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L'ENIGMA OSSOBUCO
Oggi vi parlerò di un mistero di altri tempi, dei tempi della Colonia Vecchia.
Un mistero che perdura dal 15 maggio del 2008 e a cui
nessuno ha trovato una spiegazione logica.
L’ ENIGMA OSSOBUCO
Quel lontano giorno di maggio vedeva uno dei più massicci
abbandoni di gatti alla Colonia di Monte Malbe, ben 8 (otto!) gatti abbandonati
nello stesso giorno. Se tutti insieme o a rate non è lecito sapere; i pochi
sopravvissuti di quei tempi tacciono, fanno finta di non sapere o
negano la loro presenza sul luogo del delitto.
Non è che un abbandono multiplo sia un mistero, è una
semplice vigliaccata frutto dell’inciviltà, alla Colonia ne abbiamo avuti anche
troppi ma quell’atto ha una sfumatura che sfugge alla mente umana.
I gatti abbandonati furono la nostra LITTORINA, il famoso
BARONE, per quattro giorni rimasto sulla cima di un pino cipressino e sei
gattini, ma non tutti fratelli tra loro: due cucciolate sicuramente.
La cucciolata più grande, due femmine tricolori, poteva
avere un’età di circa 6-8 settimane, la più piccola, 4 fratellini (3 tigrati e
una bianco pezzata) all’incirca 4 settimane.
Quando il Capo arrivò per la distribuzione del cibo notò
subito i due scatoloni in fondo alle scale, traendo la logica conclusione che,
se a una scatola equivale almeno un gatto, per due scatole i nuovi coloni erano
minimo due. Infatti li individuò subito. Quello che invece individuò solo alla
fine della distribuzione del pasto furono i sei piccoli che non si erano
nascosti nel giardinetto ma stavano dentro i locali dormitorio.
Catturati i primi cinque il Capo si accorse di un sesto,
moribondo, adagiato dentro uno dei cubi-cuccia di polistirolo.
Ora, vista l’età dei gattini è impossibile pensare che gli
stessi dagli scatoloni siano entrati dentro i locali. Per accedere ai locali c’era
una porta, munita di serratura funzionante e solo il Capo aveva la chiave; quel
giorno la porta era regolarmente chiusa. Oppure due finestrelle aperte per
consentire l’entrata e l’uscita dei gatti, ma solo adulti in quanto si trovavano
posizionate a un metro da terra e per accedere all’interno si dovevano fare due
salti di un metro ciascuno.
Impossibile sia la salita che la discesa per i piccoli. Ma,
forse, qualche mano umana, senza tanti complimenti li aveva buttati dentro facendo loro superare ogni
dislivello per gravità.
La spiegazione più logica.
Quello che è sempre stato impossibile spiegare è come
OSSOBUCO, il piccolo moribondo (che naturalmente era un femmina), si trovasse
dentro il cubo-cuccia. Per accedere all’interno del cubo-cuccia ci stavano
almeno 30 centimetri in altezza da superare: troppi per un gatto moribondo, che
lo stesso Capo, appena presala in mano sentenziò: - Questo è andato.
In effetti OSSOBUCO era inanimato e solo l’apertura di un
occhietto fece capire a tutti che il Capo, per fortuna, si era sbagliato.
I piccoli furono tutti ricoverati alla Reggia per sicurezza
e i controlli e per cercare di salvare il piccolo agonizzante.
Finì che OSSOBUCO, miracolosamente, si salvò, crebbe e venne
pure adottata, malgrado il Capo avesse deciso di tenersela (oramai aveva svelato
il sesso) come dimostrazione che i gatti hanno veramente sette vite (nove,
dicono gli inglesi).
Comunque, escludendo che OSSOBUCO sia riuscita da sola ad
entrare nel cubo-cuccia rimane ancora irrisolto di chi, tra i gatti della
Colonia, per proteggerla e darle un riparo l’avesse afferrata tra i denti,
sollevata e adagiata nel cubo-cuccia.
Malgrado tutti gli studi, le ipotesi dei maggiori esperti di
comportamento felino, i tentativi di corruzione del Capo per venire a
conoscenza del responsabile per elogiarlo/a pubblicamente ed elargirgli/le la
Crocchetta d’ Oro, la massima onorificenza felina della Colonia per meriti, il
mistero OSSOBUCO tale rimane e, credo, lo sarà per sempre.
Ovunque tu sia, Ciao OSSOBUCO!
| La microscopica OSSOBUCO con la sorellina RICCIOLO Nursery - Maggio 2008 |
| OSSOBUCO è cresciuta ed è diventata una splendida gattina Colonia Vecchia - Settembre 2008 |

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