La fine del mese si è portata via RUCOLA, da tempo sofferente di insufficienza renale cronica condita da seri problemi epatici.
Si è consumata in quattro e quattr'otto ritornando lo scricciolo infante che era quando l'abbandonarono alla Colonia Nuova, nel 2016, insieme allo sfortunato DRILLO e l'adottato PINOLO.
Un poco troppo presto, per i miei gusti, ma combattere due patologie insieme è cosa ardua, se non impossibile.
Ciao RUCOLA, malgrado tutto sei stata una grossa rompicoglioni!
Sarà un lungo post, molto articolato, a causa della densità felina presente alla Reggia e alla sua residenza abituale.
Iniziamo con GLI ESTERNI!
Sono un bel gruppetto, che ogni anno si assottiglia ma non per decessi, bensì perché lentamente i gatti cominciano ad apprezzare le comodità di casa.
Me lo sono trovato ieri mattina dentro a una cuccia del garage tutto mortificato e dolorante.
Nella notte dovrebbe aver fatto un brutto incontro, e non credo col cinghiale di turno; la classica spizzata da auto che un paio di centimetri più in là e addio gatto.
Risultato: mandibola lussata, frattura alla mascella, escoriazioni varie al mento e all'occhio destro, tutto condito con sangue appena raggrumato: non un bel vedere di mattino presto.
Ringraziando il Padre Eterno che non mi ha fatto raccogliere il solito cadavere felino disteso sull'asfalto l'ho ricoverato dalla veterinaria.
Stamattina è stato operato e tutto sembra andato bene.
AGHI si unisce ai compagni di sventura, quei due svegli di PUNTINO e PERONI a fare la Banda del Sorriso Storto.
Gatti, soprattutto quelli che la notte non rientrate in casa ma preferite soggiornare in garage, state accorti che è vero che la notte passano poche auto, ma ne basta una sola a combinare la frittata, che talvolta è irreparabile!
Comunque è bene tutto quello che finisce bene...
Da alcuni giorni non mi guardava, neppure fossi stato trasparente. Niente testatine o richieste di cibo espressamente per lui. La sera neppure mi veniva sulle gambe mentre guardavo l'ennesima partita.
Per giorni ho cercato di capire dove avessi sbagliato; forse una confidenza troppo spinta con qualche altro gatto, una parola di troppo al suo "nemico" BRUTO. Forse il premietto datogli era scaduto, o forse era solo geloso delle due nuove presenze che orbitano dentro e fuori alla Reggia: TAPPO e OVIDIO.
Poi la folgorazione: "Stai a vedere che...", ho consultato l'agenda e ho trovato il fallo: il 19 febbraio era il compleanno di BAMBU', ed io me ne sono dimenticato.
Faccio pubblica ammenda cospargendomi il capo di cenere per la grave mancanza.
5 anni fa recuperai uno dei gatti più coglioni (e permalosi) mai abbandonato a Monte Malbe.
Da allora la Reggia, fu trasferito d'ufficio invece di essere aggregato alla Colonia per il semplice fatto che era stato tre giorni su un pino sotto il temporale, non fu più la stessa.
Auguri BAMBU' e la prossima volta portati l'ombrello prima di venire a Monte Malbe!
GIANNA - PENNY - RINGA
"Capo, ma dobbiamo invadere la Polonia per avere il nostro spazio vitale?"
E' il gatto più agile, scattante, veloce e spericolato della Reggia. Nulla lo ferma nei suoi giochi. Ha solo un problema, di cui non si preoccupa minimamente: è tripode.
GAETANO Tripletta non ha tempo di pensare alle sue disgrazie; lui deve correre, balzare e molestare ogni essere vivente che si muova dentro al perimetro della Reggia, Capo compreso.
Insieme alla collega SUZUKINA fa sfide sui 100 metri ad ostacoli che Marcel Jacobs arriverebbe giusto in tempo per smontare il palco della premiazione.
Tripletta ci insegna che gli handicap sono solo nei nostri limiti mentali, superati quelli tutto è possibile, anche provare ad acchiappare colombacci in volo.
Un saluto veloce, ma molto, da GAETANO Tripletta!!!!
BRUTO
"Capo, portami via con te!"
"BRUTO, guarda che vado su in Colonia,
se vuoi ti ci lascio qualche giorno!"
Ci vediamo all'ora della nostra cena!"
Per non fare un post chilometrico dobbiamo dividere i neri in due gruppi, e forse sarebbe meglio anche in tre. La precedenza spetta ai Neri non residenti alla Reggia.
COCCA
"Capo, mi raccomando, niente crocchette al pollo, eh?!"
Arrivati dallo stesso contesto, ma in tempi diversi, recuperati mezzi tritati per un incidente automobilistico dove hanno avuto la peggio.
Hanno comunque un grande punto in comune che li ha cullati per diverso tempo come fosse la loro mamma e forse si sentono pure fratelli visto che giocano spesso insieme.
Sono i due catorci adottati dalla ASL di Collestrada a distanza di due anni: grado di disabilità più o meno evidente, voglia di vivere da gatti spensierati superiore alla media, grado di affettuosità e obbedienza all'umano Capo mai vista prima.
Sono l'ipovedente BORA e il tripode GAETANO gli hygge (se avete seguito Caro Marziano di Pif sapete di cosa parlo) della Reggia.
Il loro grande punto in comune che li ha cullati prima di conoscere il loro Capo è la gabbia delle adozioni della ASL.
- Capo, credo sia l'ora di far uscire il secondo numero del Magazine! - suggerisce CARDINALE, nominato giornalista capo ad honorem della testata ufficiale del Monte.
- Faccia pure CARDINALE, ma mi raccomando tenga fuori Sanremo dalle notizie, abbiamo già troppe disgrazie.
COLONIA DE I MORTI DI FAME
Piccolo avvicendamento nella più piccola colonia felina d'Italia.
A ZITO, assente oramai da tempo, si è di nuovo sostituito PAVESINO, tornato dalle ultime scorribande amorose con il muso simile a quello di un pugile che le ha prese, e di brutto.
ECCOLA non lo cura né consola, ma pensa ai fatti suoi.
ZITO alla Colonia Nuova
"Ciao Capo! Ma com'è che ti incontro a La Zita, da I Morti Di Fame e qua? Sarai mica un randagio vagante pure tu?"
MIUSSI DA PREPO
Qui sconfiniamo realmente nella preistoria felina del Gattaro Capo.
Primissimi anni '70 del secolo scorso o forse fine anni '60, non ricordo, la sorella del Gattaro Capo recupera in quel di Prepo, allora quartiere periferico di Perugia, un microbo nero di massimo un mese di età, letteralmente ricoperto di diarrea, vomito e con gli occhi semichiusi da gialle concrezioni che a malapena respirava. Col senno del poi avrei diagnosticato una forte rinotracheite condita da gastroenterite. Come a dire: il piccolo era spacciato. Ma la sorella del G.C. laureanda in medicina decide di tentare la sorte disperata, o forse fu la Dott.ssa Lia Crivellini, non ricordo, e salvare in tutti i modi quella vita già praticamente finita. Non so come fu ma, o l'una o l'altra, salvarono il piccolo nero, rimasto comunque poi abbastanza rachitico.
Quello che mi resta di MIUSSI sono una foto di Polaroid sflashata di quando era già adulto e una valanga interminabile di ricordi.
Da quando mio padre, accortosi della presenza clandestina in casa lo voleva buttare in mezzo alla strada, e conoscendolo era tutta una mossa per ristabilire l'autorità nella casa.
A quando, avvezzo a fare un giretto mattutino per le scale del palazzo MIUSSI venne spaventato e sparì per 17 giorni, fu poi ritrovato in un vicolo mentre tentava di mangiare delle bucce di arancia.
Quando poi la sorella del G.C. oramai laureata e maritata mi lasciò in eredità la sua camera e lo studio, compreso il nero MIUSSI, che la notte voleva dormire tassativamente nel suo ex letto, diventato il mio. Nel 1979, una domenica mattina, ancora inebetito da una notte in discoteca fui risvegliato dal movimento violento del letto, convinto che MIUSSI avesse deciso per la sveglia correndo come un pazzo dalla testa ai piedi (lo faceva) mi incazzai come un treno, pronto a strangolarlo, e invece lo vidi terrorizzato col pelo gonfio su un mobile e capii che il colpevole non era lui ma il terremoto della Valnerina.
MIUSSI finii la sua seconda vita da gatto borghese per consunzione, alla metà degli anni '80, non fece in tempo ad assaporare la verde libertà della Reggia.
Comunque, da come era stato raccattato, male non gli è andata!
