lunedì 22 ottobre 2018

LA COLONIA TRISTE







 LA CUCCIA DEL CAPO  






Oggi permettetemi una digressione, sempre in tema felino però!
Stamattina mentre lasciavo la Colonia felina di Piscille, figlia adottiva della Colonia di Monte Malbe anche se sta dalla parte opposta della città, pensavo che quella era una Colonia triste.
Intendiamoci: non che una Colonia felina sia un posto allegro visto che è popolata esclusivamente da gatti che sono stati abbandonati dalla propria famiglia umana o randagi che hanno trovato un punto di appoggio dove poter reperire cibo o piccoli sfortunati recuperati da situazioni di pericolo e di cui non è stata possibile l'adozione ma comunque la vita dei componenti è tenuta a livelli dignitosi da volontari che si adoperano facendo quello che possono.
Sono giunto a questo amaro pensiero confrontando quella Colonia con pochi gatti che come punto di ritrovo della comunità hanno solo un piccolo spazio nascosto di cemento dove deposito il loro pasto e lascio i contenitori con l'acqua e le crocchette. Infatti quel gruppo di gatti non è definibile una comunità in senso stretto; ognuno se ne sta per fatti suoi nella propria zona e nel suo rifugio scelto per riposare tranquillamente. Non hanno la benché minima struttura a loro dedicata: cucce, angoli riparati attrezzati o altro. In poche parole si arrangiano da soli. Ben altra cosa rispetto alla Colonia del Monte dove infatti i gatti della colonia sono una vera e propria comunità e credo si siano pure strutturati socialmente e gerarchicamente da soli.
Non ho intenzione di strutturare la Colonia di Piscille con cucce o altro per il semplice fatto che è una Colonia che vorrei portare a termine, cioè estinguere con gli ultimi gatti rimasti, anche se per esperienza una Colonia non finisce mai. Per questo non ci sono piccoli in giro; appena ne vedo di abbandonati li stallo alla Reggia per le profilassi di rito e li trasferisco alla Colonia di Monte Malbe (UVETTA è uno dei casi). Non ci sono malati o gatti in difficoltà in quanto seguono lo stesso iter, rimanendo però poi alla Reggia (JAZZ, ARANCINO e CLODOVEO). Ora ho un dilemma: l'ultimo abbandonato, FULIGGINE, un maschio adulto arrivato chissà da dove, ancora diffidente e perennemente affamato, è un gatto visibilmente non a suo agio in quel posto ma si è adattato in virtù dell'umano che comunque tre volte a settimana gli porta di che nutrirsi.
E' ancora un gatto intero e sarei tentato, in occasione della prossima sterilizzazione, di compiere un gesto che non si dovrebbe MAI fare: spostarlo da una Colonia all'altra. A mio avviso FULLY non è un gatto che merita di marcire in quella Colonia vivendo nell'attesa del lunedì, mercoledì e venerdì ma inserito in un contesto più sociale e comunitario sicuramente abbandonerebbe le sue diffidenze e sarebbe seguito e nutrito adeguatamente. La soluzione migliore sarebbe trasferirlo alla Reggia e dargli sia la comunità e una casa, ma oramai alla Reggia sono in troppi e ho deciso che entrano solo i veramente bisognosi (vecchi, malati e disabili). Peccato che non possa spiegargli le mie intenzioni e sapere il suo punto di vista, mi risolverebbe tutti i problemi. Cercargli un'adozione la vedo la cosa più lontana: non è un gatto da inesperti o da divano, anche se bellissimo e rischiare di complicargli la vita è l'ultimo mio desiderio.
Comunque qualcosa devo studiare ché quello non è il posto che fa per lui.
E' una Colonia triste...

I pochi Gatti di Piscille

FULIGGINE, per gli amici FULLY



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