sabato 9 aprile 2016

IL SOLARIUM LETTERARIO








DEBITI e PINELLE

(Le pinelle sono come i debiti; 
se ne hai troppe sono solo problemi)
di Autore Ignoto

- 3° capitolo -






Il Solarium è bagnato, le panchine sono fradice di pioggia, a terra ci sono pure pozzanghere; possibile che ogni sabato notte debba piovere e dobbiamo proseguire la lettura dentro la casetta con ZORRO che russa e PERONI che emette flautolenze da guerra chimica?
Questo nuovo romanzo porta sfiga…

3

alcuni giorni prima…

Stavo consumando il mio frugale pasto, composto da risotto ai quattro formaggi e caprese con mozzarella di bufala, sulla grande veranda di legno della mia nuova casa. La leggera e calda brezza proveniente da est mi faceva pensare che la sera sarebbe stato un tripudio di zanzare.
Portavo svogliatamente una forchettata di risotto alla bocca mentre sfogliavo il quotidiano per leggere qualche notizia interessante: non ce n’erano. La coda dell’occhio scorse un insolito movimento alla base dei due scalini della veranda. Alzai lentamente i globi oculari e vidi un gatto nero seduto in fondo agli stessi.
- Buongiorno! - commentai - Come mai da queste parti?
Mi rispose con un flebile miagolio.
Lo avevo già notato, giorni fa, mentre passavo con l’auto sul viale che porta a casa. Sentito il rumore della ghiaia sotto gli pneumatici si era infilato rapidamente in un cespuglio. Avevo  pensato a uno dei soliti animali selvatici che vivono o attraversano la grande striscia di pineta marittima dove sorge la mia dimora, presa in affitto per 99 anni dal Demanio dello Stato. Una casa e dieci ettari di pineta protetta a soli 250 euro al mese.
Era il frutto della mia trattativa con i Servizi Informativi. Una nuova residenza in affitto -lontano da Perugia- e l’impunità per due omicidi commessi tre anni fa per ritorsione a un grave torto subito. Il tutto in cambio di una decina di videocassette compromettenti per alcuni importanti personaggi della politica e dell’establishment italiano. Solo delle copie però; gli originali li conservo ben nascosti e ho riversato i loro contenuti in un sito Internet protetto, pronti ad essere disponibili alle maggiori agenzie stampa del pianeta  nel caso di una mia prematura e sospetta scomparsa.
Compreso nei 250 euro mensili ho pure un servizio di sorveglianza personale, molto discreto, svolto da un’ interessante biondina con la divisa del Corpo Forestale dello Stato (un po’ troppo discreta, secondo le mie aspettative).
- Mi spiace, qua non c’è trippa per gatti - replicai al nero felino, notando che il micio osservava attentamente il tragitto della forchetta dal piatto alla mia bocca.
Ebbi un’illuminazione.
- Aspetta là, forse…
Mi alzai dalla sedia e preparai su un vassoio di polistirolo un paio di cucchiaiate del mio risotto e due fette di mozzarella sbriciolate.
se ti accontenti…
Mi avvicinai all’ospite, con l’improvvisato piatto in mano, ma quello indietreggiò senza scappare.
non si fida
Appoggiai il vassoio ai piedi degli scalini e tornai seduto a tavola. Mentre continuavo a leggere del possibile tracollo della Grecia scorsi il micio, con passo lento e guardingo, avvicinarsi all’inaspettato spuntino. Appena raggiunto, con un occhio al cibo e uno fisso su di me, iniziò a mangiare.
- Sai – dissi - una volta anch’io avevo un gatto. Rosso, a pelo lungo, splendido, ma… sono ricordi di un’altra vita.
Alzai gli occhi per controllarlo e mi accorsi che il vassoio era vuoto e il gatto sparito. Scomparso come un fantasma.
meglio così
Il pomeriggio mi dovetti violentare. Andai in paese, a Marina, a fare un po’ di scorta di provviste alimentari.
Al piccolo supermercato, mentre appoggiavo nel carrello due confezioni di pomodorini secchi sott’olio, mi trovai davanti allo scaffale di cibo per animali.
se tornasse?
Automaticamente afferrai un paio di barattoli di bocconcini di infima marca e una confezione piccola di crocchette per gatti. Appena afferrata la scatola di cartone venni assalito da una valanga di ricordi che riuscii subito a scansare.
Non avrei voluto un altro gatto in casa; ma il fatto di avergli comprato del cibo contrastava con la mia volontà.
L’indomani, all’ora di pranzo e nella stessa posizione, il gatto si materializzò di nuovo.
Feci finta di non vederlo e sorrisi dentro di me. Il solito debole miagolio mi avvisò della sua presenza.
- Buongiorno! Oggi il menù è più indicato per un gattone come te! - dissi con tono rassicurante.
Passai in cucina e versai, su due piatti di carta, bocconcini e crocchette. In una vecchia ciotola di plastica misi dell’acqua. Lentamente mi avvicinai, carico come il cameriere di una pizzeria, al micio che indietreggiò, come consueto, di una decina di metri. Appoggiato il tutto al solito posto tornai alla lettura del mio quotidiano.
la Grecia non è ancora fallita
Sentii il rumore dei denti del felino che rompevano le crocchette e decisi di fare un po’ di conversazione.
- Da dove arrivi? - chiesi.
La risposta fu un miagolio, differente dagli altri, non un miagolio di richiesta; bensì di ringraziamento.
mi sto rincoglionendo
Spazzolati i due piatti, il nuovo amico bevve un po’ di acqua e, con passo pigro, tornò nella pineta.
Anche a cena ero seduto in veranda, senza giornale, però. Lo sostituiva un noir di uno scrittore italiano che non avevo mai considerato.
a proposito di noir…
Il micio nero era di nuovo alla base degli scalini.
- Bel vizio hai preso! - lo rimproverai e andai a prendergli la cena.
Per altri tre giorni si ripeté il tacito appuntamento, a pranzo e a cena.
Una sera che avevo voglia di andare a farmi una pizza a Marina (in un localino sulla spiaggia che consiglio vivamente) decisi di non lasciare digiuno il coinquilino. Gli preparai i due piatti e li lasciai al solito posto. Quando tornai, a notte inoltrata, controllai subito se l’amico fosse venuto: i piatti erano vuoti.
Il giorno dopo, solito pranzo in veranda. Quel fine settembre ci stava regalando delle giornate splendide. I due piatti erano già pronti in cucina, in attesa di essere depositati nell’abituale posto.
Vidi il gatto sbucare dalla pineta e avvicinarsi a casa. Fece  cinque metri poi si fermò. Lo osservai con sguardo interrogato. Emise un altro miagolio, ancora differente dagli altri; quasi un richiamo.
dovrò decidermi a farmi vedere da qualcuno
Osservai incuriosito la scena. Da un cespuglio, ai margini della pineta, uscirono due esserini tigrati e pelosi. Sbarrai gli occhi mentre il micio grande emetteva ancora quel nuovo miagolio. Dallo stesso posto sbucò un altro esserino peloso, stavolta bianco con chiazze di pelo nere e arancioni. Tutti e tre si unirono al micio nero, che cominciai a considerare un micio femmina. Si avvicinarono al miagolatore verso la base della veranda. Ma, ancora dal cespuglio, uscì un’altra palletta pelosa e tigrata che corse verso il gruppo.
o cazzo!
- Hai portato i parenti? - chiesi al mio amico, alzandomi.
Presi i piatti col loro cibo e li depositai dove lui -anzi lei- li aspettava. Tornai seduto e osservai la scena. Il felino (almeno non avevo problemi di genere maschile o femminile) rimase fermo, seduto a guardarmi, mentre i quattro piccoli pulciosi si tuffavano dentro al piatto dei bocconcini.
Houston… abbiamo un problema
Finiti i bocconcini cominciarono ad avventarsi sulle crocchette, forse un po’ troppo grandi per le loro giovani dentature. Sempre seguito dallo sguardo del felino nero tornai in cucina e preparai un altro piatto di bocconcini.
Quando lo portai vicino agli altri due la micia (oramai avevo deciso) indietreggiò come al solito, seguita da tre dei quattro piccoli. Uno rimase a guardarmi incuriosito sul primo scalino della veranda. Appoggiai il piatto a terra e, con la punta delle dita, lo sfiorai sulla coda. Si voltò di scatto, mi soffiò e scappò come un fulmine dalla mamma.
Passai tutto il pomeriggio pensando come risolvere questa nuova inaspettata situazione e quando, a cena, la famigliola si ripresentò compatta al desco presi la solenne decisione.
E il telefonino in mano.
- Serena, scusa, sono Andrea… - dopo i saluti e i soliti rituali le illustrai il problema.
Serena è la mia amica di Perugia. Amica, confidente e protettrice (oramai). Ha una passione per i gatti ed è la presidentessa di una grande associazione animalista che si occupa della prevenzione del randagismo felino e della cura e sostentamento dei gatti di strada.
- Capisci, ora sono cinque, domani dieci, venti, trenta, non so… e sono pure selvatici! Non si fanno toccare!
- Non ti preoccupare - disse in tono rassicurante - due telefonate e ti risolvo il problema. Considerati in debito con me.
- Come sempre - le risposi.
- Comunque – proseguì - ai gattini non dare i bocconcini. Compra loro qualche omogeneizzato e le crocchette per i piccoli.
Chiudemmo la conversazione dopo un’altra mezz’ora di pettegolezzi vari e andai a dormire decisamente più tranquillo.

PERONI sul Solarium controlla l'arrivo di nuove perturbazioni

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