LA NURSERY
Continuarono ad arrivare
piccoli abbandonati, fu un anno tremendo. Dopo i due pelosetti ne arrivarono
altri tre, poi un altro ancora, un paio dopo, e pure un’infornata di sei!
Su questa infornata di sei, che
poi erano otto torneremo la prossima volta: il loro arrivo merita una puntata a
parte, forse anche due!
Comunque, ogni volta il Capo
prendeva questi piccoli, li ingabbiava e se li portava via tra la perplessità
dei randagi adulti della Colonia.
Furono fatte diverse e macabre
congetture: il Capo se li mangiava quando organizzava cene con gli amici alla
Reggia, li rivendeva ai cinesi, li contrabbandava per la sperimentazione
animale (vivisezione). Eravamo tutti preoccupati e pronti ad abbandonare la
Colonia appena il Capo avesse ingabbiato anche uno di noi adulti. Ma non
accadde.
Fu PAPERINO, che capitò alla
Colonia nei suoi vagabondaggi, a spiegarci cosa succedeva a quei gattini.
- Il Capo ha istituito una
nursery alla Reggia. Viaggia sempre con scatolette, biberon e giochi vari in
mano. La mattina deve svegliarsi alle 5 per poter accudire tutti. E’ prossimo all’esaurimento nervoso.
- Cosa è una nursery? – domandò
ERNESTO.
- Un luogo dove stanno solo
gattini in attesa del loro svezzamento e della vaccinazione. Vedrete che appena
vaccinati il Capo li porterà su – rispose EMILIA.
- L’ha organizzata alla Reggia
bis – proseguì PAPERINO – nella mansarda ancora da completare. Ha messo in
sicurezza finestre, chiuso il varco di ingresso e i piccoli hanno 60
metriquadri per correre e scorrazzare liberamente. Adesso sono 12, no 13! Forse
14, o 15.
Erano 16.
16 piccoli mostriciattoli
pelosi dal mese e mezzo ai tre di età. I primi due arrivati, OMBRA e
ARADAM, erano stati felicemente
adottati, degli altri non interessava niente a nessuno.
Facevano un casino della
madonna e il Capo si incazzava sempre perché ne aveva costantemente un paio
sopra i piedi e altri due aggrappati alle sue cosce ignude. Cacavano e
pisciavano in continuazione e, alle 5,01 della mattina, se il Capo ancora non
era andato a nutrirli, iniziavano a strillare come aquile.
Una vita d’inferno; alla Reggia
viaggiavano scatole di antidepressivi come fossero state scatolette di Gourmet
Gold (al pollo) e il Capo aveva già deciso di suicidarsi sotto al primo treno
che sarebbe transitato vicino alla Colonia felina di Piscille, altra sua tappa
trisettimanale per non annoiarsi. Non lo fece, si limitò ad arricchire le
multinazionali farmaceutiche.
Il proverbio dice che: “Non c’è
16 senza 17!”
E arrivò anche il N°17.
CASTROL, una piccola belva tirata via dal motore di un’auto, che spolpò la mano
destra del Capo quando cercò di acchiapparlo.
Fu sbattuto senza tanti
complimenti nella nursery, insieme alla sua tigna, non diagnosticata.
Risultato: dopo venti giorni 17
gattini tignosi con conseguente terapia a base di costosissimo Itrafungol e tabelle
per ricordarsi a chi darlo e quando. Tutte le vaccinazioni e i richiami furono
sospesi per un mese e mezzo, conseguentemente anche il ritorno in Colonia.
Il nostro umano cominciò a
darsi all’alcool e alle droghe sintetiche.
Finalmente venne il grande
giorno, o meglio, la grande settimana dello sbarco in Colonia. A gruppetti di
tre, quattro per volta il Capo li portò su, cominciando dai più svegli ed
affiatati. Dopo alcuni giorni perdemmo subito SARACCA, sbranata dal solito cane
col padrone idiota. Diversi furono adottati, alcuni rimasero, tra cui l’untore
CASTROL che non era perfettamente socializzato. Una di queste gattine, ROMEA,
sorella di SARACCA venne adottata e riportata subito indietro in quanto
ingestibile. (?)
Il Capo prese le sue disgrazie
a cuore e la adottò portandola alla Reggia.
Ora ROMEA è la sua preferita ed
anche l’unica dei gattini della nursery rimasti a Monte Malbe in vita.
Il primo scaglione dei componenti della nursery - Maggio 2008 |
Il Capo mentre viene sbranato dai piccoli mostri |
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