DEBITI e PINELLE
(Le pinelle sono come i debiti;
se ne hai troppe sono solo problemi)
di Autore Ignoto
- 3° capitolo -
Il Solarium è bagnato, le panchine sono fradice di pioggia, a terra ci
sono pure pozzanghere; possibile che ogni sabato notte debba piovere e dobbiamo
proseguire la lettura dentro la casetta con ZORRO che russa e PERONI che emette
flautolenze da guerra chimica?
Questo nuovo romanzo porta sfiga…
3
alcuni
giorni prima…
Stavo consumando il mio frugale pasto,
composto da risotto ai quattro formaggi e caprese con mozzarella di bufala,
sulla grande veranda di legno della mia nuova casa. La leggera e calda brezza
proveniente da est mi faceva pensare che la sera sarebbe stato un tripudio di
zanzare.
Portavo svogliatamente una forchettata di risotto
alla bocca mentre sfogliavo il quotidiano per leggere qualche notizia
interessante: non ce n’erano. La coda dell’occhio scorse un insolito movimento
alla base dei due scalini della veranda. Alzai lentamente i globi oculari e
vidi un gatto nero seduto in fondo agli stessi.
- Buongiorno! - commentai - Come mai da
queste parti?
Mi rispose con un flebile miagolio.
Lo avevo già notato, giorni fa, mentre
passavo con l’auto sul viale che porta a casa. Sentito il rumore della ghiaia
sotto gli pneumatici si era infilato rapidamente in un cespuglio. Avevo pensato a uno dei soliti animali selvatici
che vivono o attraversano la grande striscia di pineta marittima dove sorge la
mia dimora, presa in affitto per 99 anni dal Demanio dello Stato. Una casa e
dieci ettari di pineta protetta a soli 250 euro al mese.
Era il frutto della mia trattativa con i
Servizi Informativi. Una nuova residenza in affitto -lontano da Perugia- e
l’impunità per due omicidi commessi tre anni fa per ritorsione a un grave torto
subito. Il tutto in cambio di una decina di videocassette compromettenti per
alcuni importanti personaggi della politica e dell’establishment italiano. Solo
delle copie però; gli originali li conservo ben nascosti e ho riversato i loro contenuti
in un sito Internet protetto, pronti ad essere disponibili alle maggiori
agenzie stampa del pianeta nel caso di
una mia prematura e sospetta scomparsa.
Compreso nei 250 euro mensili ho pure un servizio
di sorveglianza personale, molto discreto, svolto da un’ interessante biondina
con la divisa del Corpo Forestale dello Stato (un po’ troppo discreta, secondo
le mie aspettative).
- Mi spiace, qua non c’è trippa per gatti -
replicai al nero felino, notando che il micio osservava attentamente il
tragitto della forchetta dal piatto alla mia bocca.
Ebbi un’illuminazione.
- Aspetta là, forse…
Mi alzai dalla sedia e preparai su un vassoio
di polistirolo un paio di cucchiaiate del mio risotto e due fette di mozzarella
sbriciolate.
se ti
accontenti…
Mi avvicinai all’ospite, con l’improvvisato
piatto in mano, ma quello indietreggiò senza scappare.
non si
fida
Appoggiai il vassoio ai piedi degli scalini e
tornai seduto a tavola. Mentre continuavo a leggere del possibile tracollo
della Grecia scorsi il micio, con passo lento e guardingo, avvicinarsi all’inaspettato
spuntino. Appena raggiunto, con un occhio al cibo e uno fisso su di me, iniziò
a mangiare.
- Sai – dissi - una volta anch’io avevo un
gatto. Rosso, a pelo lungo, splendido, ma… sono ricordi di un’altra vita.
Alzai gli occhi per controllarlo e mi accorsi
che il vassoio era vuoto e il gatto sparito. Scomparso come un fantasma.
meglio
così
Il pomeriggio mi dovetti violentare. Andai in
paese, a Marina, a fare un po’ di scorta di provviste alimentari.
Al piccolo supermercato, mentre appoggiavo
nel carrello due confezioni di pomodorini secchi sott’olio, mi trovai davanti
allo scaffale di cibo per animali.
se
tornasse?
Automaticamente afferrai un paio di barattoli
di bocconcini di infima marca e una confezione piccola di crocchette per gatti.
Appena afferrata la scatola di cartone venni assalito da una valanga di ricordi
che riuscii subito a scansare.
Non avrei voluto un altro gatto in casa; ma
il fatto di avergli comprato del cibo contrastava con la mia volontà.
L’indomani, all’ora di pranzo e nella stessa
posizione, il gatto si materializzò di nuovo.
Feci finta di non vederlo e sorrisi dentro di
me. Il solito debole miagolio mi avvisò della sua presenza.
- Buongiorno! Oggi il menù è più indicato per
un gattone come te! - dissi con tono rassicurante.
Passai in cucina e versai, su due piatti di carta,
bocconcini e crocchette. In una vecchia ciotola di plastica misi dell’acqua.
Lentamente mi avvicinai, carico come il cameriere di una pizzeria, al micio che
indietreggiò, come consueto, di una decina di metri. Appoggiato il tutto al
solito posto tornai alla lettura del mio quotidiano.
la
Grecia non è ancora fallita
Sentii il rumore dei denti del felino che
rompevano le crocchette e decisi di fare un po’ di conversazione.
- Da dove arrivi? - chiesi.
La risposta fu un miagolio, differente dagli
altri, non un miagolio di richiesta; bensì di ringraziamento.
mi sto
rincoglionendo
Spazzolati i due piatti, il nuovo amico bevve
un po’ di acqua e, con passo pigro, tornò nella pineta.
Anche a cena ero seduto in veranda, senza
giornale, però. Lo sostituiva un noir di uno scrittore italiano che non avevo
mai considerato.
a
proposito di noir…
Il micio nero era di nuovo alla base degli
scalini.
- Bel vizio hai preso! - lo rimproverai e
andai a prendergli la cena.
Per altri tre giorni si ripeté il tacito
appuntamento, a pranzo e a cena.
Una sera che avevo voglia di andare a farmi
una pizza a Marina (in un localino sulla spiaggia che consiglio vivamente)
decisi di non lasciare digiuno il coinquilino. Gli preparai i due piatti e li
lasciai al solito posto. Quando tornai, a notte inoltrata, controllai subito se
l’amico fosse venuto: i piatti erano vuoti.
Il giorno dopo, solito pranzo in veranda.
Quel fine settembre ci stava regalando delle giornate splendide. I due piatti
erano già pronti in cucina, in attesa di essere depositati nell’abituale posto.
Vidi il gatto sbucare dalla pineta e avvicinarsi
a casa. Fece cinque metri poi si fermò.
Lo osservai con sguardo interrogato. Emise un altro miagolio, ancora differente
dagli altri; quasi un richiamo.
dovrò
decidermi a farmi vedere da qualcuno
Osservai incuriosito la scena. Da un
cespuglio, ai margini della pineta, uscirono due esserini tigrati e pelosi.
Sbarrai gli occhi mentre il micio grande emetteva ancora quel nuovo miagolio.
Dallo stesso posto sbucò un altro esserino peloso, stavolta bianco con chiazze
di pelo nere e arancioni. Tutti e tre si unirono al micio nero, che cominciai a
considerare un micio femmina. Si avvicinarono al miagolatore verso la base
della veranda. Ma, ancora dal cespuglio, uscì un’altra palletta pelosa e
tigrata che corse verso il gruppo.
o
cazzo!
- Hai portato i parenti? - chiesi al mio
amico, alzandomi.
Presi i piatti col loro cibo e li depositai
dove lui -anzi lei- li aspettava. Tornai seduto e osservai la scena. Il felino (almeno
non avevo problemi di genere maschile o femminile) rimase fermo, seduto a
guardarmi, mentre i quattro piccoli pulciosi si tuffavano dentro al piatto dei
bocconcini.
Houston…
abbiamo un problema
Finiti i bocconcini cominciarono ad
avventarsi sulle crocchette, forse un po’ troppo grandi per le loro giovani
dentature. Sempre seguito dallo sguardo del felino nero tornai in cucina e
preparai un altro piatto di bocconcini.
Quando lo portai vicino agli altri due la
micia (oramai avevo deciso) indietreggiò come al solito, seguita da tre dei
quattro piccoli. Uno rimase a guardarmi incuriosito sul primo scalino della
veranda. Appoggiai il piatto a terra e, con la punta delle dita, lo sfiorai
sulla coda. Si voltò di scatto, mi soffiò e scappò come un fulmine dalla mamma.
Passai tutto il pomeriggio pensando come
risolvere questa nuova inaspettata situazione e quando, a cena, la famigliola
si ripresentò compatta al desco presi la solenne decisione.
E il telefonino in mano.
- Serena, scusa, sono Andrea… - dopo i saluti
e i soliti rituali le illustrai il problema.
Serena è la mia amica di Perugia. Amica,
confidente e protettrice (oramai). Ha una passione per i gatti ed è la
presidentessa di una grande associazione animalista che si occupa della
prevenzione del randagismo felino e della cura e sostentamento dei gatti di
strada.
- Capisci, ora sono cinque, domani dieci,
venti, trenta, non so… e sono pure selvatici! Non si fanno toccare!
- Non ti preoccupare - disse in tono rassicurante
- due telefonate e ti risolvo il problema. Considerati in debito con me.
- Come sempre - le risposi.
- Comunque – proseguì - ai gattini non dare i
bocconcini. Compra loro qualche omogeneizzato e le crocchette per i piccoli.
Chiudemmo la conversazione dopo un’altra mezz’ora
di pettegolezzi vari e andai a dormire decisamente più tranquillo.
PERONI sul Solarium controlla l'arrivo di nuove perturbazioni |
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