NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
18a e 19a puntata
Con BAIOCCO azzoppato e convalescente la lettura del
presunto capolavoro prosegue spedita.
Mancano ancora due ultimi, piccoli capitoli al termine, e
tutti non vedono l’ora di levarsi dalle palle questo strazio per dedicarsi alla
piscina e ai giochi d’acqua su al troscione di Monte Malbe.
Già sono pronti gli zainetti con le ciambelle salva gatti a
forma di rospo, lucertola annodata e alcuni a forma di cane da salvataggio che
servono solo a rassicurarli.
Gli stolti ed ingenui non sanno che una nuova, tremenda e
noiosissima lettura li sta aspettando al varco, come da contratto. Dopo
FRITTELLA, sicuramente, qualcun altro tenterà il suicidio, ma il Capo
giustificherà il gesto con la sua solita frase: - E’ la dura legge della
Natura!
18)
Otto
ore di sonno pieno.
L’insonnia
è oramai solo un lontano ricordo.
Mi
sveglio milionario… quasi milionario, 200.000 Euro vanno per il progetto
umanitario di Ken.
Apro la
finestra: è una bella giornata soleggiata, una splendida giornata.
Come da
tradizione scendo a far colazione con Serena, la trovo un po’ sbattuta, forse
lei non ha dormito bene.
Non
facciamo cenno a quanto successo la sera prima.
Finita
la colazione si premura di portarmi una cartella con i fogli da firmare per far
iniziare la ristrutturazione del convento di Migiana.
Firmo
senza indugi.
Passo
la mattinata dal meccanico Michele, lo stesso di Giorgio, a cercare di
sistemare delle piccole noie della Range e faccio la fatidica telefonata.
- Ciao
Vanessa! Ho concluso quell’affare con successo. Stasera ci vediamo alle 21 al
‘Sedano’?
Un
attimo di esitazione dall’altra parte della linea.
-
Veramente avrei un impegno… - risponde.
- Beh…
vedi tu, non vorrei tenere troppo in mano tutti quei soldi.
- Va
bene! esclama - Alle 21 al ‘Sedano’, hai
detto?
- Sì.
e una
è fatta!
Faccio
una seconda telefonata.
- Ciao
Oleg! Sono Andrea. Ho saputo, casualmente, che stai cercando un socio per
l’agenzia. Ne vogliamo parlare a pranzo?
Un
attimo di silenzio di troppo, poi
- Se ne
può parlare… certamente! A pranzo va bene! Paghi tu.
- Alle
13 alla ‘Posta’, va bene?
- Ok.
Faccio
il mio pranzo lavorativo e, in piena digestione, divento socio paritario
dell’agenzia di Oleg.
Alle
21,10 mi presento al ‘Sedano’. All’ingresso trovo una monetina da un centesimo
abbandonata a terra. La raccolgo e sorrido tra i baffi… pardon! tra il
pizzetto, ed entro nel locale.
Il
proprietario Valerio mi accompagna al tavolo che ho prenotato dicendomi che la
signora si è già accomodata.
- Ciao
Gabriella! - saluto sorridendo.
- Non
sembri molto sorpreso di vedermi - risponde.
-
Dovrei?
Valerio
ci porta due variopinti aperitivi analcolici.
-
Allora è vero che Vanessa aveva un impegno! – chiedo, ma Gabriella non risponde
- Per me va bene lo stesso, fino ad un certo punto.
- Quel
punto te lo puoi scordare - mi interrompe.
- Non
sarei il primo… - puntualizzo.
- E
neppure l’ultimo, credo - precisa.
-
Parlami di Vanessa. Non me ne frega un cazzo di portarmela a letto, oramai.
-
Vanessa ha dei problemi. Problemi psicologici, lo avrai capito da solo.
Annuisco
mentre il cameriere ci porta il primo, tagliatelle ai funghi porcini.
- Cosa
le è successo?
-
Violenza sessuale. E’ stata violentata da adolescente.
- Come
lo sai?
- Me lo
ha detto lei.
- E… tu
ci credi?
- Forse
è meglio cambiare discorso - dice pacatamente - Dove li hai i soldi?
- Qui -
mostrando il rigonfiamento della tasca destra della giacca.
Gabriella
mi guarda perplessa.
- Non
sembra il volume di 250.000 Euro. »-
- Non
lo è - preciso - Sono 50.000. Bastano e avanzano.
Gabriella
fa una smorfia. – Avido - mi offende.
-
200.000 Euro sono in viaggio per l’Amazzonia. Serviranno per costruire una
scuola in un villaggio nella foresta.
- Tu
sei scemo!
- Te ne
sei accorta ora? - dico mentre addento l’ultima forchettata di tagliatelle -
Perché hai ucciso Alex? - chiedo a bruciapelo.
Ha un
sussulto.
- Ti ha
aiutata Oleg a nasconderlo nel cunicolo? - proseguo - Credo proprio di si. Oleg
sapeva del cunicolo e già ci era sceso. Poi, non ce l’avresti mai fatta a
trasportare il corpo di Alex da sola.
Mi
verso un bicchiere di vino.
-
Perché l’hai ucciso? - le ripeto.
- Era
diventato pericoloso. Ha picchiato Vanessa quando ha scoperto che le monete
erano scomparse dal piccolo magazzino. La accusava del furto poi… l’ha pure
violentata.
- Te lo
ha raccontato Vanessa?
- Sì.
Ma l’ho vista di persona come l’ha conciata. Non ci ho visto più e l’ho ucciso.
- Dove?
- A
casa di Vanessa. Ho cancellato le tracce, comunque. Come hai fatto a capire che
sono stata io?
- Dalla
pistola.
Mi
guarda perplessa.
- La
pistola che hai lasciato tra le gambe di Alex. Nessun omicida con un quoziente
di intelligenza più alto di 10 lascerebbe l’arma del delitto vicino al
cadavere… - arriva il secondo, patate e radicchio alla brace - a meno che… la
pistola, con matricola abrasa sia riconducibile a qualche altro delitto di cui
si conosca il colpevole, ma non sia stato catturato. La pistola l’hai
recuperata in qualche indagine e l’hai utilizzata al momento opportuno.
Le
verso del vino.
- Poi
hai commesso un banale errore.
Mi
guarda in attesa di spiegazioni.
- Mi
hai chiamato ‘soldatino’, come Domiziana. Anche Serena, inspiegabilmente un
giorno, mi ha chiamato ‘soldatino’, ma lei era al corrente del nomignolo che mi
ha affibbiato la slovena. Tu no. Da questo ho capito che tu e Domiziana eravate
in contatto. La situazione mi è diventata chiara, trasparente. Ho capito che
eri coinvolta nell’affare anche tu. Serena sa che hai ucciso Alex?
- No -
risponde dura.
- Sa
che sei l’amante di Vanessa?
-
Neppure.
- Oleg?
- la incalzo.
- Sa
tutto.
Le mie
curiosità sono appagate.
- A
proposito… - rompo uno spazio di silenzio - chi ha commesso quel crimine e ha
ucciso Alex ha pure sparato al frate -facendole l’occhiolino.
Ci ride
sopra e beve un altro bicchiere di vino.
- Ora
tocca a me! - fa decisa - Quante altre monete hai trovato nel cunicolo?
Mi
sorprende, rimango in silenzio.
- Una,
due, tre… quante? - incalza.
Sono
alle strette. - Una… una sola - rispondo e prendo da una tasca interna la
moneta che ho trovato dentro la cassa protetta da una bustina trasparente.
Gabriella
sorride.
- Non
potevi aver avuto il tempo di fare tutte quelle indagini senza sapere cosa
cercare se già non l’avevi in mano. Lo sapevo che qualcosa avevi trovato. Ho
rischiato nel metterti in mano le monete di Vanessa ma volevo evitare che un
giorno lei le facesse vedere a qualcuno o ci facesse quei famosi orecchini che
le piacevano.
Cazzo! Almeno l’idea di farci degli orecchini
non era una bugia!
- Cosa
intendi farne? - rendendomi la moneta.
- Un
portachiavi… un portachiavi per la mia Range.
- Tu
sei tutto scemo… - replica sorridendo.
Passiamo
al dolce, un superbo profitterol.
-
Speravo di guadagnarci i miei 250.000 Euro e farle tornare in mano di Palmisano
senza correre rischi, invece… - continua Gabriella.
-
Invece Vanessa ci ha guadagnato 50.000 Euro, come è giusto che sia.
- E…
io? - chiede Gabriella.
- Se ne
hai voglia puoi guadagnarci un’oretta di divertimento, ogni tanto… per esempio…
perché non facciamo un salto a casa tua, dopo? – butto là la mia proposta
mentre ci portano il caffè.
- Sì!
Ma… solo sesso senza secondo fine… - la sua risposta.
19)
L’alba
del nuovo giorno mi trova profondamente cambiato al risveglio a Carpaneta.
Sono un
giovane pensionato milionario socio di un’agenzia di investigazioni.
Ho pure
un’amante!
sì!… ma…
Ma
nella tarda mattinata mi arriva una telefonata inaspettata.
- Ciao
soldatino! - l’esordio di Domiziana - Ieri Agata ha comprato due nuovi
bagnoschiuma all’erboristeria… fragranza prugna e fragranza banana… ho pensato
subito a te. Che fai stasera? Vieni a fare la doccia da noi?
Rimango
interdetto mentre Domiziana continua a mormorare
- …prugna e banana…
- Alle
22 va bene? - chiedo.
- Ti
aspettiamo… non ti facevo così temerario.
- Nulla
è come sembra… - chiudo il dialogo.
Dopo il
meritato pisolo pomeridiano decido di fare un’ulteriore mossa.
Prendo
il telefonino e richiamo un numero dalla memoria.
- Ciao
Lele! Sono Andrea.
- Ciao
Andrea - fa con voce squillante Eleonora - Che ricerca vuoi stavolta?
-
Voglio la rivincita a scacchi.
Ci
pensa un attimo.
- Birra
e patatine? - chiede.
- Ma
non ce l’hai una scacchiera a casa tua? Magari sul tuo letto…
- Non
dirmi che non sei più irrimediabilmente fidanzato!
- Sì!
Ma tienitelo per te!
- Ti
aspetto domani sera ma… niente di serio, spero!
- Solo
sesso senza secondi fini - ripeto la battuta di Gabriella.
- Va
benissimo!
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