giovedì 2 luglio 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
17a puntata





- Siamo giunti al capitolo decisivo! – esclama BAIOCCO.
Contemporaneamente la TARTARUGHINA e alcune sue discepole si prostrano verso Monte Tezio e cominciano a recitare una tediosa litania.
- Cosa fate? – chiede il nuovo Capocolonia.
- Un’invocazione al Dio dei Gatti affinché ci liberi definitivamente da questi orribili romanzi – risponde LIRA con una specie di rosario tra le zampe.
- Ragazze – fa pacatamente PERONI – è solo il secondo della serie… il contratto è per tutti e cinque.
FRITTELLA tenta il suicidio buttandosi dal tetto (pardon, solarium) della casetta.

17)

Quando a pranzo il telegiornale regionale passa la notizia dell’attentato al frate Serena mi guarda sospettosa.
Le regalo un sorriso ingenuo e le chiedo di passarmi l’olio.
Sull’accaduto, inspiegabilmente, non ricevo visite o commenti da Oleg e Gabriella.
Ricevo invece una mail da Ken.

Ciao trombatore!
Abbecedario non ha risposto alla mail che gli ho inviato.
Probabilmente non si è collegato alla rete.
Ho finalmente le notizie che aspettavi dal fronte inglese.
Vai al solito sito e apri la sottocartella SOE.
Un bel rompicapo…
Buon divertimento!
Ken.

Vado subito al sito, apro la cartella Gatto e vado alla sottocartella SOE.
Leggo attentamente tutto il materiale riversato nella cartella.
Ho altri importanti tasselli per completare il puzzle.
Manca solo l’ultimo pezzo. Quello che ti fa vedere il disegno nella sua interezza.
Però… so chi potrebbe fornirmelo.
Passo un’ intera giornata a scrivere appunti sulla storia delle monete.
Scrivo, controllo, straccio il foglio, riscrivo, cancello, aggiungo fino a che…
può essere andata solo così… almeno credo… ma, poi?
Affronto la discussione una sera a cena, con Serena.
- Serena, avrei una storia da raccontare, una storia interessante, credo. Vedi se Oleg e Gabriella possono venire a cena una di queste sere. Mi farebbe piacere che l’ascoltassero pure loro.
- Comincia a raccontarmela… - dice Serena.
- Preferirei ci fossero anche loro, soprattutto Gabriella.
- Perché? - domanda.
- C’è da prendere una decisione. Il parere di un poliziotto sarà utile.
Non aspetto molto. Serena organizza per la sera successiva.
Alle 20 siamo tutti a tavola, ci sono pure altri invitati.
- Buonasera! - il mio esordio - Anche voi qua?
- Ciao soldatino! - saluta Domiziana - Mi piace sentire raccontare storie…
- Io, passavo per caso… - Agata, regalandomi un sorriso.
Una cena sfiziosa, rigorosamente vegetariana, dagli stuzzichini dell’antipasto ai formaggi e verdure alla brace, passando per gli strangozzi al tartufo come primo.
Il mio contributo consiste nei beveraggi. Vino, due bianchi, Decugnano e Torre di Giano, e un rosso superbo, Sagrantino di Montefalco di Scacciadiavoli.
L’atmosfera è tranquilla, studio il comportamento degli altri ospiti ma non intravedo segni di nervosismo o preoccupazione.
Al momento del caffè Serena ci invita ad accomodarci nel salone.
Gustiamo il rito del caffè e, unico tra i presenti, mi accendo una sigaretta subito dopo.
Serena si è accomodata dietro la sua scrivania, gli altri sono seduti sui divani e formano una specie di semicerchio davanti alla scrivania stessa.
Sposto una poltroncina al lato destro della scrivania e mi ci siedo.
- Siamo tutti curiosi - fa Serena.
Ancora con la sigaretta accesa mi alzo e comincio il mio racconto.
- Una storia strana. Stasera vi voglio raccontare una storia strana e particolare, che ho pazientemente ricomposto in questo mese di permanenza qua a Carpaneta. La storia comincia da molto lontano.
Da Roma… - spengo la cicca nel portacenere sopra al camino - siamo nel 410 dopo Cristo. Oppure, se preferite, nel 1163 ab Urbe condita o nel 5918 del calendario bizantino…  - riporto fedelmente la dotta citazione di Antemio - Roma è assediata dai barbari, i Visigoti di Alarico. L’imperatore romano Onorio, che risiede a Ravenna, nuova capitale del decadente Impero, ordina di far fondere tutte le sue ricchezze in oro che si trovano a Roma per farci una coniazione straordinaria di solidi, le monete più preziose dell’Impero. Il lavoro inizia ma, la notte del 24 agosto, i Visigoti riescono ad entrare a Roma e cominciano il saccheggio - faccio un attimo di pausa per bere un sorso d’acqua e studiare le espressioni dei presenti. Sono tutti estremamente interessati.
- In tutta fretta - continuo - le monete coniate e i tondelli d’oro ancora senza impronta vengono caricati su dei carri con destinazione Ravenna. Ma questi carri, con le monete, non ci arriveranno mai. Dove si fermeranno e perché lo ignorano tutti, me compreso. Addirittura alcuni studiosi negano l’accaduto in quanto non esistono prove concrete della coniazione straordinaria dei solidi di Onorio. Ma… - con disinvoltura estraggo dalla tasca destra dei pantaloni uno dei solidi di Vanessa e lo mostro al pubblico tenendolo tra le dita - ora la prova della coniazione straordinaria esiste. Eccola!
Noto che tutti guardano con interesse la moneta e si spostano pure per poterla vedere meglio. La passo nelle mani di Serena per fargliela ammirare.
- E chi te lo dice che quella moneta fa parte della coniazione straordinaria? - domanda Oleg.
- Un piccolissimo particolare. Nella faccia posteriore della moneta ci sono coniate due lettere, divise dal corpo dell’imperatore Onorio, R e M.
Stanno a significare che le monete sono state coniate dalla zecca di Roma, anziché da quella di Ravenna, come l’uso vorrebbe in quanto sede dell’imperatore. Tutte le monete d’oro, i solidi, coniate sotto Onorio hanno le lettere R e V, Ravenna. Questa no! E non è neppure un falso, l’ho fatta periziare. E’ oro zecchino puro al 99 per cento, come dichiara anche la dicitura COMOB riportata sulla moneta. Sapete quanto potrebbe valere questa moneta?
Assisto ad un rapido scambio di sguardi dubbiosi, mentre la moneta passa di mano in mano per essere osservata.  Aspetto che torni tra le mie mani e, rimettendola nella tasca destra dei pantaloni scopro il calcio della pistola che tengo infilata dentro la cintura.
- A che serve quella pistola? - chiede brusca Gabriella.
- A nulla. E’ solo un vecchio vizio che mi porto dietro da tanti anni - rispondo e aspetto che sia passato il momento di preoccupazione generale  sapendomi armato.
- La moneta, dicevo - proseguo - è un pezzo unico, di inestimabile valore storico e numismatico. Sapete quanto potrebbe pagare un museo o un collezionista per questo pezzo? - altro sorso d’acqua e ascolto il silenzio di chi sa che sta per ricevere una grande rivelazione.
- Anche più di un milione di Euro - sparo la prima cifra ad effetto che mi viene in mente - Per questa moneta potrei chiedere comodamente un milione di Euro! - Osservo un rapido scambio di sguardi smarriti tra i presenti.
- Certo… - continuo - se ci fossero più monete simili in circolazione, il valore scenderebbe notevolmente, forse si dimezzerebbe.
Ancora occhiate interrogate tra i presenti.
- E - rompo il silenzio - purtroppo ce ne stanno delle altre, almeno altre tre, secondo le mie indagini.
- Come fai a saperlo? - chiede Domiziana.
- Un attimo che ci arrivo - le rispondo - Ce ne stanno altre due nello stesso stato di conservazione di quella che avete visto e una molto rovinata, praticamente illeggibile, trovata nel 2002.
Vedo tutti scossi da un sussulto e il livello di attenzione si impenna.
- Dove l’hai trovata? - chiede Gabriella a cui faccio cenno di attendere
- Veniamo ai fatti più recenti. Nel luglio del 1944, durante il passaggio del fronte della seconda guerra mondiale qui in Umbria, un gruppo di cinque soldati inglesi è incaricato di trasportare un sergente del SOE, i servizi segreti inglesi, dietro le linee nemiche, esattamente a Caprese Michelangelo, in piena Linea Gotica. Il sergente del SOE si chiama Frank Tomassi, di origini italiane, ed è un sabotatore. I soldati inglesi sono comandati dal capitano Ed Friskies, e si chiamano John Whinkley, Mario Capuozzo, anche lui di chiare origini italiane, Steve McAllen e William Betz. Durante il viaggio di trasferimento fanno tappa al monastero di Colle Corona, diventato un ospedale militare dei tedeschi ma evacuato durante la ritirata.
Viene scoperto il tesoro, non so come, e cominciano i problemi. Due soldati inglesi muoiono, il capitano Ed Friskies e il sergente John Whinkley. Qualcuno gli spara.
- I tedeschi? - chiede Serena.
- No! - rispondo - Poi vi spiego.
- Come ha fatto ad arrivare al monastero il tesoro?  Domiziana.
- Questo proprio non lo so - mi accendo un’altra sigaretta e proseguo nella narrazione.
- La missione fallisce, i soldati superstiti caricano sulle jeep il tesoro e tornano indietro per cercare un posto sicuro dove nasconderlo. Ma, poco dopo Mantignana, incappano in un’imboscata dei tedeschi. Una delle jeep salta su una mina e muoiono i soldati Mario Capuozzo e Steve McAllen. Frank Tomassi e William Betz fuggono con l’altra jeep e le monete. Arrivano a Migiana di Corciano…
- Dove abiti tu? - chiede Agata.
- Esattamente! - rispondo - E arrivano proprio a casa mia, ai tempi, forse, un convento abbandonato. In un cunicolo nascondono le monete e, il sergente Tomassi nasconde pure il corpo di William Betz.
- Lo ha ucciso lui? - Oleg.
- Non lo so. So solo che il sergente Tomassi ritorna al comando alleato ferito, fa il suo rapporto al SOE e, dopo qualche giorno, viene imbarcato su un aereo sanitario per raggiungere l’ospedale militare di Napoli.
- Come fai a sapere tutte queste cose? - ancora Oleg.
- E’ qualche settimana che ci sto lavorando - rispondo - non è stato semplice ma, con la pazienza e il giusto aiuto, tutto si risolve. Il SOE, appena vengono recuperati i corpi di Capuozzo e McAllen, apre un’inchiesta interna per capire perché la pattuglia ha subito l’attentato in una zona che non avrebbe dovuto attraversare e per scoprire che fine abbiano fatto gli altri tre soldati. Ma, l’inchiesta, poi viene archiviata.
- Perché? - stavolta Gabriella.
- Te lo dico tra un attimo. Facciamo un piccolo salto in avanti. Nel 1975, nel monastero di Colle Corona, un contadino trova uno dei tondelli d’oro non coniati. Comincia la caccia al tesoro, il monastero viene sventrato e vengono ritrovati i corpi del capitano Friskies e di Whinkley. I servizi segreti inglesi riaprono l’inchiesta archiviata 30 anni prima, ma la richiudono subito perché sentono puzza di bruciato. Vicino ai corpi vengono trovati solo bossoli esplosi di proiettili in dotazione all’esercito inglese. Nel 2002, invece, un cercatore di militaria, col metal detector…
Serena ha un sussulto.
- Esatto Serena! Un cercatore come lo era Giorgio. Dicevo… un cercatore, sui Monti Aurunci, nel Lazio, trova i resti di un aereo caduto durante la seconda guerra mondiale. L’aereo sanitario che trasportava Tomassi, il sergente del SOE, ferito,a Napoli. Vengono recuperate le spoglie, quel che ne rimangono, degli occupanti e viene trovata una moneta d’oro, presumibilmente un solido della coniazione straordinaria di Onorio. Probabilmente Tomassi si era tenuto una moneta come ricordo, in attesa di tornare, poi, a riprendere il resto. Dico presumibilmente perché la moneta si è rovinata con l’impatto a terra e il successivo incendio, è praticamente irriconoscibile.
- E… come fai a sapere che è una moneta della coniazione straordinaria?- interviene Gabriella.
- L’occhio che sa cosa cercare, trova - le rispondo e mi verso dell’acqua
- Dal 2002 facciamo un balzo nel 2009. Dicembre 2009, pochi giorni dopo il terremoto che ha danneggiato la mia casa… - col sorriso invito gli altri ad intervenire.
- Cosa c’entra, scusa… - fa Oleg.
- C’entra, c’entra eccome! Durante lo sgombro della colonia felina, qualcuno scopre una botola, che è il passaggio per accedere al cunicolo che scende al pozzo del chiostro di casa mia. Trova il cadavere del soldato William Betz e una cinquantina di piccole casse di legno, con delle scritte in tedesco e l’aquila con la svastica sul coperchio. Le casse contengono tutta la coniazione straordinaria e i tondelli non battuti di Onorio.
Un mormorio sale nel salone, aspetto un paio di minuti prima di riprendere il racconto ma vengo anticipato da una domanda di Gabriella.
- Come fai a saperlo?
- Sono sceso nel cunicolo anche io, ma dal pozzo, non dalla botola. Un giorno che sono andato a dare un’occhiata alle condizioni della casa mi sono affacciato sul pozzo asciutto e mi sono caduti gli occhiali da sole. Mi sono calato con una corda per recuperarli e ho scoperto un revolver, il piastrino di riconoscimento di William Betz e il cunicolo.
- Dov’è il revolver, ora? - ancora Gabriella.
- L’ho buttato… - mento - dopo 65 anni era ridotto un rottame. Una notte sono sceso nel cunicolo e…
Noto un rapido giro di sguardi che si incrociano tra loro.
- …e ho trovato il cadavere del soldato, le casse aperte e vuote, queste due monete e…
- Un’ altra moneta? - chiede allarmata Domiziana.
- Sì! Le monete sono due.  
Prendo anche l’altra moneta di Vanessa e le mostro tutte e due insieme.
- E’ stato fatto un lavoro frettoloso, forse ce ne può essere ancora qualcuna nel cunicolo.
- E… - mi invita a proseguire Agata.
Le sorrido, soddisfatto - Il cadavere del soldato, le casse, le due monete e… un altro cadavere. Questo recente… - puntualizzo - scommetto che è il famoso volontario di ‘Progetto Pogo’ misteriosamente scomparso. Il primo dei due, intendo…
Il mormorio riprende e noto uno sguardo duro di Serena nei miei confronti.
Mentalmente decido di giocarmi il cadavere di Alex più avanti.
- Cosa pensi di fare? - chiede Gabriella.
- Secondo te? Ho due monete, le consegno alla Soprintendenza dei Beni Culturali, mi spetta una ricompensa del 50% da parte dello Stato, è un ritrovamento fortuito nella mia proprietà. Una ne tiene lo Stato, una ne tengo io e la rivendo. Col ricavato ci sistemo casa e me stesso. I cadaveri ve li lascio tutti e due - sorridendo.
- Praticamente… - interviene Domiziana - esistono tre monete in circolazione della coniazione straordinaria. Le due tue e quella, irriconoscibile, dell’incidente aereo.
- Non proprio - puntualizzo - Ce n’è ancora un’altra che aveva… ha Alex, ma non so dove sia e… tutte le altre che, ora, ha in mano la mafia.
Piomba il silenzio.
- Come siano arrivate in mano della mafia lo ignoro…  continuo - avete qualche supposizione?
- Bella storia! - interviene Oleg - Ora te ne racconto una io, più recente - scambiando uno sguardo con Domiziana.
- Serena ha il sospetto che Alex, il suo ragazzo, la tradisca. Mi incarica di controllarlo. Probabilmente Alex, Davide e Vanessa, durante lo sgombro della colonia felina a casa tua scoprono il cunicolo e le monete. Decidono di tornarle a prendere una notte. Quella stessa notte controllo Alex, che ho scoperto avere una relazione clandestina con Vanessa e Vanessa ha pure una relazione, sempre clandestina, con Davide. Mi accorgo di questo strano movimento e del trasferimento di tanti sacchetti pesanti in un piccolo locale in un vicolo di Perugia. Il trasferimento lo fanno Alex e Vanessa. Non vedo Davide uscire da casa tua. Torno al convento per controllare, trovo la botola e il cadavere di Davide nel cunicolo, insieme a un altro oramai ridotto ad un mucchio di ossa. Davide ha un polso e una vertebra cervicale spezzata. Caduta accidentale? Omicidio? Non mi interessa. Faccio rapporto a Serena che mi dice che il locale dove sono stati depositati i sacchetti è un piccolo magazzino inutilizzato dell’associazione. Decidiamo di fare un veloce sopralluogo. Avvertiamo pure Gabriella per avere un testimone inoppugnabile. Poi verifichiamo il  contenuto dei sacchetti - si ferma per bere un bicchiere d’acqua
- Quando scopriamo tutto quell’oro decidiamo di cambiare piano. Portiamo via i sacchetti e li nascondiamo in un altro posto. Poi, Serena affronta Alex e Vanessa e li caccia da Carpaneta, senza far parola delle monete. In seguito Alex scompare, non sappiamo dove sia.
Aspetto in silenzio il seguito del racconto ma, vedo che Oleg ha terminato.
- Manca ancora un pezzo - puntualizzo.
Interviene Serena - Non sapevamo come realizzare il guadagno da tutto quell’oro, mi sono rivolta a Domiziana.
- E io… - continua Domiziana - mi sono rivolta a Giovanni Palmisano. La Famiglia Palmisano ha comprato tutto lo stock - fa un cenno a Agata.
Agata si alza dal divano e prende tre borse sportive in materiale plastico e le deposita sulla scrivania di Serena.
- Abbiamo realizzato cinque milioni di Euro dalla vendita delle monete alla Famiglia Palmisano. Abbiamo diviso la somma in quattro, io, come intermediaria, Serena e Oleg per la scoperta e Gabriella per il suo silenzio. L’impresa edile della Famiglia Palmisano che deve ristrutturare la tua casa sa già che la prima cosa da fare è sigillare il cunicolo coi cadaveri e tutto quello che c’è dentro senza fare domande.
- Perché? - chiedo a tutti - Perché avete corso questi rischi? Per un milione di Euro a testa?
- Per me è un affare come un altro… - risponde Domiziana - forse più redditizio, ma pur sempre un affare.
- Io… - ora è Oleg - ho un tenore di vita elevato, gli affari non vanno bene, i soldi fanno sempre comodo.
- E tu? - chiedo a Serena - Non mi dire che l’hai fatto per soldi!
- Certamente! - mi risponde - Era Giorgio che diceva che è meglio fruire che possedere, io non la penso così.
Guardo Gabriella con occhi severi.
- Forse ha ragione chi dice che non sono una buona poliziotta - chiarisce col sorriso in bocca.
- Ora… - continua Domiziana - abbiamo deciso di allargare la società, se tu sei d’accordo. Cinque milioni diviso cinque fa un milione a cranio. In quelle borse c’è la tua parte. La parte per il tuo silenzio. Hai fatto un buon lavoro, ma questo lavoro ora termina qua. Alla Famiglia Palmisano non farebbe certo piacere leggere questa storia sui giornali…
Faccio finta di riflettere e controllo il contenuto delle borse.
Ci stanno degli spessi mazzetti di carte da cento Euro.
- In ogni borsa ci sono 250.000 Euro - puntualizza Serena.
Ci penso un attimo.
- Scusate… la matematica non è mai stata la mia passione ma… 250.000 per 3 fa 750.000 Euro. Qualcuno si è dimenticato la borsa a casa?
- Io - fa Gabriella.
La osservo in silenzio.
- Non intendo cederti la mia parte. Tra tutti sono quella che si è sacrificata di più per tenerti sotto controllo quando abbiamo capito che avevi scoperto qualcosa.
- Sacrificata? - chiedo esterrefatto.
- Certo! Credi che faccia piacere essere violentata sotto la doccia dopo una notte di lavoro?
- Mi è sembrato che ti sia piaciuto… - obietto con sorriso beffardo.
- Non ci hai capito un cazzo di me e dei miei gusti in fatto di sesso! Mi hai umiliata - replica.
- Senti… senti… - mormora Domiziana - il nostro soldatino si scatena sotto la doccia - facendo riferimento alla scopata  che consumai nella doccia con Marta, la sua amica transessuale.
- Poi… fai l’innamorato perso con me… - prosegue Gabriella - e vai in giro a scopare con questa balena! - tira fuori dalla tasca delle foto che mi ritraggono con Eleonora mentre gioco a scacchi, mentre mi sbatte sul muro del buio vicoletto e mentre mi fa un pompino in auto.
Le prendo in mano e le osservo. Poi guardo Oleg che fa spallucce.
- Va bene, accetto i 750.000 Euro ma… mi tengo questi due ricordini -mostrando le due monete - Tanto, ce n’è un’altra ancora in giro…
- Sbagliato - interviene Domiziana - Gabriella ha recuperato la moneta che aveva Alex.  
- Come?
- Affari suoi… - risponde Domiziana mentre controlla attentamente le foto della fellatio - la moneta è già stata consegnata a chi di dovere. Ora mancano le tue due monete. Forse è meglio che me le consegni per evitare problemi con Palmisano - tendendomi la mano col palmo rivolto all’insù.
- 250.000… - puntualizzo con le monete strette nel pugno sinistro - i suoi 250.000 - guardando Gabriella - 250.000 Euro per quattro scopate mi sembra un prezzo eccessivo.
C’è una rapido scambio di sguardi e, finalmente, Gabriella abbassa gli occhi, si alza dal divano e esce dal salone. Torna dopo un paio di minuti con una borsa simile alle altre tre.
- Ecco qua! - fa con sguardo incazzato.
La prendo e ne controllo il contenuto, tutto a posto.
- E’ stato un piacere! - dico baciando le due monete e porgendole a Domiziana.
Poi, rivolgendomi a Serena - Domani prepara tutti i fogli che devo firmare - prendo le quattro borse - A proposito, Serena… ti cedo il mio vecchio appartamento nel convento, a patto che non ci porti più di due gatti!
Saluto i miei nuovi “soci” e mi ritiro, col contante, nell’ appartamento della casa torre.
Accendo il computer e spedisco una mail a Ken.

Ciao Ken!
Questa è la prosecuzione della storia…
Trova il modo per ricevere un bonifico di 200.000 Euro senza complicazioni e fammelo sapere.
Se mi dovesse succedere qualche cosa, ma ne dubito, manda una copia delle mail con la storia completa a Serena e fatti dare 750.000 Euro per il disturbo e il silenzio.
P.S. ho tagliato la barba e lasciato il pizzetto… mi sembro un frate
L


FRITTELLA - L'aspirante suicida della Colonia

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