dall'auto, l'attento udito del gattaro ode il rumore che più lo terrorizza: gattino, piccolo, solo, spaventato, che strilla come un'aquila dopo essere fuggito sopra un albero.
Il gattaro non sbaglia mai (salvo rarissime eccezioni); il gattino è piccolo, solo e in cima ad una quercia, ma non sembra terrorizzato.
Non importa: c'è sempre tempo!
Mentre il gattaro valuta se sia il caso o meno di fare la scimmia su una quercia (non ne ha più l'età) per poi, magari, frantumarsi a terra e lasciare orfani un'ottantina di gatti (sai contente le gattare di Perugia!!!) una cosa piccola e pelosa gli si piazza tra le gambe. Una gattina tricolore, verosimilmente la sorella della sirena sull'albero.
-Due! (Put#### Mi##### del C####!) - pensa ad alta voce il gattaro, mentre valuta rapidamente l'opzione che possano essere anche tre, quattro, cinque nuovi piccoli felini a spasso nel bosco della Colonia.
Il pensare distrae il gattaro e quando torna a valutare la situazione vede il Colono BAIOCCO in posa da punta, stile setter irlandese, verso una distesa di edera. Ne sbuca la testa di un altro gattino nero, anche lui con la sirena accesa.
Un rapido controllo e scopre che il piccolo orango sopra la quercia è sceso per avvicinarsi alla sorellina.
Ora c'è solo una cosa da fare: sfamare i randagi della Colonia sperando che i due, più gli eventuali altri, incuriositi si avvicinino ai piatti per poterli ingabbiare.
Il gattaro prepara il trasportino d'ordinanza e comincia ad aprire le varie scatolette di umido, ma i Coloni non collaborano, loro aspettano pazientemente la prossima mossa dell'umano. I piccoli continuano a giocare per fatti propri e rifiutano ogni profferta di cibo. I randagioni si spazientiscono e consumano il proprio pasto. E' l'ora dell'arma segreta, quella che i Coloni stanno impazientemente aspettando. Il click dello scatto del coperchio dell'omogeneizzato scatena scene di euforia modello gol di Tardelli ai Mondiali dell'82 tra i pulciosi. Il gattaro navigato sa che il primo vasetto va sacrificato.
Lo versa su un piatto che posiziona a terra e dove si accende una sanguinosa mischia di code, vibrisse, artigli e orecchie spuntate.
I piccoli (oramai è appurato che sono solo quei due) sospendono il gioco per osservare incuriositi la cruenta scena, avvicinandosi.
Magicamente nelle mani del gattaro compare un secondo omogeneizzato (quello col coperchio dall'apertura silenziata) che viene prontamente versato su un altro piatto vicino ai due piccoli da accalappiare. Ma i randagi navigati conoscono oramai questa contromossa e si spostano velocemente sul nuovo piatto spaventando i gattini e lasciando al gattaro solo la possibilità di accarezzarne uno. Il gattaro sa che o si prendono tutti e due o è meglio lasciarli in Colonia insieme e ritentare il giorno successivo, quando magari la fame gli fa abbassare il livello di timore e prudenza. Così è stato. N###### e P###### rimarranno stanotte insieme in Colonia, sperando siano abbastanza furbi da seguire l'esempio dei più grandi e dormire nella casetta senza diventare lo spuntino di mezzanotte per qualche astuta volpe. E' già successo altre volte, per dei gattini forastici, anche più piccoli, con risultato quasi sempre positivo.
Domani ci si riprova!
N...... e P...... giocano spensierati |
- Ora sto sopra io! |
- E io ti tiro giù! |
- Dai! Giochiamo a fare le belve feroci del bosco! |
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