NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell' Eco
(e l'ignoto gattaro)
9a puntata
La notizia è rimbalzata come una pallina da flipper per
tutto Monte Malbe.
Lo hanno bannato!
Forse va in galera!
(era ora…)
No! No! Dice che gli
strappano solo le unghie dei piedi con le tenaglie!
Era un così bravo
ragazzo…
Ma ora: chi ci porterà
da mangiare?
L’ultima esternazione ha riportato alla cruda realtà I gatti
di Monte Malbe e i numerosi portoghesi che banchettano a spese delle finanze
del Capo.
Il Capo sembra tranquillo, ma non lo è; si strappa a morsi
le unghie delle dita della mano sinistra, la destra serve per aprire le
scatolette, riesce a fumare tra le 97 e le 112 sigarette al giorno, ha la
borraccia da cacciatore piena di fumante caffè corretto al Varnelli e ogni
tanto ne tracanna un sorso.
L’ha presa male: non ama le pugnalate alle spalle, anche se
comincia, suo malgrado, a farci il callo.
In qualità di Capocolonia pro tempore e fedele amico, nonché
novello lettore ufficiale alla platea del Solarium del romanzo “Nulla è come
sembra…” sento il dovere di consolarlo un poco.
- Capo, non ti preoccupare. Sii superiore a simili
meschinerie. Non ti affliggere per così poco!
- Zitto BAIOCCO! – risponde imperioso davanti alla carta
stradale dell’Umbria aperta sopra la panchina – Raccordo Terni – Orte, quante
stazione di servizio con bagni maschili vedi?
Gliele indico: sono una decina.
- Ancora? – commenta LITTORINA, mia preziosa spalla destra.
- Sì! – risponde con gli occhi spiritati – Ancora! Funziona
sempre!
Ci risiamo: ha deciso di punire l’incauta pugnalatrice di
spalle altrui con uno dei suoi più malefici atti vendicativi. Esporre in bella
mostra il numero telefonico della vigliacca in tutti i bagni maschili degli
Autogrill sparsi per l’Umbria con doviziosi particolari non riportabili in
questo loco, pena la cancellazione pure del Blog.
Alzo le spalle e lo lascio al suo sporco lavoro di
censimento di cessi per camionisti e proseguo la lettura del nostro romanzo al
posto del pensionato TAZZA.
9)
Dal suo
interno cade una fotografia.
Serena
e un giovane ragazzo, abbracciati e sorridenti sullo sfondo di Carpaneta.
Sono
visibilmente felici, lui è alto, magro, rosso di capelli, bruttino, secondo me,
e ha una particolarità. Sorridendo scopre l’incisivo sinistro spezzato
diagonalmente.
Sul
retro c’è la data dell’anno scorso e i nomi Serena e Alessandro.
era questo il nuovo boy di Serena? sempre
giovani se li sceglie, a parte Giorgio
Non la
rimetto nel libro, la nascondo dentro un armadio, non so per quale motivo,
seguo l’istinto.
Nel
pomeriggio ricevo quattro SMS da Vanessa, rispondo volentieri e cominciamo a
dialogare via etere.
Prima
di uscire controllo la posta elettronica. Vanessa mi ha inviato pure una mail.
Ciao!
Se domattina hai dieci minuti chiamami
che prendiamo un caffè insieme.
Sarò in giro per Perugia a lavorare.
Vanessa… un bacio
Mi si
fa la bocca dolce, rispondo subito.
Certamente che ti chiamo!
Non mi scappi!
A domattina.
Andrea… bagio
La sera
sono a cena con Oleg in un ristorante fuori Perugia.
- Ho un
caso delicato per le mani - esordisce - Presunto tradimento della moglie del
socio di maggioranza di una grossa industria toscana con l’altro socio. Il
marito cornuto vuole prove del tradimento e, soprattutto, del fatto che stiano
pensando di farlo fuori e prendersi tutta l’azienda. Ho già raccolto dei dati,
pochi per la verità, e mi occorrerebbe il tuo parere da specialista.
- Non
sono specialista in corna - rispondo - Posso dare un’occhiata e dire la mia, da
comune mortale, nulla di più.
- Da
comune mortale cornuto o che mette le corna al prossimo? - replica col sorriso.
- Chi
non ha avuto le corna o fatto cornuto qualcuno? - la mia risposta, ma la sua
affermazione mi ha allertato.
Il
discorso finisce qui e comincia quello che gli preme di più. Sta cercando un
socio che si sappia muovere da solo e gli permetta di valutare le indagini che
svolge, sotto altri punti di vista. Mi ribadisce che sarei la persona giusta e
che potrei dedicarci parte del tempo libero di cui dispongo.
-
Coinvolgi Gabriella! - la mia risposta - Almeno nelle valutazioni.
Mi
risponde con poche parole e uno sguardo duro.
- Siamo
dalla parte opposta della barricata, non posso passarle le mie informazioni.
Ricordati che io entro in campo dove la Polizia fallisce o latita.
-
Eppure pensavo che ci fosse molta confidenza tra voi - replico - confidenza
lavorativa.
Ancora
un sorriso che nasconde qualche disagio e una ferma affermazione.
-
Voglio un uomo come socio.
-
Perché?
- Mi
fido più degli uomini.
- Mi
spiace, ora come ora, non sono disponibile.
-
Perché? Cosa hai da fare?
ecco dove vuole arrivare!!
- Nulla
di importante, solo riorganizzare da zero la mia vita e decidere se rimanere qua
o tornarmene in Sudamerica.
- Si
possono fare pettegolezzi, stasera? - gli chiedo.
Si
illumina - Certamente! Sono la mia specialità!
-
Parlami della relazione che ha avuto ultimamente Serena, quel che ne sai.
Ha un
malcelato sussulto.
- Ne so
poco, quel ragazzo l’ho visto solo una volta. Serena non ne ha mai parlato,
almeno con me.
-
Perché la relazione è fallita? Almeno ufficialmente.
-
Sembra… sembra che lui non si fosse comportato bene con Serena. Ma altro non
so.
- Aveva
un’altra?
- Non
lo so. Serena è molto riservata della sua vita privata.
- Che
impressione ti ha fatto questo ragazzo?
-
Troppo giovane ed immaturo per lei. Serena si merita di più. Perché queste
curiosità?
- Ho
trovato Serena molto cambiata da come era tre anni fa. Mi piacerebbe capire
cosa sia successo.
- Non
posso aiutarti. Andiamocene, ti vorrei portare in un locale.
La
serata finisce con una sorpresa, gradita. Oleg propone di finire la serata in
un locale che, saltuariamente frequenta, la famigerata ‘Luna’.
Accetto
volentieri, anche per togliermi, finalmente, una grande curiosità.
La
sorpresa è doppia. Trovo Domiziana e Agata sedute ad un tavolo.
Ci uniamo
a loro e dai discorsi ho la conferma che Oleg è una checca e che Domi e Agata
mi hanno raccontato una bugia riguardo alle loro serate.
perché?
Un’altra
curiosità che mi balza agli occhi è che Oleg, Domiziana e Agata si conoscono.
Ipotizzo
per il fatto che frequentino la ‘Luna’.
Già che
ci sono continuo le mie indagini
indagini? perché cazzo le chiamo così?
semplici curiosità…
… le
mie semplici curiosità su Serena. Ma, sia Domiziana che Agata, non possono, o
vogliono, dirmi nulla. Opto per il possono. Tra Serena e Domiziana non c’era
amicizia né confidenza.
Archivio
le mie seghe mentali quando Agata mi presenta un paio di amiche.
Splendide,
ma con due difetti, una è lesbica, l’altra ha il pisello tra le gambe.
eh… siamo alla ‘Luna’
Me ne
torno a casa, anzi, a Carpaneta, che è quasi l’alba. Lascio il telefonino
acceso e un SMS mi sveglia alle 9 del mattino. E’ Vanessa.
Ben alzato!
Ti aspetto alle 11 al Caffè Etrusco.
Vanessa
Faccio
la doccia e scendo da Serena. Mi attende, mi prepara la colazione e capisco che
ha voglia di parlare.
- E’arrivato
il nullaosta della Soprintendenza dei beni Culturali per la messa in sicurezza
della tua casa. Terminate le ultime pratiche l’impresa comincia i lavori.
Vorrei mostrarti il progetto per la ristrutturazione.
- Volentieri
- replico - Ma preferirei vedere il preventivo di spesa, prima.
- Ho
pure quello.
- Ti
dispiace se controlliamo il tutto nel pomeriggio? Oggi vorrei andare in banca a
vedere in che condizioni sta il mio conto corrente.
- Non
ti preoccupare per i soldi - mi rassicura - Ci stanno e c’è pure una proposta
che ti vorrei fare.
- Nel
pomeriggio - la interrompo e me ne vado.
Mentre
sono in viaggio per Perugia arriva un altro SMS. Ancora Vanessa.
Ciao!
Indovina cosa mi sono messa stamattina.
Vanessa.
Aggrotto
la fronte.
che
cazzo ne so! io spero solo che quello che hai addosso te lo togli alla svelta!
Cambio
le regole del gioco. La chiamo. Risponde ma mi stoppa subito.
-
Scusami, sono con un cliente. Ti richiamo dopo. Ciao.
Arrivo
al Caffè Etrusco e la aspetto qualche minuto.
Come
arriva mi dice - Scusami, ma ho un imprevisto, posso fermarmi solo una decina
di minuti.
pazienza
Mentre
ci prendiamo il caffè la osservo attentamente, è sempre bellissima, indossa un
abito sintetico colorato con la gonna svolazzante , poco sopra al ginocchio, e
che le mette in mostra due belle tette. Sopra indossa un giacchetto scuro.
Osservo le scarpe, eleganti con un alto tacco affusolato.
- Cosa
dovrei immaginare che ti sei messa?
Sorride
- Immagina. Immagina qualcosa che piace tanto ai maschietti. Viaggia con la
mente e i sensi.
La
osservo di nuovo ma non noto nulla di particolarmente interessante per un
maschietto, se non lei.
- Ti ho
detto immagina. Non si vede, o meglio, la visione è destinata a pochi.
Quando
vede che non capisco si solleva lentamente un lembo della gonna e mi mostra una
gamba fasciata da una calza di seta tenuta da un reggicalze in tinta col
vestito.
Ho un
sussulto, anche il mio pisello ha un sussulto.
- Sei
sicura di poterti fermare solo qualche minuto? Facciamo finta che sono io
l’imprevisto.
- Lo
sapevo che ti sarebbe piaciuto. Li metto spesso i reggicalze, sai. Qualche
volta anche le autoreggenti, ma sono un po’ scomode.
- Sei
prenotata per un defilé per il sottoscritto.
- Sarà
fatto - risponde soddisfatta - Ora scappo che sono in ritardo.
Rimango
solo con il mio caffè e mille pensieri peccaminosi.
questa vuole farmi morire
Decido
di mandarle un SMS.
Non puoi lanciare il sasso e nascondere la
mano.
Decidi dove andiamo a cena, stasera.
Andrea
A
pranzo mi arriva la risposta.
Mi spiace, ma stasera non posso.
Se vuoi, dopo, le 18 sono libera,
ci possiamo vedere per un aperitivo,
meglio di niente…
- Chi
ti messaggia? - indaga Serena curiosa.
- Nulla
di nuovo… - bluffo - ancora il farmaco non è arrivato.
Mentre
prendiamo il caffè arriva un altro SMS.
cazzo! e mo … che m’invento?
Fortunatamente
non è Vanessa.
Ciao
007
una cenetta con dopocena
sarebbe di tuo gradimento, stasera?
Gabriella
P.S. stavolta paghi tu!
- Ah! E’
Gabriella. Mi invita a cena.
- Bene!
Divertitevi! - commenta visibilmente contenta.
-
Serena - le dico - non ho capito bene cosa ti aspetti da me - e, proseguo -
Parlami di Gabriella.
- Siamo
amiche ma non ci frequentiamo tantissimo. Di lei so solo quello che mi ha
raccontato. Vacci piano, comunque. Lo dico per lei. Non ha avuto molta
fortuna sentimentalmente. -
-
Chiarisci.
- Mi ha
raccontato che ha avuto una storia lunga e bella, con un bel ragazzo, fino a
che ha scoperto che la tradiva con una di quelle del night club e trafficava
pure in anfetamine. Appena ha assorbito la botta ha avuto un’altra storia, si è
innamorata cotta, qua a Perugia.
Ma anche
qui una delusione, lui è … è …
- E’
gay - le suggerisco - E’ Oleg, vero?
- Sì.
Te l’ha detto lei?
- No.
L’ho dedotto. E lei è ancora innamorata.
Serena
annuisce col capo. - Che ci vuoi fare… l’amore è cieco.
Comincio
a capire il mio ruolo nella storia con Gabriella.
- Veniamo all’argomento scottante. La riparazione di casa mia - comincio la
discussione che mi preme.
- E’
molto semplice - fa Serena - Ho già il progetto in mano, approvato. Tanto si
tratta di ricostruire seguendo la vecchia architettura. Bisogna prima fare un
consolidamento e mettere in sicurezza i fabbricati. Poi si ricostruisce, come
erano prima del terremoto. Passati tutti controlli, all’interno si può
modificare per rendere più abitabili e belli gli appartamenti.
-
Perché dopo i controlli? - chiedo.
-
Perché non è legale. Sono lavori abusivi, ma non ci sono problemi. -
-
Costo?
- Dal
preventivo del progetto ci vogliono circa 250mila euro. Aggiungine altri 50mila
per i lavori interni e altri 60mila per eventuali problemi. Stimo la spesa tra
i 350mila e i 400mila euro.
- E… tu
credi che io abbia 400mila euro da spendere?
- I
soldi ce li ho io, anzi, ‘Progetto Pogo’. Considera, poi, che ci sarà un
contributo da parte dello Stato, intorno agli 80mila euro, ma non so dirti
quando lo daranno. Ho una proposta da farti.
Aspetto
in silenzio la sua proposta.
-
‘Progetto Pogo’ finanzia il tutto. Tu cedi uno dei due appartamenti a ‘Progetto
Pogo’, uno a scelta, dove sistemeremo gli uffici dell’Associazione. Quando
arriverà il contributo dello Stato ce lo divideremo a metà per pagare
l’arredamento interno. Non avrai più nessuna colonia felina con cui coabitare,
anche se, un paio di micetti negli uffici ce li vorrei trasferire. Ti sta bene?
-
Praticamente ti venderei un appartamento in cambio della ristrutturazione.
- Non
proprio. La procedura esatta te la deve spiegare il nostro commercialista. Ti
faccio evitare di pagare le tasse sulla vendita, comunque, la sostanza è che cedi
uno dei due appartamenti.
- Perché
vuoi spostare gli uffici?
-
Perché qui non possono più stare. L’Associazione si è ingrandita, serve una nuova
struttura, dei dipendenti e… non voglio più nessuno in casa. Scusa, non mi
riferivo a te.
Volo
per arrivare in tempo al’appuntamento pomeridiano con Vanessa.
vediamo se riesce a scapparmi anche questo
pomeriggio
Non mi
scappa, chiacchieriamo a ruota libera per più di un’ora. Non si sottrae neppure
quando le prendo la mano e comincio a massaggiargliela dolcemente.
Scendiamo
in discorsi molto personali, praticamente stiamo tubando come due piccioncini.
Le lancio una domanda insidiosa mentre ci stiamo allontanando dal bar.
- Perché
mi stai sfuggendo?
- Non
ti sto sfuggendo, anzi, ti cerco. Ho solo un po’ paura di quello che potrebbe
succedere. Siamo troppo simili e i simili si attraggono.
Mi fermo
davanti a lei, le cingo la vita e la bacio. Un bacio appassionato e pieno di
voglia di lei, ma viene contraccambiato in maniera fredda. Mi regala un bacio
passivo.
Ci
rimango visibilmente male.
-
Scusa… - mi dice sottovoce - non ero preparata.
Le lascio
qualche istante per prepararsi e la bacio ancora. Ma ricevo ancora un bacio
passivo.
?
- Forse
stiamo correndo troppo - commenta - Aspetta… io ho i tempi lunghi.
- Ma io
ti voglio.
- Mi
avrai… - risponde - ma dammi il tempo di capire cosa mi sta succedendo.
Mi da
un lieve bacio sulle labbra e se ne va.
- Ci
sentiamo domani! - esclama quando già ha percorso una decina di metri.
La mia
mente è in piena tempesta. Sono sopraffatto da uno stato di euforia con una
sfumatura di delusione. L’ho baciata e non mi ha respinto, però… però c’è
qualcosa che non va.
Con lo
stato d’animo destabilizzato dalla novità mi presento all’appuntamento con
Gabriella.
Cerco
di concentrarmi su di lei e, soprattutto, sulla sicura scopata che ci faremo,
ma, malgrado il roseo immediato futuro che mi aspetta, ho la mente persa su
Vanessa.
Gabriella
se ne accorge in poco tempo.
- Ehi,
007! C’è qualcosa che non va, stasera?
-
Scusami, ma ho la mente impicciata per una cosa che mi preoccupa.
-
Sarebbe?
- La
ristrutturazione di casa. Anzi, i soldi che occorrono per ristrutturarla. Non
ce li ho.
Ne
parliamo una decina di minuti, mi da i soliti consigli di incoraggiamento del
caso.
-
Significa - dice stringendomi la mano - che dopo te ne vuoi star solo soletto a
pensare ai tuoi guai oppure credi che un po’ di sana ginnastica sessuale ti
potrebbe aiutare?
Dopo
un’oretta siamo a casa sua.
E’ un
ciclone. Una belva affamata di sesso. Una dominatrice del letto. Nelle sue mani
mi sento come un giocattolo. Fa tutto lei, per fortuna. La mia mente è ancora
persa dietro ai baci con Vanessa, praticamente mi immagino di scopare con lei.
Rientro
a Carpaneta stanco e confuso.
Per la
prima volta in vita mia non riesco ad inquadrare la situazione, sembra che
tutto mi giri attorno troppo velocemente perché sia in grado di capirlo e
goderlo.
Ho
bisogno di confidarmi e avere il parere di una persona amica.
Scarto
a priori Serena. Ma anche Domiziana ed Agata, non ho la giusta confidenza con
loro. Mi rimane l’amico Ken.
Gli
scrivo una mail. Lunga, la più dettagliata possibile. Mi apro completamente,
anche se non sono sicuro di riuscirci scrivendo.
La
invio e noto che anche Ken mi ha scritto.
Ciao Gatto
Ho cominciato a scrutare dentro al pc della
tua amica.
Ci sono diverse cose interessanti.
Prima di pronunciarmi, però, voglio leggere
alcune sue cartelle protette.
Anche tu hai una cartella personale, la
signora sta raccogliendo dati su di te, anzi,
praticamente li aveva già raccolti prima che
tu tornassi in Italia.
Sei sicuro che la fanciulla non sia dei nuovi
Servizi Informativi?
Per quanto riguarda la scomparsa del
volontario,
ancora non ho avuto tempo di verificare,
porta pazienza.
Sai? Comincio a divertirmi pure io!
Sembra di essere tornato ai bei vecchi tempi.
Giudizio!
Ken
Rimango
perplesso e preoccupato da quanto letto.
In
effetti c’è qualcosa che non mi torna di Gabriella. Tutto troppo facile, ne ho
avuta la sensazione fin dall’inizio. Perché, poi, dovrebbe aver preso
informazioni su di me ancora prima che tornassi?
ci sarà mica lo zampino di sua zia?
La
mattina dopo sono precettato da Serena.
- Dobbiamo fare un salto dal responsabile dell’impresa edile. Ti
vuole illustrare le opere da fare, i tempi e la spesa per restaurare il tuo
convento.
Un’altra
mattinata persa. Vorrei fare altre cose, più urgenti e interessanti per me ma,
devo fare buon viso a cattiva sorte anche perché Serena ne deve rimanere
all’oscuro.
Mentre siamo in auto arriva il solito SMS.
Ciao bello!
Stamattina sono fuori a lavorare.
Ti faccio uno squillo nel pomeriggio
così ci vediamo, se sei libero.
Vanessa
-
Ancora messaggini? - indaga Serena.
-
Gabriella - le rispondo.
- Strano…
- prosegue - Gabriella li odia i messaggini.
- L’amore
fa fare questo ed altro, già me ne ha
spedito uno, ricordi? - dico sorridendo.
- Vacci
piano, soldatino!
soldatino? perché ha rispolverato il
nomignolo che mi dava Domiziana?
Poco
dopo una telefonata.
Francesco
Evangelisti
- Ciao
trombatore del sabato sera! Sono arrivate le tue confezioni di Viagra. Quando
passi a ritirarle che le casse del Vaticano hanno bisogno di denaro fresco?
-
Appena posso, Francesco! Ti richiamo io più tardi, se non ti dispiace.
- Certo
che mi dispiace se mi rompi i coglioni mentre sto lavorando! Che stai facendo?
Sei ancora tra le cosce di una bielorussa?
-
Francesco… non sono solo. Ti chiamo dopo.
- Mi ci
fai parlare? Così le racconto cosa fai quando vieni a Roma!
- Ciao,
Francesco! - chiudo la comunicazione.
Serena
mi guarda incuriosita ma non dice nulla.
- Devo
andare un paio di giorni a Roma - le comunico - Sono arrivate le medicine.
- Vai
domani? - chiede.
- Non
lo so. Ancora ho qualche pastiglia nel blister.
Nel
pomeriggio ancora un SMS di Vanessa che mi aspetta per un caffè alle 16,00.
Quando
sto andando all’appuntamento mi arriva un altro suo messaggio che sposta
l’incontro alle 18,30 per un aperitivo, stavolta.
il solito imprevisto… questa vive di
imprevisti!
Ne
approfitto per fare una cosa che avrei voluto fare qualche giorno prima.
Me ne
vado in un Briko Center a comprare dell’attrezzatura particolare.
Una
tuta antistrappo, degli scarponcini da trekking, un casco da speleologo con il
faretto, delle torce piccole ma potenti e un rotolo di corda più sottile di
quella che ho trovato a casa mia. Butto tutto nel bagagliaio della mia Range e
vado all’appuntamento con Vanessa.
Rimaniamo
per un’ora nel locale a chiacchierare poi le faccio, a bruciapelo.
- Non
mi dire che stasera hai impegni. Ti porto a cena fuori.
-
Veramente avrei da fare e, poi, non sono in formissima.
-
Significa? - chiedo col tono tra il deluso e l’incazzato.
- Che
ho quelle cose che vengono ogni mese alle donne. Hai presente? Da stamattina ho
preso due Antalgil e, ancora, mi sento spossata e con tutte le ossa rotte. Le
mestruazioni, per me, sono un vero martirio. Una settimana di passione.
Smontato.
Nulla
si può contro l’indisposizione fisica se, poi, è da mestruazioni, non ci sono
santi che tengono. Mi ricordo che anche Antonella, quando le aveva, era piena
di dolori e facile all’incazzatura, infatti si litigava spesso.
- Ti
capisco… - dico - ma, se te la sentissi di venire a cena, mi farebbe piacere.
- Mi
capisci… nel senso che anche tu le hai?
- Sì!
Noi uomini le abbiamo sempre di rimbalzo, nei vostri stessi giorni.
e anche stasera pugnette e gassosa!
Ma non
faccio il cavaliere, al momento del saluto la appoggio alla fiancata del Range,
la bacio con passione e le palpo dove posso e scopro che ha ancora le calze di
seta col reggicalze e le regalo qualche esplicito colpo di reni.
Reagisce
agli stimoli e, per evitare troppi strusciamenti mi appoggia la mano sulla
patta dei pantaloni e comincia a massaggiarmi il cazzo.
finalmente un segno di vita!
Ma poco
dura, dopo un paio di minuti mi allontana, si ricompone e mi dice che deve
scappare.
almeno
un pompino o una sega, però…
Rimango
solo, scoglionato e infoiato.
Tento
si salvare la serata con Gabriella. Non può, è di servizio.
merda!
Tornando
a Carpaneta penso se sia il caso di fare un salto, dopocena, alla ‘Luna’ a
cacciare qualcosa, poi, faccio una riflessione .
cazzo! mi sto comportando come Giorgio Gaddi!
basta che stasera lo infilo da qualche parte… non mi piace… sarà mica l’aria di
Carpaneta che mi riduce così?
Nel
dopocena decido di passare all’azione, niente fica, però.
Saluto
Serena ed esco con una scusa. Vado a Migiana, a casa mia, devo fare quel
controllo.
Arrivo
davanti al portone di casa e, mentre scendo dalla Range, noto una Punto bianca
con un uomo che sta fumando dentro mentre legge una rivista.
Apro il
portone e scarico il bustone con l’attrezzatura comprata al Briko.
Mi
vesto con la tuta e preparo tutti gli attrezzi, accendo le torce per vedere se
ho inserito bene le pile. Riprendo la corda per scendere nel pozzo, la fisso
alla colonna provo la tenuta del nodo. Mi accorgo di aver dimenticato in auto
la corda più piccola, comprata.
Esco,
apro il bagagliaio della Range e vedo che la Punto bianca se n’è andata con il
suo proprietario.
Torno
dentro e, prima di calarmi nel pozzo, faccio una ricognizione nel mio
appartamento.
Mentre
sto uscendo sento una voce e vengo investito dal fascio luminoso di una torcia.
Sembra buono!... |
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