LA CUCCIA DEL CAPO
Non è da me replicare per due giorni di seguito una rubrica, a meno che si tratti di ricorrenze (felici e tristi), ma oggi gli tocca.
Le giornate strane sono quelle relative al pasto in Colonia dove capisci che qualcosa ti sfugge ma non sai cosa, e comunque i gatti fanno di tutto per fartelo notare e sentirti in colpa.
Oggi era una di quelle.
Ancora pieno di entusiasmo per il ritorno dei figlioli prodigi AVANA e ORTICHINO e constatato che ORTICHINO già aveva tolto il disturbo ho avuto l'altra gradevole sorpresa del ritorno di PORCHETTA, anche lui assente da una quindicina di giorni. Ma lui è giustificato; è solo un aggregato saltuario, ancora intero e in queste gelide giornate di fine inverno, dove la tramontana ancora picchia forte al Monte (soprattutto quell'ora che sto alla casetta poi, come risalgo il sentiero, cala di colpo e si trasforma in scirocco) lui ha da fare altre cose più importanti e urgenti: corteggiare gatte fertili che troverà nelle vicinanze. Comunque, col tempo, gli risolverò anche questo problema.
E' tornato PORCHETTA, o meglio, la sua brutta copia; dimagrito un paio di chili, leggermente claudicante e col pelo talmente arruffato e sporco da far pensare che si sia rotolato nelle pozze di fango come un cinghiale al rave party. Appena ho aperto la scatoletta di Bundy la zoppia è scomparsa, e pure il contenuto della scatoletta. Ha pure ripulito tutti gli avanzi nei piatti lasciati dagli altri presenti per fare scorte di preziose calorie ché il momento magico non è ancora finito e nuovi rotolamenti sono in previsione.
Gli altri...
Già, una delle cose strane oggi era che degli altri c'era solo qualche sparuta traccia; mancavano quasi tutti i giovani e questo mi mette sempre in allarme: significa che qualcosa li attrae più dell'unico pasto umido della giornata. E quel qualcosa deve essere molto interessante.
L'altra stranezza, e ritorniamo a quanto scritto sopra, è che ogni tanto i presenti si bloccavano a fissare attentamente nel bosco un qualcosa che non riuscivo a percepire né scorgere. Due, tre volte... hanno pure seguito tutti con lo sguardo un invisibile (per me) movimento dal punto A al punto B, distante una trentina di metri.
La mia convinzione oramai è quella che mi stiano prendendo per il culo e al segnale del capo banda scatta lo scherzo al Capo, tanto per farlo preoccupare e incazzare un poco.
Fatto il pieno, e due pisciatine marca territorio, PORCHETTA se n'è andato, ma qualche minuto dopo l'ho sentito lanciare il suo miagolio inconfondibile di richiamo a puro scopo sessuale (senza secondi fini).
Mi sono prontamente mosso; sono da sempre convinto che qualche femmina fertile bazzichi la zona e, malgrado la sua invisibilità, continuo la caccia spietata per farle un TSO rapido (solo una seduta) alla ASL di Collestrada.
Ho seguito PORCHETTA nel bosco, fino a quando la vegetazione me l'ha permesso. Bosco ceduo fitto, denominato macchia, arbusti perlopiù ad altezza d'uomo e rami bassi a livello degli occhi. Tutti i fedelissimi del pasto odierno dietro di me, sembrava un commando di berretti verdi nella jungla del Vietnam. Il tutto fino a quando è stato possibile proseguire, poi il corteo si è sciolto; Capo e fidi aiutanti sul campo hanno fatto ritorno alla casetta, molti hanno continuato a seguire il "nemico".
Al ritorno alla casetta altra sorpresa: il mastodontico SILVANO a ruminare crocchette, anche lui assente da una settimana e anche lui bisognoso del famoso Trattamento Sanitario Obbligatorio.
"Ciao Capo!" alzando la zampa destra "Scusa il ritardo ma ho sostituito PORCHETTA con quelle!"
"QUELLE!!!!"
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