domenica 5 aprile 2015

STORIA DELLA COLONIA





LA NURSERY



Continuarono ad arrivare piccoli abbandonati, fu un anno tremendo. Dopo i due pelosetti ne arrivarono altri tre, poi un altro ancora, un paio dopo, e pure un’infornata di sei!
Su questa infornata di sei, che poi erano otto torneremo la prossima volta: il loro arrivo merita una puntata a parte, forse anche due!
Comunque, ogni volta il Capo prendeva questi piccoli, li ingabbiava e se li portava via tra la perplessità dei randagi adulti della Colonia.
Furono fatte diverse e macabre congetture: il Capo se li mangiava quando organizzava cene con gli amici alla Reggia, li rivendeva ai cinesi, li contrabbandava per la sperimentazione animale (vivisezione). Eravamo tutti preoccupati e pronti ad abbandonare la Colonia appena il Capo avesse ingabbiato anche uno di noi adulti. Ma non accadde.
Fu PAPERINO, che capitò alla Colonia nei suoi vagabondaggi, a spiegarci cosa succedeva a quei gattini.
- Il Capo ha istituito una nursery alla Reggia. Viaggia sempre con scatolette, biberon e giochi vari in mano. La mattina deve svegliarsi alle 5 per poter accudire tutti. E’ prossimo all’esaurimento nervoso.
- Cosa è una nursery? – domandò ERNESTO.
- Un luogo dove stanno solo gattini in attesa del loro svezzamento e della vaccinazione. Vedrete che appena vaccinati il Capo li porterà su – rispose EMILIA.
- L’ha organizzata alla Reggia bis – proseguì PAPERINO – nella mansarda ancora da completare. Ha messo in sicurezza finestre, chiuso il varco di ingresso e i piccoli hanno 60 metriquadri per correre e scorrazzare liberamente. Adesso sono 12, no 13! Forse 14, o 15.
Erano 16.
16 piccoli mostriciattoli pelosi dal mese e mezzo ai tre di età. I primi due arrivati, OMBRA e ARADAM,  erano stati felicemente adottati, degli altri non interessava niente a nessuno.
Facevano un casino della madonna e il Capo si incazzava sempre perché ne aveva costantemente un paio sopra i piedi e altri due aggrappati alle sue cosce ignude. Cacavano e pisciavano in continuazione e, alle 5,01 della mattina, se il Capo ancora non era andato a nutrirli, iniziavano a strillare come aquile.
Una vita d’inferno; alla Reggia viaggiavano scatole di antidepressivi come fossero state scatolette di Gourmet Gold (al pollo) e il Capo aveva già deciso di suicidarsi sotto al primo treno che sarebbe transitato vicino alla Colonia felina di Piscille, altra sua tappa trisettimanale per non annoiarsi. Non lo fece, si limitò ad arricchire le multinazionali farmaceutiche.
Il proverbio dice che: “Non c’è 16 senza 17!”
E arrivò anche il N°17. CASTROL, una piccola belva tirata via dal motore di un’auto, che spolpò la mano destra del Capo quando cercò di acchiapparlo.
Fu sbattuto senza tanti complimenti nella nursery, insieme alla sua tigna, non diagnosticata.
Risultato: dopo venti giorni 17 gattini tignosi con conseguente terapia a base di costosissimo Itrafungol e tabelle per ricordarsi a chi darlo e quando. Tutte le vaccinazioni e i richiami furono sospesi per un mese e mezzo, conseguentemente anche il ritorno in Colonia.
Il nostro umano cominciò a darsi all’alcool e alle droghe sintetiche.
Finalmente venne il grande giorno, o meglio, la grande settimana dello sbarco in Colonia. A gruppetti di tre, quattro per volta il Capo li portò su, cominciando dai più svegli ed affiatati. Dopo alcuni giorni perdemmo subito SARACCA, sbranata dal solito cane col padrone idiota. Diversi furono adottati, alcuni rimasero, tra cui l’untore CASTROL che non era perfettamente socializzato. Una di queste gattine, ROMEA, sorella di SARACCA venne adottata e riportata subito indietro in quanto ingestibile. (?)
Il Capo prese le sue disgrazie a cuore e la adottò portandola alla Reggia.
Ora ROMEA è la sua preferita ed anche l’unica dei gattini della nursery rimasti a Monte Malbe in vita.

Il primo scaglione dei componenti della nursery - Maggio 2008
Il Capo mentre viene sbranato dai piccoli mostri


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