E' luglio!
E come ogni luglio che si rispetti arriva qualche bisognoso a chiedere assistenza!
E' successo ieri pomeriggio mentre lasciavo la Colonia, terminato il "lavoro".
"Chi è quel gatto steso sul sentiero?" ho domandato alla Supplente "PANDOLFO?"
"No! PANDY (diminutivo affettuoso) sta qua!"
"Allora RENATINO, anche se non sembra tutto bianco!"
"Neppure, RENATINO (lui è povero, il diminutivo neppure ce l'ha!) è nella casetta a mangiare le crocchette!"
"Oh, cazzo! (di tristi e ripetute memorie)"
"Mi sa di sì!"
"Scusi, è lei il Signor Capo?"
Uno sgorbio bianco e grigio di piccola età, il classico avanzo di cucciolata casalinga regalato alla futura vita di bosco. Bruttarello, disarmonico, massimo 5 mesi di età, ma enorme, non grasso ma di notevole apparato scheletrico.
"Dove si prende il ticket pasto?"
Viene accolto dagli umani con gentilezza, dagli altri randagi con la curiosità di vedere se un'altra scatoletta viene aperta.
E' magro, assai, ma non affamato al punto di dimenticare il galateo. Accetta una scatoletta piccola, di quelle premium, tra la curiosità degli altri felini che dimostrano già di conoscerlo. E così dimostra tutta la sua grazia felina.
"Interessante questo paté!"
Si avvicinano gli altri randagi a controllare che abbia aperto una scatoletta di quelle conosciute, non una prelibatezza riservata alle grandi occasioni (leggi ritorno in Colonia dopo almeno 2 mesi di assenza).
Il novello abbandono (senza possibilità di errore) è sociale, per nulla spaventato dagli altri gatti (ancora non ha conosciuto la LELY, sicuramente) e provo a manipolarlo per sciogliere il dubbio principale.
"Alza la coda, brutto rospo!"
Tranquillizzati che non abbiamo una nuova bomba ad orologeria innescata in Colonia, passiamo ad un altro passo vitale dell'accoglienza: il nome!
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