La Reggia è sempre stata terra di approdo.
Nel 1985, in piena costruzione, arrivò chissà da dove il primo cucciolo di gatto: una giovane simil siamese sociale nominata BUMBI deceduta per vecchiaia e insufficienza renale alla veneranda età di 22 anni (ma ci volle l'eutanasia!).
Nel 1990 andò peggio. Arrivò dal nulla una splendida gatta nera a pelo lungo selvatica, furba e incinta come poche, ma trovò lo stesso accoglienza.
Partorì altre due splendide gatte a pelo nero, selvatiche pure loro ma un pochetto più sceme. Tentai con cautela la socializzazione, sperando di coinvolgere pure la mamma CLARETTA. Anticipando il primo calore le beccai tutte e due, in seconda battuta capitolò anche CLARETTA.
Divennero stanziali e molto territoriali, ma mai cercarono di entrare in casa. I nostri rapporti erano limitati alla sussistenza e al controllo di eventuali problemi.
Una delle figlie, MIMMA, sparì misteriosamente e rimasero solo mamma CLARETTA e l'altra figlia PALLINA.
Dopo sei anni la svolta epocale: CLARETTA decise che era venuto il momento del grande passo ed entrò in casa, non solo, scelse la mia tana come sua residenza stabile diventando una gatta di estrema socialità.
Il primo risultato di tale cambiamento caratteriale fu un'infestazione da pulci della tana, combattuta strenuamente con diverse bonifiche.
Non riuscirò mai a capire certi meccanismi felini; negli anni seguenti mi successe la stessa cosa con MICIA, altra randagia inavvicinabile, poi di punto in bianco...
La figlia PALLINA preferì mantenere le distanze, anche se si ammorbidì non poco.
Dopo un paio di anni CLARETTA fu investita da un'auto inaugurando quello che poi sarebbe diventato il Cimitero degli animali (gatti soprattutto) della Reggia.
La figlia PALLINA prese il suo posto in casa, non limitandosi alla tana, ma spaziando ovunque. Stavolta niente pulci; riuscivo a metterle l'antipulci ciclicamente.
E' finita che se l'è consumata la vecchiaia e l'eutanasia per sopraggiunti problemi nell'inverno 2008.
Purtroppo ho pochissime foto della famigliola in questione: da giovani erano schive e le risorse tecnologiche erano quello che erano. Poi una buona parte di foto digitali sono perite nei vari travasi da un computer all'altro con i nuovi sistemi che le hanno danneggiate. Peccato...
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