto il portico.
Entra
nel fabbricato e comincia un minuzioso giro di perlustrazione alla ricerca di
un posto dove poterle nascondere.
Al
pianterreno, in fondo ad un locale lungo e stretto trova una botola chiusa con
una pietra quadrata che ha un grosso anello di ferro incastrato al centro.
Prova a sollevarla, è pesante. Si aiuta con una spranga di ferro che trova in
un altro locale. Alla fine riesce ad alzare e scalzare la pietra dal suo
alloggiamento. All’interno si intravede una scalinata in pietra, stretta,
ripida e ricoperta di muschio. Tom prende la torcia e scende a controllare.
Dopo una decina di scalini in pietra la scala finisce e inizia uno stretto e
basso cunicolo in leggera discesa. Illuminandolo lo percorre in tutta la sua
lunghezza, un centinaio di metri, finché non arriva dentro al pozzo che aveva
visto nel cortile del chiostro, poco sopra al livello dell’acqua. Nota che ai
suoi piedi, un rigagnolo di acqua defluisce lentamente dentro alla riserva.
Tornando indietro controlla delle nicchie che aveva scorto nel cunicolo. La
prima, piccola, è uno stretto cunicolo da cui arriva l’acqua che poi sfocia nel
pozzo. La seconda è più ampia e immette
in una grotta abbastanza grande. Pochi metri dopo illumina nuovo cunicolo,
grande come quello che ha percorso, che prosegue in piano. Dopo una ventina di
metri il cunicolo si interrompe, è stato murato.
perfetto!
Con
molta attenzione, comincia a trasportare una cassa alla volta dentro la grotta.
Dopo
tre ore ha finito di nascondere tutte le casse con l’oro.
Si
accende una sigaretta e torna in superficie. Va a controllare Betz.
Lo
trova immobile, freddo e rigido. Una grossa chiazza di sangue sotto la sua
gamba ferita.
è morto dissanguato, povero Betz
Lo
avvolge nella coperta e se lo carica sulle spalle. Ritorna nel locale con la
botola e comincia a scendere le scale trascinando il corpo di Betz. A metà
scala scivola all’indietro e rotola insieme al cadavere. Arriva fin quasi
all’imbocco del cunicolo dove ha nascosto l’oro. Si rialza bestemmiando e
zoppicando. Prende il corpo di Betz e lo adagia nella grotta, vicino all’oro,
prelevandone la pistola. Poi, si ferma un attimo davanti a una pila di casse.
Ne apre una, prende una moneta d’oro e se la mette in tasca.
Esce
dal sottosuolo e richiude la botola con la grossa pietra.
Si
avvicina al pozzo, prende il revolver di Betz e se lo punta al polpaccio
sinistro. Tira il grilletto facendo una smorfia di dolore.
Butta
la pistola di Betz nel pozzo e si medica la ferita tamponando l’emorragia.
Zoppicando torna alla Willys e la mette in moto. Ingrana la marcia e parte:
direzione le linee amiche.
andiamo a fare il
ferito di guerra, fino alla fine della
guerra
nulla è come sembra…
Il saggio consigliere ORFEO |
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