mercoledì 8 luglio 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
18a e 19a puntata




Con BAIOCCO azzoppato e convalescente la lettura del presunto capolavoro prosegue spedita.
Mancano ancora due ultimi, piccoli capitoli al termine, e tutti non vedono l’ora di levarsi dalle palle questo strazio per dedicarsi alla piscina e ai giochi d’acqua su al troscione di Monte Malbe.
Già sono pronti gli zainetti con le ciambelle salva gatti a forma di rospo, lucertola annodata e alcuni a forma di cane da salvataggio che servono solo a rassicurarli.
Gli stolti ed ingenui non sanno che una nuova, tremenda e noiosissima lettura li sta aspettando al varco, come da contratto. Dopo FRITTELLA, sicuramente, qualcun altro tenterà il suicidio, ma il Capo giustificherà il gesto con la sua solita frase: - E’ la dura legge della Natura!


18)

Otto ore di sonno pieno.
L’insonnia è oramai solo un lontano ricordo.
Mi sveglio milionario… quasi milionario, 200.000 Euro vanno per il progetto umanitario di Ken.
Apro la finestra: è una bella giornata soleggiata, una splendida giornata.
Come da tradizione scendo a far colazione con Serena, la trovo un po’ sbattuta, forse lei non ha dormito bene.
Non facciamo cenno a quanto successo la sera prima.
Finita la colazione si premura di portarmi una cartella con i fogli da firmare per far iniziare la ristrutturazione del convento di Migiana.
Firmo senza indugi.
Passo la mattinata dal meccanico Michele, lo stesso di Giorgio, a cercare di sistemare delle piccole noie della Range e faccio la fatidica telefonata.
- Ciao Vanessa! Ho concluso quell’affare con successo. Stasera ci vediamo alle 21 al ‘Sedano’?
Un attimo di esitazione dall’altra parte della linea.
- Veramente avrei un impegno… - risponde.
- Beh… vedi tu, non vorrei tenere troppo in mano tutti quei soldi.
- Va bene!  esclama - Alle 21 al ‘Sedano’, hai detto?
- Sì.
 e una è fatta!
Faccio una seconda telefonata.
- Ciao Oleg! Sono Andrea. Ho saputo, casualmente, che stai cercando un socio per l’agenzia. Ne vogliamo parlare a pranzo?
Un attimo di silenzio di troppo, poi
- Se ne può parlare… certamente! A pranzo va bene! Paghi tu.
- Alle 13 alla ‘Posta’, va bene?
- Ok.
Faccio il mio pranzo lavorativo e, in piena digestione, divento socio paritario dell’agenzia di Oleg.
Alle 21,10 mi presento al ‘Sedano’. All’ingresso trovo una monetina da un centesimo abbandonata a terra. La raccolgo e sorrido tra i baffi… pardon! tra il pizzetto, ed entro nel locale.
Il proprietario Valerio mi accompagna al tavolo che ho prenotato dicendomi che la signora si è già accomodata.
- Ciao Gabriella! - saluto sorridendo.
- Non sembri molto sorpreso di vedermi - risponde.
- Dovrei? 
Valerio ci porta due variopinti aperitivi analcolici.
- Allora è vero che Vanessa aveva un impegno! – chiedo, ma Gabriella non risponde - Per me va bene lo stesso, fino ad un certo punto.
- Quel punto te lo puoi scordare - mi interrompe.
- Non sarei il primo… - puntualizzo.
- E neppure l’ultimo, credo - precisa.
- Parlami di Vanessa. Non me ne frega un cazzo di portarmela a letto, oramai.
- Vanessa ha dei problemi. Problemi psicologici, lo avrai capito da solo.
Annuisco mentre il cameriere ci porta il primo, tagliatelle ai funghi porcini.
- Cosa le è successo?
- Violenza sessuale. E’ stata violentata da adolescente.
- Come lo sai?
- Me lo ha detto lei.
- E… tu ci credi? 
- Forse è meglio cambiare discorso - dice pacatamente - Dove li hai i soldi?
- Qui - mostrando il rigonfiamento della tasca destra della giacca.
Gabriella mi guarda perplessa.
- Non sembra il volume di 250.000 Euro. »-
- Non lo è - preciso - Sono 50.000. Bastano e avanzano.
Gabriella fa una smorfia. – Avido - mi offende.
- 200.000 Euro sono in viaggio per l’Amazzonia. Serviranno per costruire una scuola in un villaggio nella foresta.
- Tu sei scemo!
- Te ne sei accorta ora? - dico mentre addento l’ultima forchettata di tagliatelle - Perché hai ucciso Alex? - chiedo a bruciapelo.
Ha un sussulto.
- Ti ha aiutata Oleg a nasconderlo nel cunicolo? - proseguo - Credo proprio di si. Oleg sapeva del cunicolo e già ci era sceso. Poi, non ce l’avresti mai fatta a trasportare il corpo di Alex da sola.
Mi verso un bicchiere di vino.
- Perché l’hai ucciso? - le ripeto.
- Era diventato pericoloso. Ha picchiato Vanessa quando ha scoperto che le monete erano scomparse dal piccolo magazzino. La accusava del furto poi… l’ha pure violentata.
- Te lo ha raccontato Vanessa?
- Sì. Ma l’ho vista di persona come l’ha conciata. Non ci ho visto più e l’ho ucciso.
- Dove?
- A casa di Vanessa. Ho cancellato le tracce, comunque. Come hai fatto a capire che sono stata io?
- Dalla pistola.
Mi guarda perplessa.
- La pistola che hai lasciato tra le gambe di Alex. Nessun omicida con un quoziente di intelligenza più alto di 10 lascerebbe l’arma del delitto vicino al cadavere… - arriva il secondo, patate e radicchio alla brace - a meno che… la pistola, con matricola abrasa sia riconducibile a qualche altro delitto di cui si conosca il colpevole, ma non sia stato catturato. La pistola l’hai recuperata in qualche indagine e l’hai utilizzata al momento opportuno.
Le verso del vino.
- Poi hai commesso un banale errore.
Mi guarda in attesa di spiegazioni.
- Mi hai chiamato ‘soldatino’, come Domiziana. Anche Serena, inspiegabilmente un giorno, mi ha chiamato ‘soldatino’, ma lei era al corrente del nomignolo che mi ha affibbiato la slovena. Tu no. Da questo ho capito che tu e Domiziana eravate in contatto. La situazione mi è diventata chiara, trasparente. Ho capito che eri coinvolta nell’affare anche tu. Serena sa che hai ucciso Alex?
- No - risponde dura.
- Sa che sei l’amante di Vanessa?
- Neppure.
- Oleg? - la incalzo.
- Sa tutto.
Le mie curiosità sono appagate.
- A proposito… - rompo uno spazio di silenzio - chi ha commesso quel crimine e ha ucciso Alex ha pure sparato al frate -facendole l’occhiolino.
Ci ride sopra e beve un altro bicchiere di vino.
- Ora tocca a me! - fa decisa - Quante altre monete hai trovato nel cunicolo?
Mi sorprende, rimango in silenzio.
- Una, due, tre… quante? - incalza.
Sono alle strette. - Una… una sola - rispondo e prendo da una tasca interna la moneta che ho trovato dentro la cassa protetta da una bustina trasparente.
Gabriella sorride.
- Non potevi aver avuto il tempo di fare tutte quelle indagini senza sapere cosa cercare se già non l’avevi in mano. Lo sapevo che qualcosa avevi trovato. Ho rischiato nel metterti in mano le monete di Vanessa ma volevo evitare che un giorno lei le facesse vedere a qualcuno o ci facesse quei famosi orecchini che le piacevano.
Cazzo! Almeno l’idea di farci degli orecchini non era una bugia!
- Cosa intendi farne? - rendendomi la moneta.
- Un portachiavi… un portachiavi per la mia Range.
- Tu sei tutto scemo… - replica sorridendo.
Passiamo al dolce, un superbo profitterol.
- Speravo di guadagnarci i miei 250.000 Euro e farle tornare in mano di Palmisano senza correre rischi, invece… - continua Gabriella.
- Invece Vanessa ci ha guadagnato 50.000 Euro, come è giusto che sia.
- E… io? - chiede Gabriella.
- Se ne hai voglia puoi guadagnarci un’oretta di divertimento, ogni tanto… per esempio… perché non facciamo un salto a casa tua, dopo? – butto là la mia proposta mentre ci portano il caffè.
- Sì! Ma… solo sesso senza secondo fine… - la sua risposta.


19)

L’alba del nuovo giorno mi trova profondamente cambiato al risveglio a Carpaneta.
Sono un giovane pensionato milionario socio di un’agenzia di investigazioni.
Ho pure un’amante!
sì!… ma…
Ma nella tarda mattinata mi arriva una telefonata inaspettata.
- Ciao soldatino! - l’esordio di Domiziana - Ieri Agata ha comprato due nuovi bagnoschiuma all’erboristeria… fragranza prugna e fragranza banana… ho pensato subito a te. Che fai stasera? Vieni a fare la doccia da noi?
Rimango interdetto mentre Domiziana continua a mormorare
 - …prugna e banana…
- Alle 22 va bene? - chiedo.
- Ti aspettiamo… non ti facevo così temerario.
- Nulla è come sembra… - chiudo il dialogo.

Dopo il meritato pisolo pomeridiano decido di fare un’ulteriore mossa.
Prendo il telefonino e richiamo un numero dalla memoria.
- Ciao Lele! Sono Andrea.
- Ciao Andrea - fa con voce squillante Eleonora - Che ricerca vuoi stavolta?
- Voglio la rivincita a scacchi.
Ci pensa un attimo.
- Birra e patatine? - chiede.
- Ma non ce l’hai una scacchiera a casa tua? Magari sul tuo letto…
- Non dirmi che non sei più irrimediabilmente fidanzato!
- Sì! Ma tienitelo per te!
- Ti aspetto domani sera ma… niente di serio, spero!
- Solo sesso senza secondi fini - ripeto la battuta di Gabriella.
- Va benissimo!

ma… sarà il MaCriz o l’aria di Carpaneta? 


Svelata l'identità dell'ignoto gattaro!

Nessun commento:

Posta un commento