EMILIA
L’immagine che serberò di te è quella di un musino timido ma
curioso che sbuca da dietro la recinzione del giardinetto della Colonia Vecchia
nel lontano agosto 2007, poi sei entrata a far parte della famiglia di randagi
introducendo pure tuo fratello ARCHIMEDE, ancora più timido.
Lo sapevamo tutti che eri arrivata a fine corsa, prossima al
capolinea; quasi dieci anni di Colonia logorano chiunque, soprattutto chi li ha
passati in maniera ineccepibile come te. Mai un ricovero, ad eccezione della
sterilizzazione, mai un problema; hai assorbito tutto come una spugna ma alla
fine hai mollato lasciando quel poveretto del tuo compagno di merende ARIES
solo sul tetto della casetta.
Già… il tetto della casetta, il tuo posto preferito per
mangiare ed evitare di essere macchiati dall’onta dell’antipulci.
Mentre la prima immagine rimane strettamente personale
voglio che tutti ti ricordino lassù, sul tetto con ARIES, mentre vi scambiavate
le solite effusioni per poi dividere pacificamente il piatto col cibo.
Per non farti sentire sola ti ho sepolta vicino alla tomba
di ATTILA, altra tua grande amica.
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