LA CUCCIA DEL CAPO
-Che c'ho da fa' con questo? - ho domandato stamattina al personale della ASL Veterinaria appoggiando sul tavolo un trasportino da gatto non obeso ripieno di un cucciolo di cane recuperato lungo una strada delle mie parti mentre schivava automobili e veniva abilmente schivato da un furgone.
Gli addetti si sono scambiati un'occhiata e sottovoce uno ha mormorato: -E' la giornata del "Che c'ho da fa'?"..
Non capendo ho raccontato del recupero e del sospetto che comunque il cane-salame fosse un cane di proprietà in quanto appena chiamato mi è corso incontro e sbavato dalle mani ai piedi: -Non penserete mica che con 40 gatti mi porti a casa 'sto salame?! - ho puntualizzato.
Il rilevatore ha trovato il chip e in breve (si fa per dire, visto che a Collestrada la connessione Internet è a molla a elastico) si è risaliti alla proprietaria (recidiva) che abita poco distante dal recupero. Il cane-salame si chiama ARTU'.
-Perfetto! - ho commentato, contento che il salamotto gioioso e sbavante non dovesse entrare dentro una delle gabbie del Canile Sanitario -Lo restituite voi, vero?!?
Firmato l'immancabile modulo (l'Italia si regge sui moduli da firmare e le informative sulla privacy) prima di tornare a fare quello che avrei dovuto fare stamattina ho chiesto ragguagli sul commento della "giornata del che c'ho da fare?"
-Poco fa è arrivata una gattara anziana che ci ha portato un cucciolo di cane di 60 giorni che le hanno abbandonato in colonia e lo ha depositato dicendo "Che c'ho da fa' con questo?"
Me ne sono andato soddisfatto ma perplesso: gattare e gattari usano lo stesso vocabolario.
ARTU' -Capo, non mi abbandonare! |
- Nessuno ha una pallina da tirarmi? |
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