La bellissima ELIDE all'inaugurazione della Colonia Nuova - Maggio 2010 - |
La storia de I Gatti di Monte Malbe, due bande di felini semirandagi che hanno adottato un umano in cambio della loro sussistenza giornaliera. (Vai a Presentazione)
venerdì 31 ottobre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
IL SOLARIUM LETTERARIO
VUOTO A PERDERE di Favio Bolo
14a puntata
Si è placata la tramontana e possiamo tornare sul… solarium
a proseguire la nostra lettura.
Assente ingiustificato il solito CORNIOLA che ancora starà
ronfando nella stalla del contadino insieme alle pecore.
18
Vado a controllare i lavori
di pulizia al mio appartamento di Migiana. Ricevo la visita, inaspettata, del
commissario Mistretta. Non abbiamo nulla da dirci: io non ricordo e lei
brancola nel buio. Ci prendiamo un buon caffè al circoletto, a Migiana non
esiste l’istituzionale bar di paese. Ha avuto l’ordine di riconsegnarmi il
passaporto: lo trova strano, crede che abbia raggiunto un qualche accordo
segreto con i servizi.
Mi lascia con la promessa
che controllerà tutti i miei movimenti.
Non le credo, al pomeriggio
sono di nuovo a Carpaneta.
spero di arrivare al nocciolo della questione
Al ritorno dall’ulteriore sopralluogo allo
spiazzo dove avevo trovato la cassetta con le monete trovo una busta gialla appoggiata sopra la cassetta
della posta. La prendo: è l’unica cosa che ho trovato in tutta la mattina, la
ricerca era stata completamente infruttuosa.
La apro in cucina. Ne esce un DVD e un foglio di
carta dove sta scritto:
HO BISOGNO DI
UN’INFORMAZIONE.
MARIO: 392-551907753
CHIAMI STASERA ALLE 21,00
BUONA VISIONE
Lo inserisco nel lettore del computer e rivedo
la scopata della sera prima con Domi e i due trans.
Malgrado lo stupore e la crescente incazzatura
mi si fa duro.
Sospendo il pranzo e il pisolo pomeridiano e mi
metto in caccia della videocamera. La trovo nascosta tra i libri di uno
scaffale della libreria. Perquisisco sistematicamente tutte le stanze che
abito. Un’altra videocamera è piazzata nella stanza da letto, il trasmettitore
è in cucina.
-Perché?- mi domando.
Alle 9 (ora di Carpaneta) chiamo questo Mario al
numero indicato. Mi risponde.
-Buonasera
signor Gaddi. Sarei felice di incontrarla domattina alle 11,00 ai tavolini del
Caffè Etrusco, a Perugia. Sarò solo con un pc e una cartina sul tavolo. Stia
tranquillo, da lei voglio solo una piccola informazione.-
-Perché?-
-Porti solo un po’ di pazienza. Quello che mi occorre è nella sua testa,
poi dimenticheremo tutti e due l’accaduto. L’aspetto domani.- Click.
-Perché?- mi ripeto ancora. –Perché questo ricatto? Cosa vorrà da me?-
Vado a letto con la convinzione che il tutto è una minaccia per farmi
smettere di fare domande sulla strage.
Alle 11 sono al Caffè Etrusco. Noto un tipo sulla cinquantina, poco
elegante - anzi sciatto - mezzo calvo e con gli occhiali che mi sorride. Sul
tavolino ha un pc e una cartina.
-Signor Gaddi, buongiorno! La ringrazio per essere venuto. Le ruberò
pochissimo tempo. Le faccio portare un caffè. E’ bene che tenga le mani in
bella vista sul tavolino, non vorrei che qualche suo gesto venisse equivocato.-
Lancia un sorriso a destra e sinistra. Lo seguo con lo sguardo ma non
vedo nessuno che risponde.
-Veniamo al dunque! Mi congratulo con lei per il ritrovamento della
collezione Alfano.-
-Veramente io …-
-Lasci perdere, so tutto. Quello che non so - anzi sappiamo - è il luogo
preciso del ritrovamento. E, soprattutto, se c’era anche qualcos'altro.-
-Sappiamo… chi?-
-Non ha importanza. Apra la cartina e mi mostri il luogo.-
Una cartina Kompass 1/50.000. Grossolana, come tutte le 1/50.000. Seguo
le strade, faccio un rapido calcolo.
-Qui-, indico con un dito al lato del passo.
-Bene! Ora vediamo nel dettaglio.-
Apre il pc e lo collega col telefonino.
Questa non la sapevo. Prendo appunto mentale.
-Ora vediamo le riprese satellitari. Ecco la zona. Ora allargo. Il
passo. Bene. Continui lei.-
Mi muovo col dito sul touch-pad. Allargo ancora. E’ molto più comodo che
girare con le cartine in mano.. Ora vedo anche il piccolo spiazzo con la
quercia. Allargo fine al limite. Si vede la quercia e l'enorme masso ben
definiti. (Meraviglioso!)
-Qui, in questo spiazzo.-
Controlla.
Apre un programma con le cartine IGM dell’Umbria caricate. Restringe le
riprese satellitari e fa la sovrapposizione. Salva la schermata. E’ un
professionista. Si prende anche le coordinate esatte.
-Benissimo! Questo glielo posso rendere!-
Appoggia sul tavolo il mio GPS.
-Non lo usa? Ho trovato solo le coordinate di Piazza San Pietro-,
domanda.
-Non mi è simpatico.-
-Peccato, le avrebbe evitato questa scocciatura. Sono sicuro che non ha
trovato altro, ma devo controllare lo stesso. Per una settimana non torni in
quel posto; potrebbe fare brutti incontri.-
-Cos’altro avrei dovuto o potuto trovare? I gioielli o il fantomatico
oro?-
-La vedo informato. Se vuole un consiglio - un saggio consiglio - lasci
stare questa faccenda. E’ una storia che aspetta solo di essere dimenticata.
Chi non ci riusciva ha fatto una brutta fine.-
-Lei la conosce tutta?-
-Solo quello che può servirmi. Il resto l’ho già dimenticato.-
In quello stesso istante vedo il Suzukino verde di Paola passare lungo
la strada. Istintivamente mi volto per nascondermi; non vorrei che mi vedesse e
venisse a fare casino. Il Suzukino prosegue, non mi ha visto.
-Ora voglio le registrazioni- intimo a Mario.
-A suo tempo! Prima devo verificare che dica la verità e che non abbia
veramente trovato altro. Poi avrà tutto.-
-Quando?-
-La chiamerò e le consegnerò tutte le buste che sono pronte per la
spedizione.-
-Che spedizione?-
-A tutti i suoi amici, ai direttori dei supermercati e a chi potrebbe
servire. Sarebbero sorpresi a vedere cosa succede in casa sua e anche la
reputazione della sua famosa fidanzata non ne trarrebbe giovamento. A
proposito, le sue amichette sono affascinanti. Soprattutto quelle due col
manico.-
-Silvia la lasci stare!-
-Vedremo. Adesso me ne vado. Aspetti cinque minuti prima di alzarsi dal
tavolo. E non dimentichi di pagare il conto!
A mai più rivederci.-
Si allontana con passo lento. E’ claudicante alla gamba destra. Eseguo
le istruzioni e pago il conto.
Torno a Carpaneta con la testa impicciata dai pensieri. Ancora non ho
capito a cosa puntava Mario. Mi ha detto di stare alla larga da questa storia,
ma era un consiglio, non l’ho intesa come minaccia. E’ interessato a qualcosa
che c’è e non riesce a trovare.
L’oro, tonnellate di oro… vuoi
vedere che esiste davvero!
In quel momento ho la folgorazione e il mio superstite neurone comincia
a lavorare febbrilmente.
Torno a casa e rileggo l’intervista e il link sulla cattura di Alfano.
Lo Zoppo parla del quarto camion, il link dice che i camion sono 3.
Il quarto camion è la chiave di tutto. 3 o 4 tonnellate di carico.
Troppe per la strada del passo. Facciamo 1. Toh, 1 tonnellata e mezza … E
insieme ci stavano i gioielli di famiglia con i monili etruschi che si sono
presi. Solo le monete, che erano facilmente identificabili nella provenienza le
hanno sepolte per sempre. Per sempre, finché non sono arrivato io col Mito. 1,5
tonnellate sono 1500 chili, 1.500.000 grammi! A una media di 50mila lire a grammo
fa (devo fare i calcoli 3 volte) 75 miliardi di lire. (quasi un 6 al
Superenalotto, pensavo meglio… forse allora sono 2 o 3 tonnellate…)
mi
avrebbero sparato per una manciata di miliardi? No…
Comunque ora devo chiedere aiuto a chi può darmelo.
-Ciao Silvia! Scusa, ma ho un problema- le telefono.
-Quale problema?- è seria, forse incazzata.
-Mi ricattano. Con un video.-
-La cosa ha a che fare con quello che mi avevi chiesto?-
-Forse.-
-Forse? Sì o no?-
-Diciamo che sono collegate. Poi ti spiegherò.-
-Cazzo! Ci sono già arrivati. Basta così. Parlo io.-
-Chi ci sono già arrivati?-
-Zitto! Chi altri c'è nel video?-
-Domiziana.-
-Gliel'hai detto?-
-No!-
-Non dirle nulla. Sistemo tutto io.-
-Ma…-
-Ciao.-
Click.
Neppure ‘bacio’… che cazzo sta succedendo? Silvia sa qualcosa di grosso.
Ma io che c'entro?
Dopo mezz'ora che sono a nanna a sognare gli angioletti il campanello
del primo cancello di Carpaneta inizia a squillare senza interruzione.
Chi cazzo rompe i coglioni quando dormo?
-Sono Paola! Aprimi subito.-
Cosa le sarà preso?
Entra in casa come una furia, neppure un “Ciao!”.
-Che ti succede?- le domando.
-Cosa ci facevi stamattina con quello?-
Azz… mi ha visto.
-Quello chi?-
-Quello seduto al tavolino del bar con te!-
-Che te ne frega, scusa.-
-CHE ME NE FREGA? CHE ME NE FREGA?-
-Non strillare, fino ad un attimo fa dormivo.-
-COSA GLI STAI VENDENDO?-
-A Mario? Nulla.-
-Chi è Mario?-
-Mario. Quello seduto al tavolino con me si chiama Mario.-
-Mario? E chi te l’ha detto?-
-Lui. Ma tu lo conosci!-
-Certo che lo conosco! E ringrazia che ti voglio bene, altrimenti
chiamavo subito i Carabinieri.-
-Perché?-
Paola si siede, ha la faccia stravolta. Si rialza, prende un bicchiere
nell’acquaio e lo riempie d’acqua fresca. Poi torna seduta.
-Dimmi cosa stai combinando con quello- dice pacatamente.
-Nulla: mi ricatta solamente.-
-Perché?-
-Questi sono affari squisitamente miei. Dimmi perché conosci Mario.-
-Mario-, Paola prende un altro bicchiere d’acqua, -non si chiama Mario,
bensì Fausto Ardenzi. E’ un ex colonnello dei Carabinieri del Nucleo Tutela
Patrimonio Artistico, pregiudicato e ricercato.-
-Ex carabiniere pregiudicato e ricercato. Perché?-
-Traffico illegale di opere d’arte. Il Vaticano, i Musei Vaticani, lo
proteggono. E’ un loro scagnozzo che traffica con ladri e tombaroli vendendo e
scambiando reperti e opere d’arte con trafficanti esteri. E’ stato cacciato dai
Carabinieri con disonore per complicità nel saccheggio di un importante sito
archeologico. Ripeto: cosa gli stai vendendo?-
-Ripeto: nulla. Voleva solo un’informazione.-
-Quale informazione?-
-Il luogo di ritrovamento delle monete.-
-Ohh! E tu gliel’hai detto!-
-Sì. Per un mio motivo ben preciso e che, comunque, rimane mio. Ora,
spiegami tu come questo Mario-Fausto sapeva che le monete le avevo trovate io.
Siamo in tre a saperlo: io, tu e il tuo direttore. Chi ha parlato?-
-Io no!-
-Neppure io, rimane il tuo capo. Domani lo vado trovare in ufficio:
vediamo cosa dice, con i denti in bocca o in terra.-
-Lascia perdere! Carlucci è in ferie.-
-Tornerà, prima o poi…-
-Perché ti ricatta?-
-Non sono affari tuoi. Come lo conosci?-
-Ha tenuto delle lezioni quando ero universitaria, una decina di anni
fa. Ancora era un pezzo grosso dei Carabinieri.-
-Dammi qualche notizia su di lui.-
-Perché?-
-Altrimenti pianto un casino a te e al tuo capo che vi mandano a fare le
pulizie dei cessi a Pompei.-
La minaccia raggiunge l’obbiettivo.
-E’ ricercato dai Carabinieri, ma è solo una facciata. Ha amici potenti
in Vaticano ed è intoccabile.-
-Questo non mi interessa. Voglio sapere della sua vita privata: dove
posso rintracciarlo.-
-Non saprei proprio. Ti posso dire solo qualche pettegolezzo che ho
sentito. E’ tirchio, spietato e attaccato al soldo in maniera patologica.-
-Tutto qua?-
-No. E’ omo, gli piacciono i travestiti. Dicono che prima ci si diverta,
poi mostra il tesserino dei Carabinieri, l’originale o una copia, per
minacciarli e non pagare. Una volta gli è andata male: un trans argentino lo ha
massacrato di botte. Da allora zoppica alla gamba sinistra.-
-Destra-, la correggo.
-Non so altro.-
-Bene. Ora vattene e non rompermi più i coglioni fino al prossimo
millennio.-
Paola obbedisce. Se ne va senza proferire parola.
Mi faccio un altro caffè e vado al computer. Lo interrogo su Fausto
Ardenzi. Leggo tutti gli articoli disponibili sul traffico di opere d’arte in
cui è coinvolto. Trovo pure una sua foto. La stampo.
Poco dopo cena mi arriva la consueta telefonata di Silvia. Si ciancia
del più e del meno per una ventina di minuti. Prima di salutarci mi fa una
raccomandazione.
-Ricordati di passare domani mattina dalla Gigetta!-
-Perché?- chiedo ingenuamente.
-Ti preparava i fagioli con le cotiche. Valli a prendere, altrimenti ci
rimane male.-
Fagioli con le cotiche? Per me?
Poi realizzo che è ordine in codice, il codice di Silvia. Domattina devo
passare dalla Gigetta che mi deve dare qualcosa.
?
Lo metto in conto ma prima decido di fare un salto al salone di massaggi
di Domi.
Vado nel suo ufficio e le chiedo di poter parlare, in privato, con
Andrè: il suo collaboratore di fiducia, noto travestito, non a scopo di lucro,
di Perugia.
-Non qui nel mio ufficio e nella mia azienda-, risponde la
lesbo-ninfomane che revisiona periodicamente il mio apparato riproduttivo.
Accetto di parlarci nell’ufficio, con Domi.
Arriva e le porgo la foto di Ardenzi.
-Lo conosci?-
Andrè squadra la foto ma non risponde. Capisco che sta aspettando un
qualsiasi cenno da Domi.
Domi prende la foto e dice: -Lo conosciamo. Bazzica la “Luna” da qualche
giorno. Non è un buon cliente.-
-Cliente di chi?- domando.
-Perché lo cerchi?- replica.
-Ci devo parlare.-
-Vieni stasera alla “Luna” e te lo presento. Entro mezzanotte, però.-
-Ci devo parlare da solo e in un luogo isolato.-
-Capito. Vuoi sapere delle sue abitudini?-
-Magari. Dove abita, se solo o con altri e che luoghi frequenta.-
-Sarà fatto, cow-boy! Ti aggiornerò telefonicamente.-
-No. Appena sai qualcosa chiamami per ricordarmi una stronzata
qualsiasi. Non fare il suo nome.-
-Cosa sta succedendo?- indaga.
-Devo regolare un conto. Meno ne sai e meglio è, per tutti.-
-Ok. Ora vattene che dobbiamo lavorare.-
Vado e passo dalla Gigetta che mi accoglie tirando su un pacchetto dal
sottobanco.
-Ecco Signorì! E’ arrivato stamattina con quelli che portano i soldi
alle banche.-
-Chi?-
-Le guardie che girano col furgone pieno de soldi e ‘gnitanto ne
rapinano qualcuno.-
-Ah. Grazie!-
Esco e apro il pacchetto. C’è un telefonino, giallo. E un biglietto.
LA BATTERIA E’ GIA’ CARICA. HA UN CREDITO DI 250.000 LIRE.
TI CHIAMERO’ ALLE 18,00. NON RISPONDERE AD ALTRE TELEFONATE
E NON LO UTILIZZARE PER CHIAMARE CHICCHESSIA.
QUANDO TI CHIAMERO’ STASERA NON RISPONDERE DA DENTRO CASA,
ESCI FUORI.
A PIU’ TARDI.
LEGGI BENE IL TUTTO QUATTRO VOLTE POI BRUCIA IL BIGLIETTO.
Chicchessia! Ma dove cazzo li trova ‘sti termini!
Alle 6 in punto (ora di Carpaneta) squilla la banana. La afferro, vado
nel piazzale e rispondo.
-Pronto!-
-Sono io, stupido!-
Cominciamo bene…
-Ma che cazzo vai combinando?-
-Perché?-
-Quegli atti che mi avevi chiesto, quelli sulla strage, sono secretati.-
-Cioè?-
-Coperti da segreto di Stato. Mi hanno chiamato dal Ministero della
Giustizia per sapere il motivo della mia richiesta.-
-E tu gliel’hai detto?-
-Ma se neppure lo so cosa stai combinando, asino!-
Dajee!
-Non ho fatto il tuo nome ma, come vedi, ci sono arrivati lo stesso a
te. Ora spiegami per filo e per segno quello che stai combinando e perché
quelle due ti stanno ricattando.-
Quelle due? penso tra me.
Le spiego per filo e per segno tutto. Ometto solo la leggenda dell’oro,
il fatto che a ricattarmi non siano due donne ma un certo Fausto Ardenzi, e
che, in qualche modo, ci entri la “vacca rossa”, come lei appella Paola.
-Sei un coglione!- puntualizza.
Tombola!
-Invece di fare il cittadino modello che riconsegna allo Stato le
monetine trovate nella foresta potevi buttarle via dentro a un cassonetto della
spazzatura, come fanno tutti!-
E’ avvocato…
-Ora-, prosegue, -tu stai buono e fermo. Non fai nulla di nulla e non ne
parli con nessuno. Devono arrivare alla conclusione che la faccenda, per te, è
morta e sepolta.-
-Perché?-
-Perché altrimenti seppelliscono te, idiota!-
La prossima volta che la lego al letto, invece di violentarla, ce la
lascio una settimana.
-Mettitelo bene in testa: a te questa storia non interessa più. Ripeti
con me: questa storia non mi interessa più.-
Poi cambia bruscamente tono.
-Chi altri c’era nel video?- chiede.
-Altri?-
-Non fare il coglione, per favore! Se eravate solo tu e Domi non credo
che ti saresti preoccupato del ricatto.-
Chiudo gli occhi e confesso.
-Io, Domi e altre due.-
-E questo sarebbe un video da ricatto? Con tre donne!-
-Le altre due avevano il manico…-
-Ah! E tu? Cosa ci hai combinato?-
-Tutto.-
-Tutto-tutto?-
-Tutto-tutto-tutto.-
-Ma bravo! Complimenti! E quando sei con me guai a parlare di altri
cazzi nel letto! Ora sistemiamo questa faccenda, poi…-
-Poi?-
-Poi ci penserò io a organizzare qualche serata come si deve a casa
tua!-
-Scordatelo!-
-E tu ricordati quello che devi fare! Se mi devi chiamare per questo
problema usa solo ed esclusivamente il telefonino che hai in mano e chiamami al
numero da cui ti ho chiamato.-
-Con la banana- sottolineo.
-Che banana?-
-Il telefonino che mi hai spedito, sembra una banana.-
-Il telefonino una banana? Giorgio: i trans, la banana… c’è forse
qualcosa che sta cambiando in te?-
-Vaffanculo, bella!- Click.
Perfetto! Ricattato, deriso e incompreso.
Stoppo la lettura per farmi una sigaretta nel
piazzale. Il pensiero torna a Marta, alla serata con Marta. Quella non me la
sono dimenticata. Cerco, invece, di immaginarmi la serata di Giorgio con Domi e
i due trans. Quando qualcosa comincia ad agitarsi dentro gli slip capisco che è
il caso di godersi il panorama senza pensieri in testa.
La mattina successiva ho un’urgenza, devo assolutamente verificare una
cosa. Malgrado le raccomandazioni di Ardenzi salgo su al passo, ma facendo
un’altra strada, più lunga e più faticosa.
Voglio verificare se l’agguato alla colonna dei camion è stato fatto
lassù. Quasi alla fine della radura, in direzione opposta a San Gerolamo, c’ è
una strozzatura naturale. A sinistra un costone roccioso, a destra, ad appena
cinquanta metri di distanza, inizia il bosco di alberi d’alto fusto.
E’ l’ideale per un imboscata: spari dall’alto sopra le rocce e ad
altezza d’uomo dal bosco, senza pericolo di fuoco amico. Nessuno sarebbe uscito
illeso dall’agguato. Inizio la ricerca col Mito e cominciano ad affiorare
frammenti dello scontro a fuoco. Ogive conficcate sulle rocce e in terra,
bossoli di proiettili da guerra di varie dimensioni, due bottoni, un distintivo
delle SS, uno specchietto retrovisore con il vetro rotto, una monetina tedesca:
2 Reichpfenning del 1940, ottimamente conservati. Sposto la ricerca nel bosco.
Tiro su una quantità impressionante di bossoli del Moschetto ’91 e altri, forse
inglesi. Trovo anche molti proiettili integri, sempre del Moschetto italiano.
La mia intuizione è suffragata dalla mole di ritrovamenti. Non ho
bisogno di andare dal Tigre per farmi spiegare cosa ho trovato.
Il pomeriggio arriva la telefonata di Domi.
-Vieni domattina, c’è una promozione sulla depilazione definitiva al
pube. Ti dovrebbe interessare. Ciao finocchio, a domani!-
-Ciao…-
-Ardenzi abita in un monolocale
di Via dei Barutoli, al 322, nel centro storico di Perugia. Da solo. Come ti ho
già detto viene spesso alla “Luna”, la sera. Domani verrà: ha un appuntamento
alle 23 con una “ragazza”.-
-Una ragazza?- replico –Ma è finocchio!-
-Ho detto ragazza, tra virgolette. Cerca di capirmi al volo.-
-Sicura?-
-Scommettiamo?-
-Cosa?-
-Se domani sera viene alla “Luna” mercoledì porto ancora Vanessa e
Lucrezia e casa tua. Vanessa avrebbe una certa fantasia sul tuo culetto.-
Le lancio uno sguardo di sfida: -Accetto! Se non venisse vinco e la
fantasia me la tolgo io!-
-Aggiudicato.-
CORNIOLA, il solito assente ingiustificato |
martedì 28 ottobre 2014
ALLERTA METEO
DIARIO DI BORDO
Anche noi randagi della Colonia abbiamo il nostro servizio
di protezione felina con allerta meteo basato su rigorosi modelli matematici.
Allerta 0 – ‘Anto’, fa caldo!’
(il
Capo porta i viveri in leggere scarpe da ginnastica, t-shirt e pantaloncini
corti, rigorosamente kaki)
Allerta 1 – zzzzzz… ciaff!
(le zanzare hanno individuato un idiota in
giro per il bosco in pantaloncini corti e corrono a banchettare; i pantaloncini
del Capo diventano lunghi e leggeri, ma sempre kaki)
Allerta 2 – vento silenzioso
(si alza una leggera brezza che
costringe il Capo ad indossare la felpa d’ordinanza)
Allerta 3 – black rain
(pioggerellina sottile mista a nebbia che
inzuppa senza accorgersene; il Capo sostituisce l’intero guardaroba: scarpe,
pantaloni e felpa con indumenti più adeguati)
Allerta 4 – ‘Anto’, fa freddo!’
(compare addosso al Capo il
pile d’ordinanza, i pantaloni diventano pesanti e ancora kaki, ma con la
variante mimetica inglese)
Allerta 5 – venti di guerra
(si alza la tramontana, vero
flagello di Monte Malbe, il Capo inaugura la zucchetta in lana kaki e viene
riesumato il millenario Barbour che ancora puzza di petrolio)
Allerta 6 – pioggia forte e rovesci
(compaiono gli scarponi
bassi da trekking ai piedi del Capo, un lungo poncho impermeabile e in zucca il
cappello antipioggia del cacciatore di Duffy Duck)
Allerta 7 – freddo polare, solitamente accompagnato da forti
venti di tramontana
(la zucchetta del Capo si trasforma in passamontagna stile
rapina alla farmacia e le mani vengono rivestite in guanti di lattice, forse
per non lasciare impronte, il Barbour viene sostituito da una calda giacca a
vento, purtroppo kaki il Capo non l’ha trovata in saldo)
Allerta 8 – neve, tanta neve
(tutto come sopra, ma gli
scarponi da trekking diventano quelli alti e sopra ai guanti di lattice
compaiono guanti in lana)
Allerta 9 – CREMINO è gentile ed educato con tutti, Capo
compreso: temiamo il cataclisma.
CREMINO si gode i frutti dell'ultimo cataclisma scatenato |
domenica 26 ottobre 2014
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