Questo
doveva essere il classico post di benvenuto per due nuovi cuccioli abbandonati
in Colonia invece, con una sfumatura di amarezza che ti lascia la bocca
cattiva, diventa uno spunto di riflessione; UN CASO DI COSCIENZA, così si
potrebbe titolare il post.
La
notizia è che ieri mattina hanno abbandonato due gattine di circa tre mesi di
età in Colonia. La prassi, che ho volutamente infranto, dice che i piccoli di
tre mesi debbano essere messi in sicurezza, curati (se necessario), sverminati,
spulciati e vaccinati. Nel frattempo si cerca la loro adozione. Sempre da
prassi, passata una settimana dal secondo vaccino, i non adottati (e io viaggio
su percentuali ridicole di adozioni) dovrebbero tornare in Colonia. Questa era
la regola della Reggia fino a qualche anno fa; dura lex, sed lex. Una postilla
diceva pure che se i piccoli fossero stati sani, autosufficienti e in compagnia
di fratelli o parenti sarebbero rimasti in Colonia senza transitare dalla
Reggia. Da tre anni a questa parte gli abbandoni, o i recuperi, sono stati
sempre di gatti bisognosi di cure o troppo piccoli per rimanere senza
controllo. Così è diventato che la Reggia ha assunto la connotazione di
brefotrofio invece di quella originaria di ricovero per gatti anziani o impossibilitati
per qualsiasi causa a sostenere la vita di Colonia. Per svariati motivi questo
cambio non ha mai avuto il mio consenso quindi ho deciso di tornare alle
vecchie ferree regole: i piccoli autosufficienti e sani rimangono in Colonia e
da lì si tenta l’adozione.
Perché?
Molto semplicemente pensate di avere in giro per casa gattini che avete curato
(e forse salvato da morte), svezzato e tirato su. Hanno conosciuto l’ambiente
domestico con gli altri gatti che lo popolano. Ora pensate dopo un paio di mesi
di questa vita prenderli e piazzarli in un luogo che non conoscono, con nuovi
gatti e pericoli mai considerati: non sarebbe un vero e proprio abbandono?
(anche se controllato)
Il
fatto: stamattina una delle due piccole non c’era più, rabbia, tristezza,
consapevolezza di aver fatto una leggerezza; quel senso di sconforto che ti
prende e te lo tieni per lungo tempo. Ho subito pensato ad un predatore, un
tasso, una volpe, che ha avuto gioco facile della piccola indifesa e ancora non
conscia dei pericoli del bosco.
Nel
pomeriggio ho realizzato che le assenze erano due: la piccola (già battezzata
NICOLINA) e il conosciuto PALLUCCHINO. Ora, per predare PALLUCCHINO ci vuole
minimo un velociraptor, e a Monte Malbe non ce ne stanno più. Accantonata (ma
non esclusa) l’ipotesi predatore si è affacciata in maniera predominante quella
di un qualcosa che abbia spaventato i gatti costringendoli ad allontanarsi in
fuga. Ma gli altri presenti erano piuttosto tranquilli.
Finito
tutto il preambolo (noioso, ma necessario) rimane il fatto che una piccola è
scomparsa in maniera misteriosa e con piena colpa da parte mia.
Rimane
solo da aspettare e vedere gli sviluppi della situazione; per PALLUCCHINO non
nutro particolari preoccupazioni, per NICOLINA enormi.
E
l’altra gattina?
Derogando
alle regole, leggi, cazzi e mazzi, BIGNE’, così si chiama, è stata imbarcata
nel trasportino e portata alla Reggia, dove già ha preso possesso della mia
scrivania e conosciuto ben 5 (cinque!!!) nuovi fratellini grossomodo coetanei.
Poi
vedremo il da farsi… anche se so già come andrà a finire.
BIGNE' controlla il nuovo alloggio |
NICOLINA verifica la comodità della panchina |
Dai Capo, sbrigati a portarmi alla nuova casetta che sta per piovere! |
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