La dolce vita alla Reggia 4 - YARIS - |
La storia de I Gatti di Monte Malbe, due bande di felini semirandagi che hanno adottato un umano in cambio della loro sussistenza giornaliera. (Vai a Presentazione)
giovedì 30 aprile 2015
mercoledì 29 aprile 2015
IL SOLARIUM LETTERARIO
NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell' Eco
(e l'ignoto gattaro)
9a puntata
La notizia è rimbalzata come una pallina da flipper per
tutto Monte Malbe.
Lo hanno bannato!
Forse va in galera!
(era ora…)
No! No! Dice che gli
strappano solo le unghie dei piedi con le tenaglie!
Era un così bravo
ragazzo…
Ma ora: chi ci porterà
da mangiare?
L’ultima esternazione ha riportato alla cruda realtà I gatti
di Monte Malbe e i numerosi portoghesi che banchettano a spese delle finanze
del Capo.
Il Capo sembra tranquillo, ma non lo è; si strappa a morsi
le unghie delle dita della mano sinistra, la destra serve per aprire le
scatolette, riesce a fumare tra le 97 e le 112 sigarette al giorno, ha la
borraccia da cacciatore piena di fumante caffè corretto al Varnelli e ogni
tanto ne tracanna un sorso.
L’ha presa male: non ama le pugnalate alle spalle, anche se
comincia, suo malgrado, a farci il callo.
In qualità di Capocolonia pro tempore e fedele amico, nonché
novello lettore ufficiale alla platea del Solarium del romanzo “Nulla è come
sembra…” sento il dovere di consolarlo un poco.
- Capo, non ti preoccupare. Sii superiore a simili
meschinerie. Non ti affliggere per così poco!
- Zitto BAIOCCO! – risponde imperioso davanti alla carta
stradale dell’Umbria aperta sopra la panchina – Raccordo Terni – Orte, quante
stazione di servizio con bagni maschili vedi?
Gliele indico: sono una decina.
- Ancora? – commenta LITTORINA, mia preziosa spalla destra.
- Sì! – risponde con gli occhi spiritati – Ancora! Funziona
sempre!
Ci risiamo: ha deciso di punire l’incauta pugnalatrice di
spalle altrui con uno dei suoi più malefici atti vendicativi. Esporre in bella
mostra il numero telefonico della vigliacca in tutti i bagni maschili degli
Autogrill sparsi per l’Umbria con doviziosi particolari non riportabili in
questo loco, pena la cancellazione pure del Blog.
Alzo le spalle e lo lascio al suo sporco lavoro di
censimento di cessi per camionisti e proseguo la lettura del nostro romanzo al
posto del pensionato TAZZA.
9)
Dal suo
interno cade una fotografia.
Serena
e un giovane ragazzo, abbracciati e sorridenti sullo sfondo di Carpaneta.
Sono
visibilmente felici, lui è alto, magro, rosso di capelli, bruttino, secondo me,
e ha una particolarità. Sorridendo scopre l’incisivo sinistro spezzato
diagonalmente.
Sul
retro c’è la data dell’anno scorso e i nomi Serena e Alessandro.
era questo il nuovo boy di Serena? sempre
giovani se li sceglie, a parte Giorgio
Non la
rimetto nel libro, la nascondo dentro un armadio, non so per quale motivo,
seguo l’istinto.
Nel
pomeriggio ricevo quattro SMS da Vanessa, rispondo volentieri e cominciamo a
dialogare via etere.
Prima
di uscire controllo la posta elettronica. Vanessa mi ha inviato pure una mail.
Ciao!
Se domattina hai dieci minuti chiamami
che prendiamo un caffè insieme.
Sarò in giro per Perugia a lavorare.
Vanessa… un bacio
Mi si
fa la bocca dolce, rispondo subito.
Certamente che ti chiamo!
Non mi scappi!
A domattina.
Andrea… bagio
La sera
sono a cena con Oleg in un ristorante fuori Perugia.
- Ho un
caso delicato per le mani - esordisce - Presunto tradimento della moglie del
socio di maggioranza di una grossa industria toscana con l’altro socio. Il
marito cornuto vuole prove del tradimento e, soprattutto, del fatto che stiano
pensando di farlo fuori e prendersi tutta l’azienda. Ho già raccolto dei dati,
pochi per la verità, e mi occorrerebbe il tuo parere da specialista.
- Non
sono specialista in corna - rispondo - Posso dare un’occhiata e dire la mia, da
comune mortale, nulla di più.
- Da
comune mortale cornuto o che mette le corna al prossimo? - replica col sorriso.
- Chi
non ha avuto le corna o fatto cornuto qualcuno? - la mia risposta, ma la sua
affermazione mi ha allertato.
Il
discorso finisce qui e comincia quello che gli preme di più. Sta cercando un
socio che si sappia muovere da solo e gli permetta di valutare le indagini che
svolge, sotto altri punti di vista. Mi ribadisce che sarei la persona giusta e
che potrei dedicarci parte del tempo libero di cui dispongo.
-
Coinvolgi Gabriella! - la mia risposta - Almeno nelle valutazioni.
Mi
risponde con poche parole e uno sguardo duro.
- Siamo
dalla parte opposta della barricata, non posso passarle le mie informazioni.
Ricordati che io entro in campo dove la Polizia fallisce o latita.
-
Eppure pensavo che ci fosse molta confidenza tra voi - replico - confidenza
lavorativa.
Ancora
un sorriso che nasconde qualche disagio e una ferma affermazione.
-
Voglio un uomo come socio.
-
Perché?
- Mi
fido più degli uomini.
- Mi
spiace, ora come ora, non sono disponibile.
-
Perché? Cosa hai da fare?
ecco dove vuole arrivare!!
- Nulla
di importante, solo riorganizzare da zero la mia vita e decidere se rimanere qua
o tornarmene in Sudamerica.
- Si
possono fare pettegolezzi, stasera? - gli chiedo.
Si
illumina - Certamente! Sono la mia specialità!
-
Parlami della relazione che ha avuto ultimamente Serena, quel che ne sai.
Ha un
malcelato sussulto.
- Ne so
poco, quel ragazzo l’ho visto solo una volta. Serena non ne ha mai parlato,
almeno con me.
-
Perché la relazione è fallita? Almeno ufficialmente.
-
Sembra… sembra che lui non si fosse comportato bene con Serena. Ma altro non
so.
- Aveva
un’altra?
- Non
lo so. Serena è molto riservata della sua vita privata.
- Che
impressione ti ha fatto questo ragazzo?
-
Troppo giovane ed immaturo per lei. Serena si merita di più. Perché queste
curiosità?
- Ho
trovato Serena molto cambiata da come era tre anni fa. Mi piacerebbe capire
cosa sia successo.
- Non
posso aiutarti. Andiamocene, ti vorrei portare in un locale.
La
serata finisce con una sorpresa, gradita. Oleg propone di finire la serata in
un locale che, saltuariamente frequenta, la famigerata ‘Luna’.
Accetto
volentieri, anche per togliermi, finalmente, una grande curiosità.
La
sorpresa è doppia. Trovo Domiziana e Agata sedute ad un tavolo.
Ci uniamo
a loro e dai discorsi ho la conferma che Oleg è una checca e che Domi e Agata
mi hanno raccontato una bugia riguardo alle loro serate.
perché?
Un’altra
curiosità che mi balza agli occhi è che Oleg, Domiziana e Agata si conoscono.
Ipotizzo
per il fatto che frequentino la ‘Luna’.
Già che
ci sono continuo le mie indagini
indagini? perché cazzo le chiamo così?
semplici curiosità…
… le
mie semplici curiosità su Serena. Ma, sia Domiziana che Agata, non possono, o
vogliono, dirmi nulla. Opto per il possono. Tra Serena e Domiziana non c’era
amicizia né confidenza.
Archivio
le mie seghe mentali quando Agata mi presenta un paio di amiche.
Splendide,
ma con due difetti, una è lesbica, l’altra ha il pisello tra le gambe.
eh… siamo alla ‘Luna’
Me ne
torno a casa, anzi, a Carpaneta, che è quasi l’alba. Lascio il telefonino
acceso e un SMS mi sveglia alle 9 del mattino. E’ Vanessa.
Ben alzato!
Ti aspetto alle 11 al Caffè Etrusco.
Vanessa
Faccio
la doccia e scendo da Serena. Mi attende, mi prepara la colazione e capisco che
ha voglia di parlare.
- E’arrivato
il nullaosta della Soprintendenza dei beni Culturali per la messa in sicurezza
della tua casa. Terminate le ultime pratiche l’impresa comincia i lavori.
Vorrei mostrarti il progetto per la ristrutturazione.
- Volentieri
- replico - Ma preferirei vedere il preventivo di spesa, prima.
- Ho
pure quello.
- Ti
dispiace se controlliamo il tutto nel pomeriggio? Oggi vorrei andare in banca a
vedere in che condizioni sta il mio conto corrente.
- Non
ti preoccupare per i soldi - mi rassicura - Ci stanno e c’è pure una proposta
che ti vorrei fare.
- Nel
pomeriggio - la interrompo e me ne vado.
Mentre
sono in viaggio per Perugia arriva un altro SMS. Ancora Vanessa.
Ciao!
Indovina cosa mi sono messa stamattina.
Vanessa.
Aggrotto
la fronte.
che
cazzo ne so! io spero solo che quello che hai addosso te lo togli alla svelta!
Cambio
le regole del gioco. La chiamo. Risponde ma mi stoppa subito.
-
Scusami, sono con un cliente. Ti richiamo dopo. Ciao.
Arrivo
al Caffè Etrusco e la aspetto qualche minuto.
Come
arriva mi dice - Scusami, ma ho un imprevisto, posso fermarmi solo una decina
di minuti.
pazienza
Mentre
ci prendiamo il caffè la osservo attentamente, è sempre bellissima, indossa un
abito sintetico colorato con la gonna svolazzante , poco sopra al ginocchio, e
che le mette in mostra due belle tette. Sopra indossa un giacchetto scuro.
Osservo le scarpe, eleganti con un alto tacco affusolato.
- Cosa
dovrei immaginare che ti sei messa?
Sorride
- Immagina. Immagina qualcosa che piace tanto ai maschietti. Viaggia con la
mente e i sensi.
La
osservo di nuovo ma non noto nulla di particolarmente interessante per un
maschietto, se non lei.
- Ti ho
detto immagina. Non si vede, o meglio, la visione è destinata a pochi.
Quando
vede che non capisco si solleva lentamente un lembo della gonna e mi mostra una
gamba fasciata da una calza di seta tenuta da un reggicalze in tinta col
vestito.
Ho un
sussulto, anche il mio pisello ha un sussulto.
- Sei
sicura di poterti fermare solo qualche minuto? Facciamo finta che sono io
l’imprevisto.
- Lo
sapevo che ti sarebbe piaciuto. Li metto spesso i reggicalze, sai. Qualche
volta anche le autoreggenti, ma sono un po’ scomode.
- Sei
prenotata per un defilé per il sottoscritto.
- Sarà
fatto - risponde soddisfatta - Ora scappo che sono in ritardo.
Rimango
solo con il mio caffè e mille pensieri peccaminosi.
questa vuole farmi morire
Decido
di mandarle un SMS.
Non puoi lanciare il sasso e nascondere la
mano.
Decidi dove andiamo a cena, stasera.
Andrea
A
pranzo mi arriva la risposta.
Mi spiace, ma stasera non posso.
Se vuoi, dopo, le 18 sono libera,
ci possiamo vedere per un aperitivo,
meglio di niente…
- Chi
ti messaggia? - indaga Serena curiosa.
- Nulla
di nuovo… - bluffo - ancora il farmaco non è arrivato.
Mentre
prendiamo il caffè arriva un altro SMS.
cazzo! e mo … che m’invento?
Fortunatamente
non è Vanessa.
Ciao
007
una cenetta con dopocena
sarebbe di tuo gradimento, stasera?
Gabriella
P.S. stavolta paghi tu!
- Ah! E’
Gabriella. Mi invita a cena.
- Bene!
Divertitevi! - commenta visibilmente contenta.
-
Serena - le dico - non ho capito bene cosa ti aspetti da me - e, proseguo -
Parlami di Gabriella.
- Siamo
amiche ma non ci frequentiamo tantissimo. Di lei so solo quello che mi ha
raccontato. Vacci piano, comunque. Lo dico per lei. Non ha avuto molta
fortuna sentimentalmente. -
-
Chiarisci.
- Mi ha
raccontato che ha avuto una storia lunga e bella, con un bel ragazzo, fino a
che ha scoperto che la tradiva con una di quelle del night club e trafficava
pure in anfetamine. Appena ha assorbito la botta ha avuto un’altra storia, si è
innamorata cotta, qua a Perugia.
Ma anche
qui una delusione, lui è … è …
- E’
gay - le suggerisco - E’ Oleg, vero?
- Sì.
Te l’ha detto lei?
- No.
L’ho dedotto. E lei è ancora innamorata.
Serena
annuisce col capo. - Che ci vuoi fare… l’amore è cieco.
Comincio
a capire il mio ruolo nella storia con Gabriella.
- Veniamo all’argomento scottante. La riparazione di casa mia - comincio la
discussione che mi preme.
- E’
molto semplice - fa Serena - Ho già il progetto in mano, approvato. Tanto si
tratta di ricostruire seguendo la vecchia architettura. Bisogna prima fare un
consolidamento e mettere in sicurezza i fabbricati. Poi si ricostruisce, come
erano prima del terremoto. Passati tutti controlli, all’interno si può
modificare per rendere più abitabili e belli gli appartamenti.
-
Perché dopo i controlli? - chiedo.
-
Perché non è legale. Sono lavori abusivi, ma non ci sono problemi. -
-
Costo?
- Dal
preventivo del progetto ci vogliono circa 250mila euro. Aggiungine altri 50mila
per i lavori interni e altri 60mila per eventuali problemi. Stimo la spesa tra
i 350mila e i 400mila euro.
- E… tu
credi che io abbia 400mila euro da spendere?
- I
soldi ce li ho io, anzi, ‘Progetto Pogo’. Considera, poi, che ci sarà un
contributo da parte dello Stato, intorno agli 80mila euro, ma non so dirti
quando lo daranno. Ho una proposta da farti.
Aspetto
in silenzio la sua proposta.
-
‘Progetto Pogo’ finanzia il tutto. Tu cedi uno dei due appartamenti a ‘Progetto
Pogo’, uno a scelta, dove sistemeremo gli uffici dell’Associazione. Quando
arriverà il contributo dello Stato ce lo divideremo a metà per pagare
l’arredamento interno. Non avrai più nessuna colonia felina con cui coabitare,
anche se, un paio di micetti negli uffici ce li vorrei trasferire. Ti sta bene?
-
Praticamente ti venderei un appartamento in cambio della ristrutturazione.
- Non
proprio. La procedura esatta te la deve spiegare il nostro commercialista. Ti
faccio evitare di pagare le tasse sulla vendita, comunque, la sostanza è che cedi
uno dei due appartamenti.
- Perché
vuoi spostare gli uffici?
-
Perché qui non possono più stare. L’Associazione si è ingrandita, serve una nuova
struttura, dei dipendenti e… non voglio più nessuno in casa. Scusa, non mi
riferivo a te.
Volo
per arrivare in tempo al’appuntamento pomeridiano con Vanessa.
vediamo se riesce a scapparmi anche questo
pomeriggio
Non mi
scappa, chiacchieriamo a ruota libera per più di un’ora. Non si sottrae neppure
quando le prendo la mano e comincio a massaggiargliela dolcemente.
Scendiamo
in discorsi molto personali, praticamente stiamo tubando come due piccioncini.
Le lancio una domanda insidiosa mentre ci stiamo allontanando dal bar.
- Perché
mi stai sfuggendo?
- Non
ti sto sfuggendo, anzi, ti cerco. Ho solo un po’ paura di quello che potrebbe
succedere. Siamo troppo simili e i simili si attraggono.
Mi fermo
davanti a lei, le cingo la vita e la bacio. Un bacio appassionato e pieno di
voglia di lei, ma viene contraccambiato in maniera fredda. Mi regala un bacio
passivo.
Ci
rimango visibilmente male.
-
Scusa… - mi dice sottovoce - non ero preparata.
Le lascio
qualche istante per prepararsi e la bacio ancora. Ma ricevo ancora un bacio
passivo.
?
- Forse
stiamo correndo troppo - commenta - Aspetta… io ho i tempi lunghi.
- Ma io
ti voglio.
- Mi
avrai… - risponde - ma dammi il tempo di capire cosa mi sta succedendo.
Mi da
un lieve bacio sulle labbra e se ne va.
- Ci
sentiamo domani! - esclama quando già ha percorso una decina di metri.
La mia
mente è in piena tempesta. Sono sopraffatto da uno stato di euforia con una
sfumatura di delusione. L’ho baciata e non mi ha respinto, però… però c’è
qualcosa che non va.
Con lo
stato d’animo destabilizzato dalla novità mi presento all’appuntamento con
Gabriella.
Cerco
di concentrarmi su di lei e, soprattutto, sulla sicura scopata che ci faremo,
ma, malgrado il roseo immediato futuro che mi aspetta, ho la mente persa su
Vanessa.
Gabriella
se ne accorge in poco tempo.
- Ehi,
007! C’è qualcosa che non va, stasera?
-
Scusami, ma ho la mente impicciata per una cosa che mi preoccupa.
-
Sarebbe?
- La
ristrutturazione di casa. Anzi, i soldi che occorrono per ristrutturarla. Non
ce li ho.
Ne
parliamo una decina di minuti, mi da i soliti consigli di incoraggiamento del
caso.
-
Significa - dice stringendomi la mano - che dopo te ne vuoi star solo soletto a
pensare ai tuoi guai oppure credi che un po’ di sana ginnastica sessuale ti
potrebbe aiutare?
Dopo
un’oretta siamo a casa sua.
E’ un
ciclone. Una belva affamata di sesso. Una dominatrice del letto. Nelle sue mani
mi sento come un giocattolo. Fa tutto lei, per fortuna. La mia mente è ancora
persa dietro ai baci con Vanessa, praticamente mi immagino di scopare con lei.
Rientro
a Carpaneta stanco e confuso.
Per la
prima volta in vita mia non riesco ad inquadrare la situazione, sembra che
tutto mi giri attorno troppo velocemente perché sia in grado di capirlo e
goderlo.
Ho
bisogno di confidarmi e avere il parere di una persona amica.
Scarto
a priori Serena. Ma anche Domiziana ed Agata, non ho la giusta confidenza con
loro. Mi rimane l’amico Ken.
Gli
scrivo una mail. Lunga, la più dettagliata possibile. Mi apro completamente,
anche se non sono sicuro di riuscirci scrivendo.
La
invio e noto che anche Ken mi ha scritto.
Ciao Gatto
Ho cominciato a scrutare dentro al pc della
tua amica.
Ci sono diverse cose interessanti.
Prima di pronunciarmi, però, voglio leggere
alcune sue cartelle protette.
Anche tu hai una cartella personale, la
signora sta raccogliendo dati su di te, anzi,
praticamente li aveva già raccolti prima che
tu tornassi in Italia.
Sei sicuro che la fanciulla non sia dei nuovi
Servizi Informativi?
Per quanto riguarda la scomparsa del
volontario,
ancora non ho avuto tempo di verificare,
porta pazienza.
Sai? Comincio a divertirmi pure io!
Sembra di essere tornato ai bei vecchi tempi.
Giudizio!
Ken
Rimango
perplesso e preoccupato da quanto letto.
In
effetti c’è qualcosa che non mi torna di Gabriella. Tutto troppo facile, ne ho
avuta la sensazione fin dall’inizio. Perché, poi, dovrebbe aver preso
informazioni su di me ancora prima che tornassi?
ci sarà mica lo zampino di sua zia?
La
mattina dopo sono precettato da Serena.
- Dobbiamo fare un salto dal responsabile dell’impresa edile. Ti
vuole illustrare le opere da fare, i tempi e la spesa per restaurare il tuo
convento.
Un’altra
mattinata persa. Vorrei fare altre cose, più urgenti e interessanti per me ma,
devo fare buon viso a cattiva sorte anche perché Serena ne deve rimanere
all’oscuro.
Mentre siamo in auto arriva il solito SMS.
Ciao bello!
Stamattina sono fuori a lavorare.
Ti faccio uno squillo nel pomeriggio
così ci vediamo, se sei libero.
Vanessa
-
Ancora messaggini? - indaga Serena.
-
Gabriella - le rispondo.
- Strano…
- prosegue - Gabriella li odia i messaggini.
- L’amore
fa fare questo ed altro, già me ne ha
spedito uno, ricordi? - dico sorridendo.
- Vacci
piano, soldatino!
soldatino? perché ha rispolverato il
nomignolo che mi dava Domiziana?
Poco
dopo una telefonata.
Francesco
Evangelisti
- Ciao
trombatore del sabato sera! Sono arrivate le tue confezioni di Viagra. Quando
passi a ritirarle che le casse del Vaticano hanno bisogno di denaro fresco?
-
Appena posso, Francesco! Ti richiamo io più tardi, se non ti dispiace.
- Certo
che mi dispiace se mi rompi i coglioni mentre sto lavorando! Che stai facendo?
Sei ancora tra le cosce di una bielorussa?
-
Francesco… non sono solo. Ti chiamo dopo.
- Mi ci
fai parlare? Così le racconto cosa fai quando vieni a Roma!
- Ciao,
Francesco! - chiudo la comunicazione.
Serena
mi guarda incuriosita ma non dice nulla.
- Devo
andare un paio di giorni a Roma - le comunico - Sono arrivate le medicine.
- Vai
domani? - chiede.
- Non
lo so. Ancora ho qualche pastiglia nel blister.
Nel
pomeriggio ancora un SMS di Vanessa che mi aspetta per un caffè alle 16,00.
Quando
sto andando all’appuntamento mi arriva un altro suo messaggio che sposta
l’incontro alle 18,30 per un aperitivo, stavolta.
il solito imprevisto… questa vive di
imprevisti!
Ne
approfitto per fare una cosa che avrei voluto fare qualche giorno prima.
Me ne
vado in un Briko Center a comprare dell’attrezzatura particolare.
Una
tuta antistrappo, degli scarponcini da trekking, un casco da speleologo con il
faretto, delle torce piccole ma potenti e un rotolo di corda più sottile di
quella che ho trovato a casa mia. Butto tutto nel bagagliaio della mia Range e
vado all’appuntamento con Vanessa.
Rimaniamo
per un’ora nel locale a chiacchierare poi le faccio, a bruciapelo.
- Non
mi dire che stasera hai impegni. Ti porto a cena fuori.
-
Veramente avrei da fare e, poi, non sono in formissima.
-
Significa? - chiedo col tono tra il deluso e l’incazzato.
- Che
ho quelle cose che vengono ogni mese alle donne. Hai presente? Da stamattina ho
preso due Antalgil e, ancora, mi sento spossata e con tutte le ossa rotte. Le
mestruazioni, per me, sono un vero martirio. Una settimana di passione.
Smontato.
Nulla
si può contro l’indisposizione fisica se, poi, è da mestruazioni, non ci sono
santi che tengono. Mi ricordo che anche Antonella, quando le aveva, era piena
di dolori e facile all’incazzatura, infatti si litigava spesso.
- Ti
capisco… - dico - ma, se te la sentissi di venire a cena, mi farebbe piacere.
- Mi
capisci… nel senso che anche tu le hai?
- Sì!
Noi uomini le abbiamo sempre di rimbalzo, nei vostri stessi giorni.
e anche stasera pugnette e gassosa!
Ma non
faccio il cavaliere, al momento del saluto la appoggio alla fiancata del Range,
la bacio con passione e le palpo dove posso e scopro che ha ancora le calze di
seta col reggicalze e le regalo qualche esplicito colpo di reni.
Reagisce
agli stimoli e, per evitare troppi strusciamenti mi appoggia la mano sulla
patta dei pantaloni e comincia a massaggiarmi il cazzo.
finalmente un segno di vita!
Ma poco
dura, dopo un paio di minuti mi allontana, si ricompone e mi dice che deve
scappare.
almeno
un pompino o una sega, però…
Rimango
solo, scoglionato e infoiato.
Tento
si salvare la serata con Gabriella. Non può, è di servizio.
merda!
Tornando
a Carpaneta penso se sia il caso di fare un salto, dopocena, alla ‘Luna’ a
cacciare qualcosa, poi, faccio una riflessione .
cazzo! mi sto comportando come Giorgio Gaddi!
basta che stasera lo infilo da qualche parte… non mi piace… sarà mica l’aria di
Carpaneta che mi riduce così?
Nel
dopocena decido di passare all’azione, niente fica, però.
Saluto
Serena ed esco con una scusa. Vado a Migiana, a casa mia, devo fare quel
controllo.
Arrivo
davanti al portone di casa e, mentre scendo dalla Range, noto una Punto bianca
con un uomo che sta fumando dentro mentre legge una rivista.
Apro il
portone e scarico il bustone con l’attrezzatura comprata al Briko.
Mi
vesto con la tuta e preparo tutti gli attrezzi, accendo le torce per vedere se
ho inserito bene le pile. Riprendo la corda per scendere nel pozzo, la fisso
alla colonna provo la tenuta del nodo. Mi accorgo di aver dimenticato in auto
la corda più piccola, comprata.
Esco,
apro il bagagliaio della Range e vedo che la Punto bianca se n’è andata con il
suo proprietario.
Torno
dentro e, prima di calarmi nel pozzo, faccio una ricognizione nel mio
appartamento.
Mentre
sto uscendo sento una voce e vengo investito dal fascio luminoso di una torcia.
Sembra buono!... |
lunedì 27 aprile 2015
sabato 25 aprile 2015
ANNUNCI & DEDICHE
CAMBIO DELLA GUARDIA!
Troppe novità e cambiamenti tra i Gatti di Monte Malbe in questo periodo!
Ma la notizia di oggi è una di quelle da prima pagina!
Il nostro amato Capocolonia TAZZA ieri è stato ingabbiato dal Capo e portato alla Reggia in osservazione: sembrava infatti quasi ubriaco, barcollante e alquanto svampito.
- Le cose sono due - ha specificato il Capo - o avete di nuovo saccheggiato la dispensa del convento e portato via tutta la birra, e sapete bene che TAZZA non la regge, oppure è un caso di sindrome vestibolare causata dagli acari. Lo trattengo un paio di giorni alla Reggia e lo disintossico: pane e acqua e Strongold!
- Ma Capo... - abbiamo provato ad obiettare - chi reggerà le sorti della Colonia durante la sua assenza?
In un batter d'occhio il Capo si è travestito da Papa e sguainando una pesante spada in puro oro cinese a 2,4 carati ha insignito del titolo di Capocolonia pro tempore BAIOCCO e LITTORINA che, inginocchiati come da protocollo, hanno giurato fedeltà al Capo e piena osservanza delle sue follie da demenza senile.
Vi aggiorneremo sui futuri sviluppi...
Per il momento TAZZA sta canticchiando:
- Guardo gli asini che volano nel ciel... -
TAZZA in una delle sue molteplici performance da sobrio |
venerdì 24 aprile 2015
giovedì 23 aprile 2015
martedì 21 aprile 2015
ANNUNCI & DEDICHE
SAETTA
SAETTA il Vagabondo, l' Imprendibile, l' Esploratore, il Girovago della Colonia Nuova di Monte Malbe non fa più visite né dà notizie di se da più di due mesi. Cominciamo a temere il peggio, anche se SAETTA è un randagio furbo e scafato.
Se lo avvistate ditegli di spedirci almeno una cartolina!
lunedì 20 aprile 2015
domenica 19 aprile 2015
IL SOLARIUM LETTERARIO
NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto Dell' Eco
(e l'ignoto gattaro)
8a puntata
PIUMA e MIRAGE, le nuove arrivate, chiedono lumi sul romanzo
che stiamo leggendo. Il povero PALLUCCHINO è costretto a fare una sunto di
quanto letto e del romanzo precedentemente letto.
In totale quasi tre pagine!
- Tutto il resto è noia… - ha commentato il Professore.
8)
Manco
a farlo apposta, la mattina dopo ricevo la telefonata di Gabriella.
come fa ad avere il
mio numero?
-
Ciao Andrea! - poi una sfilza di convenevoli e complimenti vari.
cazzo vuole?
-
Veniamo al dunque. Nel pomeriggio devo andare al Deposito Giudiziario. Se vieni
puoi vedere la tua auto e prendere i moduli per fare il dissequestro.
-
Mi spiace, ho da fare. Sarà per la prossima…
Un
attimo di silenzio di troppo nella replica.
-
Va bene. Peccato, mi sarebbe piaciuto poi invitarti a cena. Conosco un localino dove cucinano molto bene e non ti
spellano.
-
Purtroppo l’impegno si protrae anche per la cena… e dopo la cena, mi spiace.
-
Ho capito. Non importa. Ci risentiamo. Ciao!
-
Ciao -e la conversazione si chiude.
Ora
ho un problema in più. Inventarmi un impegno per il pomeriggio e la sera.
Mentre
ci sto pensando squilla di nuovo il telefonino. Rispondo.
-
Ciao! Sono sempre io. Visto che, probabilmente, non ti va di impegnare il tuo
tempo in vuote chiacchiere, vuoi venire a cena con me per parlare di cosa non
ho trovato nel tuo fascicolo personale che abbiamo in Questura?
-
Sarebbe una cosa lunga e penosa e non sono sicuro che mi andrebbe di parlarne.
-
Non ti preoccupare, parlo solo io, se vuoi. Anzi, ti leggo le indagini e le
deduzioni di mia zia sul tuo conto. Ti va?
-
Dove e a che ora.
-
Alle 21 al ‘Sedano’. Sai dove è?
-
No, ma l’ho sentito nominare, lo trovo, non ti preoccupare.
-
E della tua auto non te ne frega un cazzo?
-
Se ci devo pure spendere sopra, no.
-
Quello è inevitabile, ma ora, mi informo. Ciao. Sii puntuale.
non molla
l’osso, peggio di sua zia
Comunico
la lieta novella a Serena, è visibilmente soddisfatta.
Io,
per niente, non ho voglia di ricominciare a giocare al gatto e il topo.
Impiego
la mattina in maniera fruttuosa. Trovo finalmente l’auto per me.
Una
splendida Range Rover 2° serie, rossa metallizzata, a gasolio, con il cambio
manuale, veramente ben tenuta e con pochi chilometri all’attivo nei suoi dieci
anni di vita.
Unico
neo, ha la chiave a scomparsa nel telecomando con un obbrobrioso portachiavi di
stoffa e corda della concessionaria.
per 9.000 euro
potevano metterci almeno un portachiavi di vile metallo!
Vado
a disbrigare le pratiche burocratiche all’ACI e all’assicurazione ad aprire una
nuova polizza. Entro negli uffici della Umbra Assicurazioni e, mentre sto
riempiendo uno dei tanti moduli, aiutato da una graziosa impiegata scorgo una
figura familiare.
Una
giovane donna. Mi blocco e comincio ad osservarla, la conosco, ne sono sicuro,
ma ha un qualcosa di differente. La donna si sente osservata, si volta, mi da
un’occhiata di sfuggita, poi, si ferma e mi osserva più attentamente.
-
Andrea! - esclama - Che sorpresa! Cosa fai qua?
-
Vanessa! - ho avuto la folgorazione - Che ci fai tu, qua?
Mi
alzo, ci abbracciamo, un lieve bacio di saluto sulle guance e i moduli possono
pure andare a cagare.
-
Ora lavoro qua - chiarisce - E, tu? Sei tornato definitivamente in Italia?
-
Definitivamente non lo so. Sono tornato da pochi giorni, ma già vorrei scappare
via.
-
Perché ?
-
Sono successe troppe cose poco piacevoli.
-
Qualcosa so.
?
-
Perché non ci vediamo una sera per una pizza e quattro chiacchiere? - le dico senza perdere tempo.
-
Mi farebbe piacere, ma… la sera ho spesso da fare.
-
Una sera che non sei impegnata e che ne hai voglia, senza impegno - prendo uno
dei moduli e ci scrivo il numero del mio cellulare - Questo è il mio numero.
Chiama quando vuoi. Mi farebbe veramente piacere fare quattro chiacchiere.
Prende
il foglio in mano e mi sorride.
-
Ora abito a Carpaneta, da Serena - le comunico con espressione ingenua.
Non
sorride più.
-
Appena posso ti chiamo. Ora scusami, ho da fare.
-
Prego. Chiama, però.
Finisco
lo stillicidio delle firme e me ne vado con la polizza di assicurazione in
mano.
Mi
fermo in un bar a farmi di caffeina e a riordinare le idee.
cazzo sarà successo?
ha cambiato espressione in un nanosecondo… ci devo fare una bella
chiacchierata… è sempre più bella, speriamo chiami.
Chi mi chiama, invece è Claudio. Quando posso
devo passare dal Tigre.
è’ un fulmine quel
ragazzo!
Ci
passo nel tardo pomeriggio.
-
Per la SIG devi aspettare qualche giorno. Per questo - mostrandomi il piastrino
- ho già qualche notizia.
Mi
siedo.
-
Soldato William Betz – addetto alle comunicazioni – 56° Recce Corps – 78 a
Divisione - VIII Armata britannica -
nato a Londra il 18 gennaio 1920 – ufficialmente disperso in azione il 5 luglio
1944 in Umbria. Ecco il tutto - fa visibilmente soddisfatto.
-
Disperso in che azione? E dove? - chiedo.
-
Questo non si può sapere. Sicuramente è negli archivi del British Army, ma non
sono raggiungibili.
-
Si può fare una richiesta? - gli chiedo.
-
Ci provo, ma non ho agganci là.
Mi
segno tutto quello che mi ha detto e mi riprendo il piastrino.
-
Ehi! - protesta il Tigre.
-
Questo non fa parte dello scambio - replico - se trovo qualcos’altro te lo
porto, stanne certo.
E’
giunta la fatidica ora dell’incontro con Gabriella.
Sono
puntuale, come mio solito, lei non lo è. Mi fa aspettare per una buona
mezz’ora.
Finalmente
arriva con un’agenda sottobraccio e ci accomodiamo al tavolo.
Lascio
a lei il compito di rompere il ghiaccio.
-
Cos’è che non ti piace in me?
-
Solo la parentela.
-
Cos’è successo con mia zia?
-
Domandalo a lei.
-
Non fare il misterioso, ex agente del SIM e del SIG. E’ vero che ora sei nei
nuovi Servizi?
-
No. E’ una fantasia di tua zia.
-
Pure la mia, allora. Con la zia non ci parliamo.
Rimango
interdetto e chiedo lumi con lo sguardo.
-
Lei ha sempre sostenuto che non fossi una buona poliziotta. E il fatto che,
grazie a lei, io sia diventata ispettrice l’ha incattivita ancora di più nei
miei confronti.
-
Come… grazie a lei? - domando.
-
Quando l’hanno trombata, per ripulirsi la coscienza, le alte sfere mi hanno
promosso e trasferito a Perugia.
-
Dove eri prima?
-
Chioggia, poi, in Sardegna.
-
In Sardegna, dove?
-
Ha importanza?
Faccio
cenno di no con la mano e mi appunto mentalmente quello che ha detto.
-
Sai cosa ha combinato mia zia per farsi trombare dopo tanti anni di lavoro?
-
Sì.
Ora
rimane interdetta lei.
-
Sìì? Cioè?
-
Chiedilo a lei.
-
Non fare lo stronzo, racconta.
-
Ha ragione tua zia, non sei una buona poliziotta. Altrimenti l’avresti scoperto
da sola.
-
E tu? C’entri qualcosa?
-
Io… c’entro sempre - ora lo stronzo lo faccio sul serio - Cosa vuoi da me?
-
Bella domanda. Prova ad indovinare.
-
Non sono un veggente.
-
Cosa mai può volere una trentacinquenne da un quarantenne?
-
Non ne ho idea. Mi sto chiedendo cosa può volere una poliziotta da un ex agente
dei Servizi.
Non
risponde.
Tante
domande e poche risposte, da ambo le parti. Si arriva al caffè.
-
Avrei bisogno di una sigaretta - comunico.
-
Qua si può fumare - risponde mentre apre l’agenda che si è portata dietro -Veniamo a te. Sai una cosa? Sei la prima
persona che conosco che non ha il suo fascicolo personale. Solo i dati
anagrafici, scarne notizie e date. Significa che te ancora lavori per i
Servizi.
-
Ti sbagli - rispondo pacatamente.
-
Però… - continua - qualcosa ho trovato comunque, alla faccia di chi dice che
non sono una brava poliziotta. Un vecchio file, in una cartella sbagliata, mia
zia, presunta brava poliziotta era un po’ disordinata nel lavoro. E ho trovato
un vecchio identikit.
Me
lo mostra.
-
Sai… senza la barba gli somiglieresti parecchio. E’ un presunto omicida, di un
trans, assassinato quasi sei anni fa a Perugia. Dalle impronte digitali trovate
sulla scena del crimine si è risaliti ad un certo Gennaro Esposito, che non sei
te, naturalmente. Il problema è che questo Gennaro Esposito è un pregiudicato
morto per overdose circa dieci anni prima. Sei il sosia di un omicida e, credo,
hai anche le impronte digitali di un morto o il computer centrale si è
sbagliato oppure qualcuno ci ha lavorato dentro scambiando alcuni dati. Che mi
dici?
-
Nulla, io non mi chiamo Gennaro Esposito.
-
Certamente! Però scommetto che quel trans assassinato lo conoscevi.
-
Dove vuoi arrivare?
-
Da nessuna parte. Ti faccio solo vedere come so lavorare. Mi è rimasta solo una
curiosità.
La
guardo invitandola a fare la domanda che le preme.
-
Che significano quelle tracce biologiche trovate sul divano, sul tappeto e
nella doccia? Ti sei semplicemente divertito un po’, cambiando menù, come
talvolta succede oppure sei gay e così tutto mi è più chiaro?
-
Non sono gay.
-
Va bene. Allora ti sei divertito un po’. Ti è piaciuto?
-
Avrei voglia di fare quattro passi, Gabriella.
-
Avviati pure fuori, pago il conto e arrivo.
Ci
facciamo quattro passi, altre vuote chiacchiere e siamo al momento dei saluti.
-
Non andiamo a casa? - chiede sorpresa.
-
Sono un senzatetto.
-
Appunto! Ti potrei ospitare per stanotte.
-
Così ricambierei la visita che hai fatto a casa mia - osservo sorridendo.
Lei,
invece, si ammutolisce e comincia a guardarmi sospettosa.
-
Chi te l’ha detto?
-
Serena. Mi ha raccontato della scomparsa del volontario. Spero che la mia casa
ti sia piaciuta.
-
Sicuramente ha vissuto tempi migliori.
-
E del volontario si è saputo più nulla?
-
Come mai ti interessa?-» domanda.
-
Non mi interessa, solo una semplice curiosità.
-
Non posso dirti nulla. Ancora le indagini sono aperte. - puntualizza - Anch’io
ho una curiosità che mi riguarda. Non ti piaccio?
-
Gabriella… sei bella e mi piaci, ma non ho voglia di infognarmi in una
relazione. Ora ho dei problemi da risolvere, voglio la mente sgombra.
-
E chi parla di relazione? Ho detto che ci dobbiamo fidanzare e, poi, sposare?
Non mi interessa una relazione. Già ce l’ho.
-
E allora cosa cerchi da me?
-
Andiamo a casa mia, te lo spiego.
La
mattina dopo esco dal suo appartamento con una certezza e un dubbio.
Ho
capito molto bene cosa vuole da me, o è ninfomane o erano mesi che non scopava.
Il
dubbio riguarda la sua relazione, per delicatezza non le ho chiesto nulla, ero
anche impegnato in altre faccende più gustose per perdere tempo in chiacchiere,
me lo dirà lei se lo vorrà. Ma se hai una relazione, non ti comporti così
sfacciatamente. Possibile che tutto questo interesse è solo per farsi una
scopata fuori via? Ma, se vuole, sai quanti ne trova pronti ad accontentarla!
mah… intanto prendi e
porta a casa
Squilla
il telefonino.
-
Ciao Andrea, sono Oleg. Ti vorrei parlare quanto prima, magari nel pomeriggio o
stasera a cena, ho un caso per le mani e vorrei una tua consulenza.
-
Confidi troppo nelle mie capacità. A cena può andare bene.
-
Ok. Prenoto e poi ti faccio sapere. Ciao!
anche lui ha il mio numero di telefonino… non
importa, stasera ti spremo ben bene per capire se sei tu la relazione di
Gabriella.
Poco
prima di tornare a Carpaneta squilla ancora il telefonino.
-
Ciao, sono Vanessa! Visto che ti ho chiamato, uomo di poca fede! Ce li hai
dieci minuti di tempo per un caffè?
-
Volentieri! Dove e quando?
Dopo
un’ora siamo all’AgipCafè di Via Cortonese.
Comincio
la mia meticolosa opera di corteggiamento, Vanessa è veramente splendida
vestita con un abitino che le scopre le gambe perfette e un sottile trucco al
viso che ne esalta i suoi occhi verdi. Noto che, chiunque entri nel bar, non si
trattiene dal darle un’occhiata più o meno prolungata. Chiacchieriamo per una
decina di minuti, poco più del tempo per fare una veloce colazione. Vanessa
deve andare da un cliente. Prima di salutarmi promette di richiamarmi presto e
si aspetta che io faccia altrettanto. Poi mi chiede se ho il computer e si segna il mio indirizzo di posta
elettronica.
-
Mi piace scrivere mail, con la scrittura riesco ad esprimere pensieri che non
mi riesce col dialogo.
Rimango
perplesso ma contento del caffè fuori programma, visibilmente contento.
Nella
mia mente ho già deciso di cominciare a pasturarla, come si dice nel gergo dei
pescatori, e telefonino, internet e dialogo vanno benissimo per questo scopo.
Avrei un’altra visita da fare, ma
oramai, si è fatto tardi, meglio tornare a Carpaneta a pranzo.
Racconto le novità, non tutte, a Serena
che vedo visibilmente soddisfatta. Prima di pranzo riesco ad aprire la posta
elettronica. C’è una mail di Ken.
Ciao
Gatto,
Ho iniziato quel lavoro.
Fortunatamente la fanciulla si è spedita un
file, che ti riguarda, credo,
alla sua casella di posta elettronica
personale.
Ho cominciato a inserirle micro virus, tra
qualche giorno dovrei avere libero accesso al suo pc.
Nel suo computer di lavoro non tiene nulla di
strettamente personale.
Stammi bene e tromba con giudizio.
Ken
P.S. Mica ti starai mettendo di nuovo nei
casini?
Questa Gabriella Mistretta è la poliziotta
che ti perseguitava?
Gli
rispondo
Ciao selvaggio!
Grazie per l’impegno.
Non ti preoccupare, niente casini in vista e
Gabriella è la nipote del commissario Mistretta che mi perseguitava, ma ha la
stessa grinta.
Già che ci sei fammi una rapida ricerca sulla
scomparsa di un volontario di “Progetto Pogo”.
Non so come si chiami né quando sia scomparso
ma, presumo, non più tardi di un anno fa,
comunque vedrò di farti avere qualche altra
informazione.
Gatto
P.S. Credo già di sapere il contenuto del
file che mi riguarda.
Sto meglio con o senza barba?
Finito
di pranzare chiedo a Serena se posso prendermi qualche libro da leggere dalla
biblioteca. Mi risponde di prendere pure quelli che voglio.
Ne
scelgo tre.
‘Autostrada’
di Lucarelli, il nuovo ‘Acqua in bocca’ di Camilleri e Lucarelli e ‘La
battaglia dimenticata’ di tale Kinrade, per cominciare a capire cosa succedeva
in Umbria nel 1944.
Comincio
a leggere proprio ‘La battaglia dimenticata’ ed ho subito una sorpresa.
Per l'occasione MIRAGE ha trovato il coraggio di entrare in Colonia |
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