NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto Dell'Eco
(e il misterioso gattaro)
6a puntata
Pasquetta, spunta un pallido sole ma la temperatura è ancora
fredda.
Ne approfittiamo per leggere un altro capitolo di “Nulla è
come sembra…”
Non avendo altro da fare…
6)
Finalmente
arriviamo a Carpaneta.
Ho
un groppo alla gola ma ammiro il posto estasiato. Carpaneta è migliorata ancora
dal punto di vista estetico, ora è un’elegantissima residenza di collina.
-
Ti accompagno al tuo appartamento - dice Serena conducendomi alla casa torre - Tra
un paio di ore ceniamo insieme, da me.
Mi
mostra il mio appartamento, semplicemente splendido. Ho pure l’accesso diretto
sulla grande terrazza in cima alla casa torre, dove si gode un paesaggio
incredibile.
-
Serena - le dico - avrei anche un’altra esigenza. Tutti i miei pochi vestiti
erano nel bagaglio perso. Non ho nulla per cambiarmi.
-
Rimediamo subito! - risponde col sorriso conducendomi in una stanza al
pianterreno - In questa stanza ho conservato gran parte degli abiti di Giorgio,
non me la sono sentita di cederli in beneficenza. Usa quelli che ti piacciono e
ti stanno bene.
-
Ma, Serena…
-
Non ti preoccupare. A me fa piacere che qualcuno li utilizzi, soprattutto se
quel qualcuno sei tu!
Rimango
perplesso della risposta.
Poi,
finalmente, rimango solo. Vorrei piangere, ma non ci riesco. Vorrei suicidarmi,
ma non saprei come e, sicuramente, non mi riuscirebbe.
che faccio ora? che
cazzo sono tornato a fare?
Sconsolato
mi faccio la doccia, mi vesto con dei capi di Giorgio e scendo da Serena per la
cena. Entrando nell’appartamento noto
dei radicali cambiamenti, naturalmente in meglio, rispetto al periodo che ci ho
trascorso più di tre anni fa.
-
Ti devo fare i complimenti, Serena! - mentre mi siedo a tavola - Questo posto è
diventato ancora più bello dell’ultima volta che l’ho visto! La casa, poi, è
semplicemente magnifica!
-
Grazie, Andrea! La cura di Carpaneta è diventata una delle ragioni della mia
vita.
Ceniamo.
Una cena semplice, naturalmente vegetariana, mentre avrei una voglia di
addentarmi una bistecca alla fiorentina, pari alla voglia di addentare la carne
di fanciulla, finalmente bianca, più che bianca! Lattiginosa! Sì! Mi scoperei
pure un ectoplasma!
Ma
lasciamo perdere queste cose, ho problemi ben più gravi da affrontare.
- Come ti ho detto, la Range è a tua
completa disposizione, così domani vai dal tuo medico per farti fare la ricetta
delle medicine. Per quanto riguarda il vitto, sei libero di fare quello che
vuoi ma, mi farebbe piacere se consumassi i pasti con me, sono sempre sola. Per
il problema casa, ne parleremo, con calma, appena avrai risolto tutti le altre
faccende. Se ti serve del contante, non fare complimenti! Ma… - si interrompe
guardandomi negli occhi - credo che tu hai più bisogno di vedere gente,
conoscere gente… gente nuova, per ricominciare la tua nuova vita.
Abbasso
gli occhi, Serena ha colto nel segno. La preoccupazione più grande, per me, è
che sono solo, e devo ricominciare tutto daccapo.
-
Per esempio… - continua - domani sera ho due amici a cena, un uomo e una donna,
non sono una coppia, almeno non più. Gente simpatica, vedrai. Mi farebbe
piacere se ci fossi pure tu.
-
Grazie! - rispondo - Ma, scusa, a proposito del fatto che mangi sempre da sola…
Vanessa, la tua segretaria, non c’è più?
Vedo
un lampo di durezza passare nei suoi occhi e sento una strana risposta, detta
con tono della voce molto basso.
-
No, non c’è più. Ha scelto un’altra… opportunità.
Capisco
che non sia il caso di approfondire questo discorso anche se, sarei curioso di
saperne di più.
Si
finisce la serata chiacchierando di quello che è successo in questi miei tre
anni di assenza dall’Italia, di quello che facevo in Sudamerica, senza dare
troppi dettagli, e di quello che è successo a Carpaneta, ricevendo ancora meno
dettagli.
Ci
salutiamo che è quasi mezzanotte.
ma che cazzo sarà successo con Vanessa? mai
vista Serena così riservata
La
mattina, dopo la rituale prima colazione, prendo la Range e scendo per andare
dal mio medico che ha lo studio a Perugia. Faccio subito una tappa intermedia
all’Agriturismo dell’Acqua Calda, appena sotto Carpaneta, per farmi un espresso
di quelli buoni, quello di Serena non è il massimo.
Conosco
così il proprietario, il famoso Claudio, amico di Giorgio, e mi presento.
Sa
già tutto di me, almeno quello che si può sapere; sono un amico di Serena che,
di ritorno dall’estero, per qualche tempo soggiornerà a Carpaneta. Stop.
Mi
faccio di caffeina, veramente buona, e compro la mia scorta giornaliera di
nicotina mentre ci facciamo quattro chiacchiere sul più e il meno.
Arrivo
a Perugia e, dalle parti della stazione di Fontivegge, vedo per la prima volta
il famigerato Minimetrò in funzione.
orrendo!
Arrivo
allo studio del mio medico e mi accorgo che è impossibile parcheggiare. Non c’è
posto per lasciare un motorino, figuriamoci la Range.
Trovo
posto in un parcheggio sotterraneo a pagamento. Dopo un paio di ore di attesa riesco
a parlare col medico, spiego la situazione e gli faccio vedere il blister
residuo della medicina che sto prendendo.
-
MaCriz 6.6? Mai sentita! - dice osservando il blister - E’ anche vero che di
Phone… Nutria? Nigra? Qui non ce ne
stanno.
Consulta
l’ Informatore Medico e storce la bocca. Poi, passa al computer e continua la
ricerca in Internet.
-
Come immaginavo! Non è un farmaco importato in Italia - mi comunica.
-
Come non è importato? E io come faccio?
Mi
fa segno di aspettare e si rimette al computer.
Dopo
cinque minuti lancia una stampa e mi consegna il foglio.
-
Eccolo qua! E’ disponibile alla Farmacia Vaticana o in Svizzera. Le ho stampato
i numeri telefonici della Farmacia Vaticana. Ora le faccio la ricetta, servirà
solo per acquistare il farmaco, però. Niente mutuabilità.
-
Cioè?
-
Se lo paga di tasca sua.
La
giornata è limpida e soleggiata, ne approfitto per fare quattro passi per
Perugia, come un turista qualsiasi.
Prendo
la stampata che mi dato il medico e chiamo la Farmacia Vaticana, fortunatamente
ho un aggancio là dentro, il logorroico Dott. Francesco Evangelisti, vecchio
compagno di liceo nella mia giovanile esistenza a Roma.
-
Farmacia Vaticana! Buongiorno, sono Simonetta.
-
Buongiorno Simonetta! Sono il dottor Andrea Rossi di Perugia, potrei parlare
col dottor Evangelisti?
-
Un attimo, prego. Vedo se il direttore è in ufficio.
direttore! hai
capito!?
-
Ma non mi dire che sei l’Andrea Rossi, il vecchio segaiolo del liceo Tasso? -
sento improvvisamente all’altoparlante - Non mi dire che vuoi del Viagra senza
ricetta? Già non ti tira più?
-
Ciao pederasta! - gli rispondo - Ho trovato il tuo annuncio ai bagni
dell’Autogrill. Ancora fai quei lavoretti ai camionisti?
-
Sei proprio te! Sai che cazzo di figura se era un tuo omonimo! Che vuoi,
impotente?
-
Un piccolo piacere, una pozione magica per farti smettere di sparare cazzate.
-
Esaurita. Prova domani! - risponde - Sono contento di risentirti! Lo sai che…
Dopo
una quindicina di minuti lo riesco a fermare.
-
Francesco! Ho bisogno di un favore. Urgente.
-
Dimmi.
-
MaCriz 6 punto 6. Ce l’hai nella tua botteguccia?
-
Macriz sei punto sei? E che è? Prova al concessionario della Fiat!
-
Un medicinale… indovina perché lo chiedo a te!
-
Perché nel vostro paese di merda non si trova.
-
Cazzo! Mo’ sei diventato uno del Vaticano? Hai preso i voti?
-
Aspetta, consulto il Santo Padre… Macriz sei punto sei… eccolo, ce n’è una
confezione! Costa… Cazzo! Rompi il porcellino! Ma cosa ti è successo?
-
Poi ti spiego - rispondo - Mettila da parte. Domani vengo a Roma a prenderla,
ma, con una confezione, poco ci faccio. Devo continuare la cura per altri sei
mesi.
-
Sono sempre più curioso di sapere cosa ti sia successo.
-
Morso di ragno velenoso - lo illumino.
-
Ma dove cazzo abiti, ora? In mezzo alla jungla umbra?
-
Poi ti spiego.
-
Dai, ti aspetto domani. Anzi! Fai una bella cosa, rimani per un paio di giorni
che vedo di organizzare una cena coi vecchi compagni di classe! Quelli che
ancora sono in circolazione.
-
Va bene, vengo domani e riparto dopodomani. Più non posso trattenermi.
-
Segnati il mio numero di cellulare e chiama prima di arrivare. Devo avvisare il
personale della farmacia che sei infetto.
Quando
torno a riprendere l’auto al parcheggio comincio a capire cosa vuol dire
‘pagare di tasca propria’, quasi 10 Euro di parcheggio!
inaudito! sono pazzi!
Torno
a Carpaneta appena in tempo per il pranzo, dopo aver comprato un paio di
bottiglie di buon vino che pago un occhio della testa. Sono sempre più
esterrefatto del costo della vita raggiunto in Italia. Mi fermo anche ad
un’edicola a comprare una rivista di auto con tutti i prezzi delle auto nuove
ed usate.
Cominciamo a
risolvere anche questo problema.
La
sera sono a cena da Serena e conosco la coppia di amici invitata.
-
Ciao, Andrea! - dico stringendo le mani a tutti e due.
-
Molto lieta, Gabriella! - fa la graziosa ed interessante moretta amica di
Serena.
-
Piacere, Oleg! - il maschietto che la accompagna e che inquadro subito come una
potenziale checca.
Conversando
durante la cena vengo a sapere che Oleg è svizzero ed ha un’agenzia di
investigazioni private e Gabriella è un ispettore della Polizia.
strana coppia
Non
so perché ma il mio sesto senso mi allerta alla difesa. Chiedo loro come mai
conoscono Serena.
-
Un paio di anni fa ho svolto un lavoro per l’Associazione - risponde Oleg.
Guardo
perplesso e curioso Serena che chiarisce il fatto.
-
Avevamo un problema in una colonia felina, libera. Ci sparivano gatti e alcuni,
troppi, venivano trovati investiti pur essendo in un posto dove le automobili
non dovrebbero essere un problema.
-
E avete assunto Oleg per scoprire cosa succedeva? - le chiedo.
-
No. Noi lo sapevamo cosa succedeva. Un frate del vicino convento non li amava e
li investiva o catturava. Che fine abbiano fatti quelli catturati non l’abbiamo
mai saputo.
-
E lui, allora che c’entra?
-
Lo abbiamo assunto per avere le prove che il colpevole era quel bastardo di un
frate.
-
Lo avete denunciato?
-
No. Era una situazione un po’ troppo delicata. Se andavamo per vie legali ci
avrebbero rimesso soprattutto i gatti. Abbiamo preferito muoverci in altra
maniera.
-
Cioè?
-
Abbiamo praticamente ricattato le alte sfere ecclesiastiche. Se non
allontanavano il frate avremmo fatto la denuncia e dato in pasto alla stampa il
tutto e altre cose che, intanto, Oleg aveva scoperto sul conto del frate.
Abbiamo vinto. Il frate è stato trasferito in un’altra struttura.
-
Una vittoria di Pirro - osservo.
-
Perché? - fa Serena.
-
Avete semplicemente spostato il problema da un’altra parte. Se il frate odia i
gatti, ora si sfogherà su un’altra colonia. Io l’avrei risolta in maniera
differente… alla mia maniera, e nessun gatto sarebbe più stato in pericolo.
-
L’avresti ucciso? - chiede Serena preoccupata, mentre noto che i due ospiti mi
stanno osservando con molta curiosità.
-
Ma che ucciso! - rispondo - Prova a immaginarti come avrebbe risolto la
faccenda Giorgio.
Serena
non capisce.
-
Due semplici colpi di pistola alle rotule – chiarisco - Ecco come si sarebbe
comportato Giorgio. E avrebbe risolto definitivamente il problema. Quando passi
la tua vita su una sedia a rotelle tanti danni agli altri non ne puoi fare.
-
Un po’ drastica come soluzione! - interviene Oleg.
-
Drastica e illegale - puntualizza Gabriella.
-
Radicale, direi. Poi… non parliamo di legalità, anche il ricatto non mi sembra
un’azione legale.
-Scusa
- mi chiede Oleg - ma tu fai il killer o l’avvocato?
-
Un po’ tutti e due - gli risponde Serena.
-
Ragazzi! Vi ricordo che siete davanti ad un pubblico ufficiale. Attenti a
quello che dite, potrei prendervi sul serio. - interviene Gabriella.
-
Con lui - ancora Serena, indicandomi -
non credo ti convenga.
-
Serena… per favore - la invito a tacere - E, tu ? - rivolgendomi a Gabriella -
Come mai conosci Serena? - cerco di dirottare il discorso altrove.
-
L’ho conosciuta per via di un’auto rubata e utilizzata per una rapina - mi
risponde – Poi, ci siamo riviste per un’altra faccenda.
Guardo
interrogato Serena che mi conferma quello che sospetto.
-
Esatto. Proprio per la tua Range Rover.
-
Era tua quell’auto? interviene Gabriella
- Peccato…
Dal
tono della sua voce capisco che ho fatto bene a comprare la rivista con i
prezzi delle auto.
-
L’hanno letteralmente distrutta - continua – Però, viaggiavi su una gran bella
auto. Che lavoro fai?
-
Facevo - rispondo controvoglia - Sono in pensione.
-
Non li dimostri 60 anni - commenta Oleg, curioso.
-
Prepensionato - puntualizzo - Per cause di servizio.
-
Cioè? - Gabriella.
-
Gli hanno sparato una raffica di mitraglietta - li informa, senza
autorizzazione Serena.
Vedo
l’interesse degli ospiti aumentare.
-
Una raffica di mitraglietta? Ma che lavoro facevi? - ancora Gabriella.
-
Lascia perdere. Parliamo d’altro - le rispondo sorridendo.
-
Guarda - continua - Che i mezzi per sapere tutto su di te ce li ho.
-
Ti ripeto, lascia perdere. E non confidare troppo nei tuoi mezzi.
-
Servizi Militari o Governativi? - chiede Oleg, che si dimostra un ottimo
investigatore.
-
Tutti e due - rispondo - Prima militari, poi governativi, ma, ora, sono libero,
per fortuna.
-
Interessante… - il commento di Gabriella.
-
… e pericoloso - replico.
-
Pensa che ora è tornato da una missione in Sudamerica dove ha rischiato più
volte la vita! - ancora Serena che guardo con occhi assassini.
-
Ma non eri in pensione? - Gabriella.
-
Dovevo finire di fare una certa cosa. A proposito! Serena, domani ti devo prendere
l’auto. Vado due giorni a Roma - e spero così di cambiare definitivamente
discorso.
-
Hai la tua donna a Roma? - chiede Gabriella interessata.
-
No. Vado a trovare un amico - e sento scivolare lo sguardo indagatore di Oleg
su di me.
-
Il direttore della Farmacia Vaticana. E’ un mio vecchio amico. Mi ha reperito
un farmaco che non riesco a trovare qui - puntualizzo.
-
Come mai non lo trovi qua? - Gabriella.
-
Qua non ci stanno Phoneutria Nigriventer a morderti nei polpacci - la informo.
-
Phoneutria Nigri… cosa sarebbe? - ancora Gabriella.
-
Un ragno velenoso. Devo continuare la cura con un medicinale per altri sei
mesi.
-
Ti sei riportato un bel souvenir!
-
Non è l’unica cosa che ho riportato dal Sudamerica. Ho riportato la pelle, il
mio Dupont d’argento e un grande insegnamento.
-
Quale? - chiede.
-
Che uno, nella vita, si deve fare i cazzi suoi per campare tranquillo.
La
cena finisce e, dopo un’altra ora di sterili chiacchiere, è il momento dei
saluti.
Prima
di andarsene Oleg mi lascia il suo biglietto
da visita.
-
Se ti dovessi annoiare, potrei proporti qualche incarico per la mia agenzia. Il
lavoro non manca e ho bisogno di gente sveglia e con esperienza. Avrei anche
bisogno di un socio - dicendo l’ultima frase mi fa l’occhiolino.
Sorridendo
prendo e intasco il biglietto da visita.
Anche
Gabriella mi porge il suo biglietto da visita, ma con altre, poco velate,
intenzioni.
-
Se ci vogliamo sentire per il dissequestro della tua auto qui trovi i miei
numeri telefonici del lavoro. Se, invece, ci vogliamo sentire per altro… -
regalandomi un eloquente sorriso - ti ho scritto nel retro il mio numero
privato. Aspetto una tua chiamata.
Osservo
distrattamente il biglietto da visita e leggo
Gabriella Mistretta
-Gabriella
Mistretta? Sei mica parente con Carmen?
-
E’ mia zia! La conosci?
-
Sì - taglio corto.
-
Allora quando ci vediamo mi spieghi com’è che la conosci.
CORNIOLA sempre più annoiato dalla lettura |
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