Narra la leggenda che per un gattaro tutti i gatti sono uguali; è una cazzata.
Quando se ne vanno alcuni di loro ti scivolano via come pioggia, o perché non ci hai stretto un buon rapporto o perché non c'è stato tempo per stringerlo.
Altri, invece, ti rimangono piantati nel cuore come chiodi e li ricorderai nel tempo con affetto e un pizzico di commozione; PERONI è uno di questi.
La quintessenza della sfortuna: dopo più di 10 anni di onorata Colonia me lo sono portato alla Reggia, complice una terapia per un'infezione alle vie aere superiori, e perché cominciava a dare piccoli segni di logoramento.
Qualche anno di buona pensione con comodità a lui sconosciute erano il giusto premio per la sua condotta.
Ma il solito destino, sempre quello, ci ha voluto mettere lo zampino, maligno, dopo soli pochi mesi PERONI ha avuto un ictus che come un terremoto lo ha segnato nel fisico. Ancora un paio di mesi dove sembrava essersi ripreso un poco e un secondo ictus si è abbattuto come un cataclisma su di lui.
E' crollato, letteralmente, e in poco tempo si è trasformato in una larva di gatto, ma sempre cosciente ed attivo.
L'altro ieri gli ho fatto l'enorme regalo che aspettava: ho aperto la porta della mia camera e gli ho permesso di dormire sul mio lettone; l'ultimo regalo, destinato a pochi.
Ieri, in silenzio e con la profonda dignità felina si è lasciato andare via, non senza avermi salutato e credo ringraziato di tutto: le ultime testatine dal sapore amaro.
Da ieri ho un chiodo in più nel cuore, dopo TAZZA, MOSHE', ERNESTO, la NINNI, La SCEMINA, la PIMPI e troppi altri.
PERO, la pensione non sei riuscita a godertela ma rimarrai per l'eternità alla Reggia vicino a tanti altri nostri amici che nel tempo ci hanno lasciati, marcirai come gli altri, ma sarai per sempre un lucido chiodo nel mio cuore.
Salutami gli altri, PERO. Sei stato un grande!
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