lunedì 5 settembre 2016

ARRIVI & PARTENZE

Questo doveva essere il classico post di benvenuto per due nuovi cuccioli abbandonati in Colonia invece, con una sfumatura di amarezza che ti lascia la bocca cattiva, diventa uno spunto di riflessione; UN CASO DI COSCIENZA, così si potrebbe titolare il post.
La notizia è che ieri mattina hanno abbandonato due gattine di circa tre mesi di età in Colonia. La prassi, che ho volutamente infranto, dice che i piccoli di tre mesi debbano essere messi in sicurezza, curati (se necessario), sverminati, spulciati e vaccinati. Nel frattempo si cerca la loro adozione. Sempre da prassi, passata una settimana dal secondo vaccino, i non adottati (e io viaggio su percentuali ridicole di adozioni) dovrebbero tornare in Colonia. Questa era la regola della Reggia fino a qualche anno fa; dura lex, sed lex. Una postilla diceva pure che se i piccoli fossero stati sani, autosufficienti e in compagnia di fratelli o parenti sarebbero rimasti in Colonia senza transitare dalla Reggia. Da tre anni a questa parte gli abbandoni, o i recuperi, sono stati sempre di gatti bisognosi di cure o troppo piccoli per rimanere senza controllo. Così è diventato che la Reggia ha assunto la connotazione di brefotrofio invece di quella originaria di ricovero per gatti anziani o impossibilitati per qualsiasi causa a sostenere la vita di Colonia. Per svariati motivi questo cambio non ha mai avuto il mio consenso quindi ho deciso di tornare alle vecchie ferree regole: i piccoli autosufficienti e sani rimangono in Colonia e da lì si tenta l’adozione.
Perché? Molto semplicemente pensate di avere in giro per casa gattini che avete curato (e forse salvato da morte), svezzato e tirato su. Hanno conosciuto l’ambiente domestico con gli altri gatti che lo popolano. Ora pensate dopo un paio di mesi di questa vita prenderli e piazzarli in un luogo che non conoscono, con nuovi gatti e pericoli mai considerati: non sarebbe un vero e proprio abbandono? (anche se controllato)
Il fatto: stamattina una delle due piccole non c’era più, rabbia, tristezza, consapevolezza di aver fatto una leggerezza; quel senso di sconforto che ti prende e te lo tieni per lungo tempo. Ho subito pensato ad un predatore, un tasso, una volpe, che ha avuto gioco facile della piccola indifesa e ancora non conscia dei pericoli del bosco.
Nel pomeriggio ho realizzato che le assenze erano due: la piccola (già battezzata NICOLINA) e il conosciuto PALLUCCHINO. Ora, per predare PALLUCCHINO ci vuole minimo un velociraptor, e a Monte Malbe non ce ne stanno più. Accantonata (ma non esclusa) l’ipotesi predatore si è affacciata in maniera predominante quella di un qualcosa che abbia spaventato i gatti costringendoli ad allontanarsi in fuga. Ma gli altri presenti erano piuttosto tranquilli.
Finito tutto il preambolo (noioso, ma necessario) rimane il fatto che una piccola è scomparsa in maniera misteriosa e con piena colpa da parte mia.
Rimane solo da aspettare e vedere gli sviluppi della situazione; per PALLUCCHINO non nutro particolari preoccupazioni, per NICOLINA enormi.
E l’altra gattina?
Derogando alle regole, leggi, cazzi e mazzi, BIGNE’, così si chiama, è stata imbarcata nel trasportino e portata alla Reggia, dove già ha preso possesso della mia scrivania e conosciuto ben 5 (cinque!!!) nuovi fratellini grossomodo coetanei.
Poi vedremo il da farsi… anche se so già come andrà a finire.

BIGNE' controlla il nuovo alloggio
                                  
NICOLINA verifica la comodità della panchina

Dai Capo, sbrigati a portarmi alla nuova casetta che sta per piovere!



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